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Fisco 2026 novità per contribuenti: Iva, Irpef, versamenti INPS e scadenze mese per mese

  • Redazione Assodigitale
  • 24 Dicembre 2025

Scadenze mensili e calendario fiscale 2026

Il calendario fiscale 2026 presenta scadenze mensili rigorose che coinvolgono contribuenti, autonomi, professionisti e imprese: versamenti periodici, comunicazioni all’Agenzia delle Entrate, adempimenti INPS e dichiarazioni annuali richiedono pianificazione puntuale per evitare sanzioni. Questo testo fornisce un quadro operativo mese per mese con le principali scadenze obbligatorie e i termini più rilevanti, indicando priorità e suggerimenti pratici per gestire flussi di cassa e obblighi formali nel corso dell’anno.

 

Indice dei Contenuti:
  • Scadenze mensili e calendario fiscale 2026
  • FAQ
  • Modifiche a Irpef e detrazioni per contribuenti
  • FAQ
  • Novità Iva, adempimenti e regimi speciali
  • FAQ
  • Versamenti Inps, rottamazione e strumenti di rateizzazione
  • FAQ

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Gennaio: il mese si apre con la necessità di chiudere i conti dell’anno precedente. Entro i primi giorni molti soggetti devono provvedere ai versamenti IVA e ritenute derivanti dalle liquidazioni di dicembre. I contribuenti con erario mensile devono trasmettere gli F24 e verificare gli addebiti diretti sul c/c. Per i professionisti è fondamentale predisporre la documentazione per le comunicazioni delle spese detraibili e verificare eventuali rateizzazioni residue.

Febbraio: focus sulle comunicazioni obbligatorie e sulle dichiarazioni previdenziali: il versamento dei contributi INPS per i liberi professionisti e per i commercianti/artigiani va pianificato, così come la presentazione di alcuni modelli informativi relativi a compensi e rapporti di lavoro. È il momento per aggiornare i registri IVA e verificare eventuali operazioni da annotare prima della chiusura del trimestre.

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Marzo: scadenze trimestrali e semestrali coincidono con molte scadenze per versamenti fiscali. Il pagamento delle ritenute operate nei mesi precedenti e dell’IVA trimestrale è pressante per chi non è in liquidazione mensile. In questo mese si pianificano anche i versamenti per eventuali acconti d’imposta, con particolare attenzione alle percentuali calcolate sull’imponibile dell’anno precedente.

Aprile: tradizionalmente concentrato su adempimenti legati alle dichiarazioni annuali e alla predisposizione dei documenti per il commercialista. Entro le scadenze intermedie è opportuno verificare i crediti d’imposta residui e le compensazioni su F24. Per le imprese, il mese richiede il controllo delle scadenze contributive e delle registrazioni IVA relative ai primi mesi dell’anno.

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Maggio: si intensificano i pagamenti degli acconti fiscali per persone fisiche e società. I contribuenti devono valutare la convenienza di eventuali compensazioni e, se necessario, richiedere rateizzazione per importi elevati. È il mese per verificare lo stato delle pratiche di rottamazione e per aggiornare i piani di pagamento con l’INPS.

Giugno: termine di presentazione di alcune dichiarazioni e versamenti di saldo per tributi annuali. Molte partite Iva e società affrontano la seconda ondata di scadenze per IVA e ritenute; è consigliabile gestire la liquidità per evitare differimenti non autorizzati. Per chi beneficia di regimi agevolati, giugno richiede la verifica dei requisiti per la permanenza nel regime.

Luglio: mese critico per il versamento degli acconti IRPEF e delle imposte sui redditi per alcune categorie. Le aziende programmare i pagamenti periodici e verificare le comunicazioni telematiche inviate all’Agenzia delle Entrate. È opportuno controllare la correttezza delle compensazioni effettuate via F24 e la regolarità delle deleghe di pagamento.

Agosto: spesso più leggero sul fronte adempimenti ordinari, ma non esente da scadenze per contribuenti che seguono flussi mensili. Occorre attenzione ai termini per le ritenute su compensi corrisposti a fine mese e ai versamenti contributivi per soggetti che non usufruiscono di proroghe estive. La pianificazione delle ferie non deve pregiudicare il rispetto delle scadenze.

