Fondo sovrano svizzero controindicato secondo la Banca Centrale elvetica esperta economica

Il parere della Banca Nazionale Svizzera sul fondo sovrano
La Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha espresso una netta posizione contraria all’istituzione di un fondo sovrano destinato alla gestione delle sue riserve valutarie. Barbara Janom Steiner, presidente del Consiglio della Banca, ha sottolineato che la BNS opera già con elevati standard di professionalità e rappresenta una delle banche centrali più avanzate nella gestione delle valute. L’ipotesi di incrementare i rendimenti tramite un fondo sovrano, ha affermato, comporterebbe rischi maggiori e oscillazioni più marcate nei risultati, mettendo a repentaglio la stabilità finanziaria dell’istituto.
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Nei suoi interventi a Berna, Janom Steiner ha evidenziato che i modelli di fondi sovrani adottati all’estero non sono replicabili in Svizzera, poiché in quei contesti tali fondi vengono alimentati principalmente da entrate legate alle materie prime o da surplus di bilancio, condizioni che non caratterizzano la realtà elvetica. Inoltre, ha rimarcato che le riserve valutarie non vanno considerate come un semplice risparmio, ma rappresentano uno strumento fondamentale per l’attuazione della politica monetaria della banca centrale.
Il piano di investimento richiesto da un fondo sovrano potrebbe infatti compromettere la liquidità immediata necessaria in scenari di emergenza, vincolando risorse indispensabili per interventi tempestivi. Pertanto, la creazione di un fondo sovrano limiterebbe l’accesso “illimitato” a questa liquidità, elemento imprescindibile per mantenere l’operatività e la prontezza della BNS in un contesto dinamico e complesso.
Rischi e implicazioni finanziarie di un fondo sovrano
L’istituzione di un fondo sovrano per la gestione delle riserve valutarie della Banca Nazionale Svizzera comporterebbe una serie di rischi di natura finanziaria e strutturale non trascurabili. Innanzitutto, le riserve estere della BNS sono contabilizzate in bilancio con passività corrispondenti, pertanto trasferirle in un veicolo indipendente implicherebbe un necessario finanziamento, con il rischio concreto che il governo debba indebitarsi per acquisire tali attività.
Questa dinamica verrebbe a generare una maggiore esposizione del debito pubblico, con conseguenze negative sulla sostenibilità finanziaria complessiva. La trasformazione delle riserve in un fondo sovrano comporterebbe inoltre una diluizione del livello di liquidità immediatamente disponibile, elemento essenziale per la funzione di stabilità e intervento rapido che la BNS deve garantire sul mercato valutario.
Il rischio di volatilità negli utili rappresenta un ulteriore fattore di criticità: investimenti volti a ottenere rendimenti più elevati significano accettare maggiore esposizione a oscillazioni di mercato, compromettendo la stabilità dei risultati finanziari della banca centrale. A ciò si aggiunge il pericolo concreto di una politicizzazione del fondo, che potrebbe indebolire l’autonomia decisionale della BNS e introdurre pressioni esterne sulle scelte di investimento, con possibili ripercussioni sulla gestione prudente e indipendente tradizionalmente perseguita dall’istituto.
L’indipendenza della politica monetaria e le sfide future
La libertà operativa della Banca Nazionale Svizzera nella conduzione della politica monetaria è un principio garantito dalla Costituzione Federale, che le attribuisce autonomia decisionale circa la quantità e la composizione delle riserve valutarie detenute. Limitare o vincolare l’accesso a queste risorse, ad esempio mediante un fondo sovrano, rappresenterebbe una restrizione sostanziale a questa indipendenza, minando la capacità dell’istituto di intervenire tempestivamente nei mercati in situazioni di crisi o turbolenza finanziaria.
La gestione delle riserve valutarie non è semplicemente un’attività di investimento, ma uno strumento essenziale per garantire la stabilità monetaria, la regolazione del tasso di cambio e il controllo dell’inflazione. In uno scenario economico globale caratterizzato da elevata volatilità, la capacità di disporre “senza limiti” di queste risorse si conferma cruciale per rispondere efficacemente a shock esterni e mantenere la fiducia degli operatori finanziari.
Inoltre, la creazione di un fondo sovrano solleva interrogativi pratici legati alla struttura del bilancio della BNS e ai suoi riflessi sul debito pubblico, con la necessità di un eventuale finanziamento statale per acquisire le attività trasferite. Questo scenario rischio di influire negativamente sulla percezione dell’autonomia della banca centrale, aprendo la strada a pressioni politiche in grado di comprometterne la gestione tecnica e neutrale.
Alla luce delle tensioni geopolitiche e delle incertezze sui mercati finanziari globali, la BNS sottolinea l’importanza di mantenere alte riserve di capitale e di preservare la solidità finanziaria interna. La volatilità crescente, accentuata da fattori come le decisioni tariffarie degli Stati Uniti, impone una prudenza ancora maggiore nella pianificazione strategica, rafforzando l’esigenza di salvaguardare l’indipendenza e la flessibilità operative della banca centrale.
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