FireChat: sul perché non è necessario essere Always On(line)
L’introduzione ad un libro estremamente interessante (il titolo del libro è Tell Everyone. Why We Share & Why it Matters, di Alfred Hermida) dice “Stiamo condividendo più contenuti, più spesso e più velocemente che mai prima d’ora” e continua con alcuni dati che fanno sempre un certo effetto: ogni giorno, dice, su Twitter vengono inviati più di 500.000.000 di messaggi, e 800 milioni di persone costruiscono oltre 4 miliardi di storie fatte di link, fotografie e video su Facebook. Ogni minuto, 100 ore di video sono caricate su YouTube.
E’ facile, considerando questi dati, pensare che la società che si sta definendo è sempre più la società della condivisione, del continuo update, del perenne scroll della bacheca o del riaggiornamento delle Storie su Instagram o Snapchat. Tutto ci spinge in una direzione: comunicare.
Quasi a dire, se non comunichi sei tagliato fuori, se non comunichi non sei socievole, se non comunichi sei fuori dal giro. O, ancora peggio, se non comunichi sei una persona disinteressata.
Avete mai percepito la pressione di dover rispondere a un messaggio, una mail, un post, nel più breve tempo possibile? Vi siete mai sentiti persi perché, nel bel mezzo della foresta tropicale, il vostro telefono aveva perso la connessione con il 4G?
Ma soprattutto, vi siete mai chiesti perché sentite una tale pressione? Quale può essere il problema che insorge se non rispondiamo al messaggio di un amico che ci chiede qual è il miglior messicano della città o se siamo liberi per il weekend?
Se però avete questo problema esiste una App, FireChat, che vi permette di comunicare anche senza alcuna connessione Internet.
Sfruttando una tecnologia definita come mesh networking, la App fa letteralmente rimbalzare il vostro messaggio da un telefono all’altro sfruttando antenne Bluetooth e Wi-Fi finché non trova un telefono connesso dal quale inviare in modo effettivo il vostro messaggio.
Bello no? In questo modo si potranno mandare messaggi anche mentre si è in metropolitana e il telefono non prende, mentre si è in cantina a riordinare gli album di famiglia o mentre si è a cavallo di un cammello nel bel mezzo del deserto. Ma davvero c’è bisogno di essere sempre on? Sempre connessi?
In questo momento, in un’area abbastanza popolata, un messaggio di questo tipo può richiedere dai 10 ai 20 minuti per essere recapitato, il che rende la App (almeno per il momento) poco utile in momenti di emergenza o di pericolo imminente.
Ciò che la rende davvero utile è evitare di incappare in costi aggiuntivi quando si è all’estero, o se si vuole continuare a mandare messaggi mentre si è in aereo.
Sebbene la App presenti spunti di riflessione positivi sullo sviluppo delle tecnologie di comunicazione apre anche un grande dilemma sull’utilità di essere sempre e comunque reperibili e sul rapporto fra quantità e qualità della comunicazione, così come sulla qualità e precarietà delle esperienze offline.
Se da una parte è ormai riconosciuto che online e offline vivono in totale simbiosi e non si può più parlare di realtà digitale, è altrettanto vero che molte persone sentono sempre più il bisogno di passare del tempo di qualità lontano dalle tecnologie.
Essere sempre connessi, condividere ogni momento della propria vita non significa costruire una rete di relazioni o comunicazione migliore ma significa, spesso, l’impossibilità di godere appieno di un momento in cui si sta vivendo.
L’ansia di essere sempre aggiornati o in contatto con qualcuno ci impedisce di godere di momenti di concentrazione e solitudine di cui, invece, dovremmo poter usufruire. In un mondo che corre sempre più veloce, in cui siamo sempre connessi per lavoro, il vero lusso sembra sempre più poter rimanere qualche ora lontano dalle tecnologie della comunicazione o per lo meno lontano da una connessione stabile e da un wifi.
Non c’è nulla di paragonabile al vivere i momenti. Immortalarli può significare ricordarli in futuro, ma non ci sono molti ragionevoli motivi per voler condividere un’alba tropicale con un amico online nel momento esatto in cui sta accadendo. Forse sarebbe meglio condividerla prima di tutto con se stessi.
Io nel dubbio non scaricherò FireChat e cercherò di trovarmi presto in un luogo in cui la rete 4G non prenda, non esista il Wi-Fi e io possa stare solo con la musica nelle orecchie e un libro fra le mani.
Tanto poi lo sapete che nel giro di qualche giorno posto le foto su Facebook.