Settembre: ripresa intensa dell’attività fiscale con scadenze importanti per saldo e acconto e per la regolarizzazione di posizioni aperte. È il momento di verificare eventuali debiti tributari e di valutare opzioni di rateizzazione o adesione a procedure agevolate. Le imprese devono consolidare i dati per la chiusura del terzo trimestre e predisporre versamenti dovuti.

Ottobre: termine per numerosi adempimenti IVA e contributivi; molte società pianificano versamenti sulle basi dei risultati del terzo trimestre. In questo mese si concretizzano anche attività di compliance come l’invio di comunicazioni annuali e la verifica dei crediti d’imposta. Occorre controllare le scadenze locali e regionali eventualmente applicabili.

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Novembre: si intensificano gli adempimenti propedeutici alla chiusura d’anno: predisposizione di bilanci, aggiornamento del registro delle fatture e controllo dei versamenti in acconto. Per i professionisti è il mese per riepilogare i compensi percepiti e programmare i pagamenti finali per l’anno. È consigliabile un controllo incrociato con il consulente per evitare errori nella compilazione dei modelli fiscali.

Dicembre: concentrazione di scadenze per versamenti di saldo e per gli ultimi adempimenti annuali. Le imprese devono registrare e contabilizzare tutte le operazioni per definire base imponibile e calcolo degli acconti futuri. È il periodo per rivedere il piano dei pagamenti e valutare interventi di ottimizzazione fiscale e previdenziale prima della chiusura dell’esercizio.

FAQ

  • Quali sono le scadenze più critiche da segnare ogni mese?

    Versamenti IVA e ritenute mensili, contributi INPS e pagamenti degli F24 sono i termini ricorrenti da monitorare per evitare sanzioni.

  • Come gestire gli acconti d’imposta?

    Calcolare gli acconti sulla base dell’imponibile dell’anno precedente e valutare l’eventuale ricorso a rateizzazione in caso di carico elevato.

  • Quando conviene compensare i crediti con gli F24?

    La compensazione è utile se i crediti sono certi e disponibili; richiede controllo formale per evitare blocchi telematici e sanzioni.

  • Quali adempimenti previdenziali sono mensili?

    I versamenti contributivi INPS per gestione separata e per artigiani/commercianti seguono scadenze periodiche da verificare in base alla cadenza scelta (mensile/trimestrale).

  • Come pianificare la liquidità per le scadenze fiscali?

    Preparare un calendario dettagliato, mantenere riserve di cassa e prevedere rateizzazioni con l’INPS o l’Agenzia delle Entrate per importi elevati.

  • È possibile ottenere proroghe o differimenti delle scadenze?

    Le proroghe sono concesse solo in casi specifici e tramite provvedimenti normativi o istanze motivate; rivolgersi al consulente per le opzioni disponibili.

Modifiche a Irpef e detrazioni per contribuenti

Modifiche a Irpef e detrazioni per contribuenti: il 2026 introduce interventi strutturali e correttivi destinati a incidere sul calcolo dell’imposta diretta e sulle detrazioni applicabili ai contribuenti: si segnalano variazioni alle aliquote, limiti di reddito per alcune agevolazioni e aggiornamenti alle detrazioni per lavoro e famiglia. Il seguente riepilogo tecnico illustra le principali novità normative e operative, con indicazioni pratiche su come valutare l’impatto sul proprio carico fiscale e sulle dichiarazioni dei redditi.

L’assetto delle aliquote IRPEF nel 2026 presenta aggiustamenti mirati a ridurre la pressione fiscale per fasce di reddito medio-basse. I contribuenti devono ricalcolare gli scaglioni e verificare la corretta applicazione delle nuove percentuali in sede di conguaglio o predisposizione del modello Redditi/730. È essenziale aggiornare i fogli di calcolo e i software di gestione paghe per evitare errori nel calcolo delle ritenute.

