Fotovoltaico sentenza n. 7780/2024: il Consiglio di Stato annulla quella del Tar Puglia
Fotovoltaico e aree tutelate: il caso del Consiglio di Stato
Recentemente, un’importante decisione del Consiglio di Stato ha rimesso in discussione il verdetto del TAR della Regione Puglia riguardante un progetto di impianto fotovoltaico situato in una zona tutelata del Salento. L’area è inclusa nel Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR), il quale è finalizzato al rispetto e alla valorizzazione dei paesaggi pugliesi attraverso norme stabilite dalla Legge Regionale 7 ottobre 2009, n. 20, e dal “Codice dei beni culturali e del Paesaggio”. Nel pratico, la questione ruota attorno all’equilibrio tra la salvaguardia di ambiti di pregio storico e paesaggistico e la crescente necessità di sviluppare fonti di energia rinnovabile.
Il progetto, presentato dalla Hyperion Energy S.r.l., puntava a installare un impianto nella fascia C di un cono visuale del sud-Salento. Il TAR aveva inizialmente bocciato l’iniziativa, giustificando la decisione con la presunta incompatibilità storica rispetto alle direttive del PPTR, specificamente in relazione alle “linee guida 4.4.1”. Tuttavia, il Consiglio di Stato ha annullato tale diniego, aprendo la strada a nuove possibilità per le installazioni di fonti energetiche rinnovabili anche inaree storicamente protette.
Questa sentenza, identificata come n. 7780/2024, rappresenta non solo un passo avanti per la società richiedente, ma anche un potenziale punto di riferimento per altre istanze analoghe in futuro. Con tali sviluppi, si assiste a una reinterpretazione delle normative paesaggistiche, permettendo di gestire con maggior flessibilità le richieste di installazione di impianti FER, pur mantenendo la tutela dell’integrità paesaggistica.
La sentenza del Consiglio di Stato
Con la sentenza n. 7780/2024, il Consiglio di Stato ha preso una posizione decisiva riguardo alla questione dell’installazione dei pannelli fotovoltaici nelle aree protette. Questo intervento giurisprudenziale ha ribaltato la decisione del TAR Puglia, che aveva negato il permesso di realizzare un impianto fotovoltaico inserito nella fascia C di un cono visuale del Salento, evidenziando come le normative vigenti possano essere interpretate in un modo che contempli le esigenze di sviluppo delle energie rinnovabili.
Il CdS ha criticato l’approccio restrittivo del TAR, sottolineando che il divieto si basava su una mera considerazione storica di incompatibilità, senza prendere in giusta considerazione le specificità del progetto e le normative emergenti a favore delle fonti rinnovabili. Questo pronunciamento è significativo, in quanto consente una rivalutazione delle linee di guida già esistenti, suggerendo che l’interferenza con le fasce B e C del PPTR non debba essere vista come un ostacolo inammovibile, ma come un aspetto da considerare nel contesto più ampio delle esigenze energetiche ecologiche.
Con tale decisione, il Consiglio di Stato evidenzia anche l’importanza di operare un bilanciamento tra la tutela dei beni paesaggistici e l’urgenza di rispondere alla crescente domanda di energia rinnovabile. La sentenza rappresenta quindi un precedente importante, capace di influenzare future deliberazioni riguardanti progetti simili in aree soggette a vincoli paesaggistici. In un periodo di transizione energetica, questa sentenza offre una nuova interpretazione delle normative, ponendo un interrogativo centrale: come garantire un avanzamento sostenibile, senza sacrificare il patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese?
I principi del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale
Il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) della Puglia si propone di articolare un quadro normativo che vincoli le trasformazioni del territorio rispettando e tutelando i valori paesaggistici, storici e culturali. Il PPTR, in particolare, si fonda sull’obiettivo di preservare l’equilibrio tra sviluppo umano e conservazione dei patrimoni naturali e culturali, conformandosi alle determinazioni della Legge Regionale 20 del 2009 e del “Codice dei beni culturali e del Paesaggio”. Le direttive espresse nel Piano mirano a promuovere un uso sostenibile delle risorse, indirizzando politiche di tutela e valorizzazione.
Tra i principi cardine del PPTR spiccano la valorizzazione della biodiversità, la protezione dei panorami e delle identità culturali, e l’integrazione delle politiche ambientali con quelle di sviluppo economico. A tal fine, il Piano stabilisce zone differenziate, ciascuna con propri livelli di tutela e modalità di sviluppo. In particolare, le fasce A, B e C dei coni visuali, che delimitano le visibilità dei paesaggi tutelati, sono oggetto di attenzione nella valutazione della compatibilità delle attività umane, inclusi i progetti di energie rinnovabili.
L’adeguatezza e la qualità degli interventi progettuali nelle aree tutelate devono, pertanto, essere rapportate ai principi del PPTR, che richiedono un’accurata analisi dei contesti locali e delle specificità artistiche e storiche. Il PPTR promuove anche la partecipazione degli attori locali nel processo di pianificazione, assicurando che le scelte operative non siano imposte, ma piuttosto frutto di un confronto aperto e costruttivo con le comunità. In tal modo, si mira a garantire un’adeguata sintesi tra le esigenze di conservazione e quelle di sviluppo, sostenendo la transizione energetica attraverso un approccio consapevole e rispettoso delle peculiarità del territorio.
Le ragioni della società installatrice
Il Consiglio di Stato ha accolto le argomentazioni fornite dalla Hyperion Energy S.r.l. in merito alla realizzazione dell’impianto fotovoltaico nel Salento, affermando che le effettive caratteristiche delle fasce B e C dei coni visuali del PPTR non debbano essere interpretate come barriere insormontabili all’implementazione di progetti di energie rinnovabili. Tale decisione ha messo in luce una nuova interpretazione delle normative esistenti, riconoscendo che le linee guida che regolano la compatibilità paesaggistica, in particolare il paragrafo 4.4.1 del PPTR, non debbano essere interpretate come divieti assoluti, ma come normative da valutare in relazione al contesto specifico.
