Fotocopia gratis articoli libri appunti per universitari? Da oggi si può con CopyCopy startup romana
Gli universitari sono abituati a risparmiare su tutto, dalla spesa all’abbigliamento passando per le tariffe piùconvenienti per i cellulari. Ovviamente, nel loro budget ridotto – specialmente se studiano fuori sede – devono far rientrare i costi per i libri e, se il prezzo delle nuove edizioni è troppo alto, spesso si ricorre a testi usati o a fotocopie.
Anche queste però non costano poco. Non sarebbe bello se si potessero fotocopiare testi, articoli, libri e appunti gratis? Gli studenti di Roma Tor Vergata possono farlo, grazie a CopyCopy. È una startup romana che ha pensato di inserire la pubblicità sul retro di ogni pagina copiata, in modo che il costo finale per l’utente studioso (forse) e squattrinato (sicuramente) sia pari a zero.
Come quasi tutte le startup, anche CopyCopy è nata quasi per caso sfruttando un’idea molto semplice. “Due anni fa io e mio fratello eravamo entrambi studenti e volevamo creare un servizio che aiutasse chi frequenta l’Università”, racconta Daniel Debash, fondatore dell’azienda. “Abbiamo allora iniziato a lavorare su un modo per far risparmiare il costo delle fotocopie che, secondo le nostre ricerche, supera i 300 euro l’anno a testa”.La prima, e per adesso unica, CopyCopy Station è uno spazio di pochissimi metri quadrati all’interno del campus della capitale, che ha avuto un enorme successo sin dalla sua installazione lo scorso ottobre. Settemila studenti si sono registrati tramite il tablet o il computer disponibili presso la postazione e hanno cominciato a fotocopiare il loro materiale di studio.
Lo staff di CopyCopy è composto da ex cervelli in fuga che hanno in media 25 anni, e sono rientrati di proposito per dar vita al progetto. “Tutti i soci vengono da studi in Università estere ed hanno rinunciato a posti di lavoro a tempo indeterminato in quei paesi”, continua Debash. “Grazie alle nostre esperienze abbiamo potuto mettere da parte i fondi per autofinanziare la nostra impresa e per poter sviluppare tutte le competenze, anche tecnologiche, da soli e senza affidarci a consulenti esterni se non in minima parte”.
Il buon riscontro non è arrivato soltanto dagli utenti, ma anche dagli inserzionisti, nonostante sia un periodaccio per la pubblicità. “Abbiamo circa 20 marchi medi e locali che lavorano con noi e, quando saremo più diffusi sul territorio, degli inserzionisti più grandi ci hanno già detto di essere interessati”, dice Debash. “Sono attratti dal fatto che raggiungiamo una fascia di pubblico molto specifica come quella degli studenti universitari e garantiamo un tempo di attenzione molto alto per le inserzioni: sono pubblicità presenti sul resto dei testi di studio e quindi vengono viste continuamente”.
Unico ostacolo è, come sempre in Italia, la burocrazia: “Stiamo lavorando anche al lancio in altri due paesi, e per un motivo molto semplice: in Germania si riesce a parlare con i responsabili in due giorni e in poche settimane si riesce già a partire. Qui da noi, per riceve un sì o un no, ci vogliono otto mesi”.
L’invenzione è sicuramente degna di nota e sicuramente se andrà a buon fine costituirà un valido aiuto per gli universitari che non saranno più costretti ad “accendere un mutuo” per comprare i libri su cui studiare.
In un momento in cui però il cartaceo sta cedendo il passo al digitale ci si chiede quando successo, e soprattutto, quanto a lungo possa durare questo progetto.
È infatti probabile che molti degli studenti che si approcciano per la prima volta all’università siano ormai abituati a leggere e a studiare sugli ebook, il cui costo è sicuramente più ridotto dei libri cartacei e spesso anche di quelli fotocopiati.