Le detrazioni per lavoro dipendente e per pensione subiscono restrizioni sulle condizioni di spettanza e sui tetti massimi. In particolare, vanno rivalutate le detrazioni legate alle spese documentate e ai contributi versati: i contribuenti con redditi sopra le soglie previste devono controllare la decurtazione o l’esclusione di alcune quote dalla detrazione complessiva. Si raccomanda la verifica puntuale dei requisiti reddituali prima della compilazione della dichiarazione.

Per le detrazioni per carichi di famiglia occorre aggiornare il calcolo dell’assegno per i figli a carico e delle detrazioni spettanti per coniuge. Le modifiche normative ridefiniscono limiti di reddito e criteri di compartecipazione al carico familiare: in pratica, alcuni contribuenti potrebbero vedere ridotta la detrazione o perdere il diritto al beneficio se superano le nuove soglie. E’ opportuno raccogliere la documentazione comprovante lo stato di famiglia e verificare le esclusioni previste.

Succede altresì che vengano introdotte disposizioni transitorie per gli anni d’imposta interessati dalle modifiche: queste misure richiedono attenzione alla modalità di applicazione (a partire dal 1° gennaio 2026 o con effetti sul saldo/acconto). I contribuenti che beneficiano di crediti d’imposta dovranno verificare l’ammissibilità alla compensazione e l’eventuale necessità di presentare istanze integrative o rettifiche per evitare l’annullamento di vantaggi spettanti.

Dal punto di vista operativo, i professionisti fiscali devono aggiornare le procedure di assistenza in fase di dichiarazione e predisporre check-list per verificare la spettanza delle nuove detrazioni. In presenza di redditi da lavoro autonomo o di partecipazione, occorre riconsiderare gli acconti IRPEF e pianificare eventuali versamenti integrativi. Per i contribuenti in regime di tassazione separata è necessario valutare l’impatto delle nuove aliquote su rimborsi e conguagli.

Infine, è fondamentale monitorare le circolari attuative dell’Agenzia delle Entrate e i chiarimenti ministeriali che dettaglieranno limiti, definizioni e modalità di calcolo delle detrazioni aggiornate. Conservare documentazione giustificativa e predisporre simulazioni aggiornate consentirà di evitare errori nella dichiarazione e di sfruttare correttamente le agevolazioni residue previste dalla normativa.

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FAQ

  • Quali redditi subiscono la variazione di aliquota nel 2026?

    Gli scaglioni di reddito interessati sono quelli medi: è necessario ricalcolare il proprio imponibile applicando le nuove percentuali deliberate per il 2026.

  • Come verificare la spettanza delle nuove detrazioni per lavoro?

    Controllando i limiti reddituali e la documentazione delle spese, nonché aggiornando i software di calcolo e le tabelle retributive usate per i conguagli.

  • Le detrazioni per figli a carico cambiano soglia di reddito?

    Sì: sono stati rivisti i limiti di reddito e i criteri di spettanza, con possibili riduzioni per chi supera le nuove soglie.

  • Si possono rettificare dichiarazioni già presentate per adeguarsi alle nuove regole?

    Eventuali rettifiche sono possibili nei termini previsti dalla normativa; si consiglia consulenza per valutare l’impatto sui rimborsi o sulle sanzioni.

  • Come incidono le modifiche sui conguagli in busta paga?

    I sostituti d’imposta devono applicare le nuove aliquote per i conguagli; i lavoratori devono verificare che le ritenute siano state aggiornate correttamente.

  • Dove trovare i chiarimenti ufficiali sulle nuove detrazioni?

    Sulle circolari e i provvedimenti pubblicati dall’Agenzia delle Entrate e dal Ministero dell’Economia, che precisano modalità e ambiti di applicazione.

Novità Iva, adempimenti e regimi speciali

Novità IVA, adempimenti e regimi speciali: nel 2026 il quadro IVA presenta aggiornamenti normativi e prassi operative che richiedono una ricognizione puntuale di obblighi di fatturazione, liquidazione e comunicazione. Questo segmento illustra le modifiche sostanziali ai regimi ordinari e agevolati, le novità sui documenti fiscali elettronici, le scadenze per la liquidazione e i flussi informativi verso l’Agenzia delle Entrate, nonché gli effetti sulle modalità di detrazione e rimborso dell’imposta.