La Hyperion Energy S.r.l. ha sostenuto che l’installazione proposta non rappresentava una minaccia per l’integrità paesaggistica dell’area interessata, ma piuttosto un’opportunità per contribuire alla transizione energetica, in linea con le normative europee finalizzate a promuovere l’uso delle fonti rinnovabili. Inoltre, la società ha evidenziato come l’analisi dell’impatto visivo dell’impianto dovesse considerare non solo gli aspetti estetici, ma anche i benefici ambientali e sostenibili dell’investimento.
Il Consiglio di Stato ha sottolineato che l’interferenza con le fasce protette non deve condurre automaticamente a una negazione delle autorizzazioni, ma necessita di una valutazione ponderata che prenda in considerazione l’interesse pubblico e le specifiche esigenze ambientali. In tal senso, il CdS ha rimarcato che l’amministrazione competente è tenuta a un’analisi che bilanci le ragioni del progetto con la necessità di proteggere i valori paesaggistici, instaurando un dialogo tra sviluppo e tutela. Questa sentenza invita a un ripensamento delle modalità con cui si approcciano le installazioni nelle aree tutelate, promuovendo una visione più flessibile e dinamica delle normative vigenti.
Implicazioni per le future installazioni di energie rinnovabili
La recente sentenza del Consiglio di Stato apre nuovi scenari per le installazioni di impianti da fonti rinnovabili in aree storicamente protette. La decisione di ribaltare il diniego del TAR Puglia delinea un percorso più favorevole per le richieste di autorizzazione nel contesto del ricorso alle energie rinnovabili, parti fondamentali della transizione ecologica in corso. Ciò potrebbe incentivare un incremento delle richieste da parte di operatori di settore, portando a una pianificazione più attenta e consapevole della distribuzione dei pannelli fotovoltaici e altre soluzioni energetiche sostenibili.
Uno degli aspetti salienti della sentenza riguarda la necessità di una revisione dell’approccio alla compatibilità paesaggistica. Con l’affermazione che le linee guida non rappresentano divieti assoluti, è evidente che il Consiglio di Stato incoraggia le amministrazioni locali a considerare non soltanto le aree protette come vincoli, ma anche come potenziali spazi di innovazione tecnologica e sviluppo sostenibile. Questa visione può stimolare sinergie tra la tutela ambientale e l’implementazione di infrastrutture verdi, promuovendo così una migliore integrazione tra i valori culturali e le esigenze energetiche.
Inoltre, l’importanza di una valutazione dettagliata dei progetti da parte delle autorità competenti emerge come un principio fondamentale. Queste valutazioni, che dovranno essere effettuate con una prospettiva ampia e articolata, dovranno considerare un bilanciamento tra il rispetto dei paesaggi e le necessità di sviluppo. La decisione del Consiglio di Stato invita le istituzioni a sviluppare procedure più chiare e sinergiche, indirizzate non solo alla conservazione ma anche all’innovazione.
Ci si può aspettare un’evoluzione nelle normative e nelle pratiche locali riguardanti le energie rinnovabili in contesti tutelati. L’intera questione solleva interrogativi sui modelli di sviluppo sostenibile, suggerendo l’urgenza di un dibattito costante tra tutti gli attori coinvolti per trovare soluzioni che possano rispettare l’eredità storica e culturale del Paese e, al contempo, abbracciare la necessità di un futuro energetico più pulito e rinnovabile.
La valenza di precedenti giuridici
La recente decisione del Consiglio di Stato, esprimendosi in favore della Hyperion Energy S.r.l., avrà un impatto significativo sull’evoluzione delle normative riguardanti le installazioni di impianti fotovoltaici nelle aree tutelate. La sentenza n. 7780/2024 non si limita a risolvere il caso specifico del Salento, ma si configura come un importante precedente che potrebbe influenzare gli orientamenti futuri delle controversie in ambito energetico e paesaggistico in tutto il Paese.
L’interpretazione aperta delle normative da parte del CdS offre uno strumento per riconciliarsi con le sfide che la transizione ecologica pone. Considerando le fasce di tutela non come ostacoli insormontabili, ma come elementi da integrare nel processo decisionale, viene aperta la possibilità per ulteriori progetti di ottenere legittimità anche in contesti storici e paesaggistici di riferimento. Ciò implica che altre istanze legali simili potranno citare questa sentenza per giustificare l’implementazione di progetti sostenibili, creando un precedente giuridico che favorisce l’innovazione nel settore delle energie rinnovabili.
Questa valenza di “precedente vincolante” si manifesta anche in una nuova visione delle politiche relative al paesaggio e all’ambiente. L’idea che le normative, in particolare quelle delineate nel PPTR, possano essere flessibili e soggette a valutazione di contesto rappresenta un cambio di paradigma significativo nei futuri approcci progettuali. Tale visione incoraggia gli operatori a esplorare opportunità nelle aree tutelate, contribuendo a una pianificazione sostenibile che non trascura il valore culturale e paesaggistico.
La crescente giurisprudenza in favore delle energie rinnovabili potrà quindi ispirare un ripensamento delle linee guida e delle politiche locali, favorendo un dialogo costruttivo tra esigenze ambientali e sviluppo energetico. Nel panorama attuale, dove l’urgenza di adottare fonti rinnovabili è sempre più evidente, questo precedente giuridico si propone come una chiave per attivare strategie innovative e rispettose della conservazione del patrimonio storico e culturale che caratterizza il nostro Paese.