Gemini 3 Pro e ChatGPT-5 analizzati: limiti nascosti rivelati da Benchmark Google avanzato
performance e limiti di Gemini 3 Pro e ChatGPT-5 nel benchmark FACTS
Il più recente studio di Google, tramite la piattaforma FACTS Benchmark Suite, ha messo sotto la lente di ingrandimento le capacità e le criticità dei principali modelli di intelligenza artificiale conversazionale. Gemini 3 Pro si distingue come il modello con la migliore performance, raggiungendo un punteggio del 68,8% in termini di accuratezza complessiva nelle risposte. Seguono a distanza Gemini 2.5 Pro con il 62,1% e ChatGPT-5 con il 61,8%. Nessuno dei sistemi testati supera la soglia del 70%, evidenziando margini di miglioramento ancora significativi.
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La valutazione si concentra su quattro aree chiave: la conoscenza parametrica derivante dall’addestramento; la capacità di aggiornare informazioni tramite ricerca web; l’aderenza rigorosa alle fonti (grounding); e l’abilità multimodale di interpretare dati visivi e schemi complessi. In particolare, proprio la dimensione multimodale rappresenta un punto critico: quasi tutti i modelli, inclusi Gemini 3 Pro e ChatGPT-5, non raggiungono il 50% di accuratezza quando sono chiamati a elaborare grafici e tabelle, suggerendo un limite strutturale nella comprensione di contenuti non testuali.
Questi risultati mettono in evidenza che, pur se Gemini 3 Pro si posiziona come il leader attuale, la sua efficacia rimane circoscritta e lontana da una totale affidabilità. La sfida resta aperta soprattutto nel garantire risposte precise e contestualmente ancorate a fonti verificabili, elemento cruciale per ambiti come medicina, finanza e diritto. Lo studio sottolinea, quindi, che l’adozione di questi modelli richiede una consapevolezza rigorosa dei loro limiti intrinseci e una gestione prudente nelle applicazioni critiche.
criticità nella gestione delle risposte e implicazioni per l’affidabilità
Uno degli aspetti più delicati emersi dallo studio concerne la modalità con cui i modelli formulano le risposte, spesso con un livello di sicurezza che non corrisponde alla loro reale accuratezza. Questo fenomeno, noto come “allucinazione” nei chatbot, rappresenta un rischio concreto, poiché induce l’utente a interpretare come veritiere informazioni in realtà errate o inattendibili. Tale problematica si accentua nei contesti in cui le risposte devono basarsi su dati esterni verificabili, poiché la mancanza di rispettosi meccanismi di grounding mina la fiducia nell’intero sistema.
Inoltre, la gestione delle risposte multimodali appare particolarmente critica: in presenza di tabelle, grafici o immagini, i modelli mostrano una significativa difficoltà nell’interpretazione e nell’integrazione delle informazioni, spesso producendo output incoerenti o incompleti. Questa limitazione riduce drasticamente l’utilità pratica degli LLM in ambiti professionali dove la precisione visivo-testuale è indispensabile.
Gli autori dello studio suggeriscono come imprescindibile l’integrazione di sistemi di verifica umana obbligatoria e l’implementazione di guardrail più sofisticati per limitare errori e falsi positivi. Solo attraverso un approccio combinato, che preveda controllo, monitoraggio e continui audit, sarà possibile mitigare le criticità attuali e incrementare l’affidabilità delle risposte generate dai modelli AI, soprattutto nei settori altamente regolamentati.
prospettive future e raccomandazioni per l’uso responsabile degli LLM
Le prospettive future per gli Large Language Models (LLM) richiedono un approccio rigoroso e strategico per superare le attuali criticità evidenziate dai benchmark come FACTS. È fondamentale sviluppare metodologie di verifica incrociata e introdurre sistemi di audit continuo che garantiscano trasparenza e tracciabilità delle decisioni automatizzate. L’implementazione di metriche di valutazione specifiche per la capacità multimodale rappresenta una priorità, al fine di colmare il gap interpretativo tra dati testuali e visivi.
Dal punto di vista operativo, è indispensabile limitare l’autonomia degli LLM nelle applicazioni più sensibili, affidando a un controllo umano qualificato la validazione finale dei contenuti generati. Inoltre, si rende necessario ripensare la modalità con cui i modelli comunicano il proprio livello di confidenza, evitando un’eccessiva sicurezza che possa indurre in errore gli utenti. La combinazione di questi elementi contribuisce a un utilizzo più responsabile e consapevole, specialmente in ambiti normati come la finanza, la sanità e il diritto, dove l’affidabilità è imprescindibile.
La ricerca deve proseguire verso l’integrazione di sistemi ibridi che combinino AI e intelligenza umana, bilanciando efficienza e accuratezza. Solo attraverso un dialogo costante tra sviluppatori, ricercatori e utilizzatori finali sarà possibile affinare la tecnologia, riducendone i limiti strutturali e ponendo le basi per una diffusione sicura e sostenibile degli LLM nelle diverse realtà professionali.