Le imprese devono aggiornare i processi interni relativi all’emissione delle fatture elettroniche, considerando le precisazioni su contenuti obbligatori e codici natura per operazioni non imponibili o escluse. In particolare, è necessario verificare l’applicazione corretta dei codici per operazioni reverse charge e per quelle con aliquote ridotte, onde evitare rifiuti o rettifiche successive in fase di controllo. L’adeguamento dei software gestionali e dei registri IVA è imprescindibile per mantenere compliance.

Tra le modifiche pragmatiche, si evidenziano nuove regole per la tenuta dei registri e per le modalità di liquidazione periodica: alcune categorie possono optare per cadenze differenti o usufruire di semplificazioni temporanee, subordinatamente al rispetto di soglie di fatturato e condizioni documentali. Le imprese che operano in più Stati membri devono monitorare gli aggiornamenti sulle operazioni intracomunitarie e sugli obblighi di dichiarazione IVA-UE per evitare duplicazioni o omissioni.

I regimi speciali, inclusi quelli agevolati per le nuove iniziative imprenditoriali e il regime forfettario, richiedono attenzione alle condizioni di permanenza: limiti di ricavi e tipologie di operazioni che determinano perdita del beneficio vanno ricalcolati alla luce delle novità 2026. Chi esce dal regime agevolato deve predisporre la transizione alla contabilità ordinaria e valutare l’impatto sui crediti IVA pendenti e sulle compensazioni.

Sul fronte dei rimborsi e delle compensazioni, le disposizioni aggiornate precisano termini e documentazione necessaria per ottenere il rimborso IVA o per utilizzare il credito in compensazione tramite F24. Le istruzioni ribadiscono l’importanza della congruità dei dati trasmessi e della corrispondenza con le liquidazioni periodiche per evitare blocchi automatici delle istanze. È consigliabile predisporre pratiche di supporto amministrativo per accelerare le verifiche preventive.

I professionisti fiscali sono chiamati a fornire assistenza nelle verifiche preventive sulle operazioni a rischio di contestazione: cessioni intracomunitarie, prestazioni di servizi internazionali e operazioni miste richiedono documentazione probatoria consolidata. Inoltre, le procedure interne per la conservazione elettronica delle fatture e per l’archiviazione dei registri IVA devono rispettare i nuovi parametri tecnici indicati dall’Agenzia delle Entrate per garantire validità probatoria in caso di controllo.

FAQ

  • Quali aggiornamenti incidono sulle fatture elettroniche nel 2026?

    Variazioni su campi obbligatori e codici natura per alcune operazioni (reverse charge, esenti, non imponibili) che richiedono adeguamento dei sistemi di emissione.

  • Come cambia la gestione dei regimi speciali IVA?

    Rivedere i limiti di ricavi e le tipologie operative che determinano l’accesso o la perdita del regime agevolato e pianificare la transizione se necessario.

  • Quali controlli preventivi riducono il rischio di rifiuto dei rimborsi IVA?

    Verificare la coerenza tra liquidazioni periodiche, dichiarazioni e documentazione comprovante le operazioni; predisporre supporto documentale completo.

  • Le imprese che operano intracomunitariamente devono fare qualcosa di nuovo?

    Monitorare aggiornamenti sugli obblighi di comunicazione e assicurare correttezza delle partite IVA comunitarie e delle procedure di prova della cessione.

  • È necessario aggiornare i software gestionali per il 2026?

    Sì: adeguare i software per recepire i nuovi campi obbligatori, i codici natura aggiornati e le procedure di contabilizzazione per evitare errori nei registri IVA.

  • Quali documenti conservare per i controlli sull’IVA?

    Fatture emesse e ricevute, contratti, documentazione di trasporto per cessioni intracomunitarie e prove di pagamento; conservazione elettronica conforme alle specifiche ufficiali.

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Versamenti Inps, rottamazione e strumenti di rateizzazione

Versamenti INPS, rottamazione e strumenti di rateizzazione: il 2026 richiede ai contribuenti attenzione nella gestione dei pagamenti previdenziali e delle procedure di definizione agevolata dei debiti. Le scadenze per i versamenti INPS e le opzioni di rateizzazione influenzano flussi di cassa e piani di sostenibilità finanziaria; conoscere criteri, requisiti e modalità operative è cruciale per evitare sanzioni e preservare posizioni contributive regolari.

I soggetti obbligati a versare contributi all’INPS devono verificare con rigore le scadenze stabilite per ciascuna gestione: artigiani e commercianti, gestione separata e casse professionali seguono cadenze diverse e modalità di calcolo distinte. È indispensabile controllare la correttezza delle basi imponibili e la presenza di eventuali minimali o massimali contributivi che incidono sull’importo dovuto. Gli errori di imputazione possono generare interessi e sanzioni difficili da rivalutare.

Per i contribuenti in difficoltà finanziaria, la rottamazione e le procedure di definizione agevolata rappresentano strumenti praticabili, ma soggetti a condizioni precise. L’accesso alla rottamazione quinquies richiede il rispetto dei termini di presentazione delle istanze e la verifica della posizione debitoria complessiva: cartelle non pagate possono essere ricomprese solo se non sottoposte a precedenti procedure non sanabili. È fondamentale predisporre una ricognizione completa dei carichi per evitare l’esclusione dalla procedura.

La rateizzazione offerta dall’INPS e dall’Agenzia delle Entrate prevede piani con durate differenti e garanzie variabili: bisogna valutare l’impatto degli interessi e delle commissioni sul costo totale del debito. Per importi significativi, è consigliabile richiedere piani pluriennali che diluiscano l’onere, tenendo però presente eventuali automatismi di decadenza in caso di mancato pagamento di rate consecutive. Monitorare i termini di pagamento è essenziale per mantenere attiva la dilazione.

Chi ha aderito a forme di rateizzazione deve aggiornare tempestivamente gli F24 e le deleghe per evitare anomalie nei versamenti. Le compensazioni tra crediti e debiti contributivi richiedono attenzione: non tutte le tipologie di debito sono compensabili e alcuni crediti possono essere bloccati per controlli. È opportuno coordinare consulenza previdenziale e contabile per sfruttare correttamente le possibilità di compensazione senza incorrere in blocchi telematici.

Dal punto di vista operativo, predisporre un piano di controllo interno che monitori scadenze, importi e ricevute è la migliore pratica per evitare contenziosi. Conservare copia delle istanze di rottamazione, delle comunicazioni ricevute e delle quietanze di pagamento consente di rispondere prontamente a eventuali richieste di chiarimento dell’INPS o dell’Agenzia delle Entrate. Infine, è consigliabile valutare l’opportunità di interlocuzioni preventive con gli enti per concordare soluzioni sostenibili in caso di difficoltà persistenti.

FAQ

  • Chi può richiedere la rateizzazione dei debiti INPS?

    Possono richiederla soggetti con debiti contributivi verso l’INPS che rispettano i requisiti indicati nelle circolari; le condizioni variano in base alla gestione previdenziale.

  • Quali carichi possono rientrare nella rottamazione quinquies?

    Sono ammessi determinati carichi affidati agli agenti della riscossione entro le scadenze previste, salvo esclusioni specifiche indicate dalla normativa.

  • La compensazione tra crediti fiscali e contributivi è sempre possibile?

    No: la compensazione è soggetta a limiti e regole; alcuni crediti possono essere bloccati per verifiche o non essere ammessi alla compensazione.

  • Cosa succede in caso di mancato pagamento di una rata?

    Il rischio è la decadenza dal piano di rateizzazione, con conseguente richiesta immediata dell’intero importo residuo e applicazione di sanzioni e interessi.

  • Come verificare l’esattezza dei calcoli contributivi?

    Confrontando le comunicazioni INPS con le proprie scritture contabili e chiedendo un estratto conto contributivo aggiornato per rilevare eventuali discrepanze.

  • È utile rivolgersi a un consulente prima di aderire a una definizione agevolata?

    Sì: un professionista valuta convenienza, rischi di esclusione e impatto economico della rateizzazione, ottimizzando la scelta in base alla situazione del contribuente.

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