Se il femminismo passa anche per il mountainwear (e la sostenibilità)
Il recente workshop ha evidenziato come la sostenibilità nel mountainwear non sia solo una questione di materiali, ma un atteggiamento che abbraccia la responsabilità sociale e l’impatto ambientale dell’intero ciclo produttivo. Marchi come LaMunt, sin dall’inizio, si impegnano a implementare pratiche sostenibili in ciascuna fase della loro attività. Un esempio emblematico è rappresentato dal loro innovativo ReMOCA Pad, una imbottitura isolante realizzata utilizzando gli scarti delle pelli da sci alpinismo Pomoca, unite a fibre di poliestere riciclato. Questo approccio non solo riduce gli sprechi, ma offre anche una performance termica notevole, sfidando l’idea che la sostenibilità debba sacrificare la funzionalità. Realizzato interamente in Italia, questo materiale dimostra come la circolarità possa integrarsi nella produzione senza compromettere la qualità.
Ma non è l’unico trionfo di LaMunt nel settore sostenibile. Il marchio ha introdotto il cashmere riciclato post-industriale come imbottitura per giacche, un gesto che riduce significativamente l’impatto ambientale rispetto ai materiali tradizionali. La scelta del cashmere non è casuale: questo materiale è noto per le sue eccellenti proprietà termoregolatrici, rendendo i prodotti non solo più sostenibili, ma anche altamente performanti. Il processo inizia con il recupero degli scarti di lavorazione, trasformati in fibre sottili e mescolati con poliestere riciclato, dimostrando che il ciclo della moda può essere interrotto e ricreato per un futuro più sostenibile.
Il rifiuto da parte di LaMunt di utilizzare PFAS, sostanze chimiche pericolose comunemente impiegate nei trattamenti impermeabilizzanti, rappresenta un ulteriore passo verso la sostenibilità. L’abbandono di questi chimici, notoriamente dannosi per l’ambiente, consente al brand di offrire prodotti che non solo sono più salubri per l’ecosistema ma anche per i consumatori.
Accanto alla sostenibilità ambientale, non si può trascurare il rispetto delle condizioni di lavoro nella filiera produttiva. Martine Riblan ha illustrato come la sua azienda lavori costantemente per garantire diritti fondamentali ai lavoratori. LaMunt collabora con fornitori che si allineano al suo Codice di Condotta, il quale promuove salari equi, sicurezza sul lavoro e rispetto dei diritti umani, senza discriminazioni. La sorveglianza della filiera è assicurata attraverso audit indipendenti e organizzazioni come la Fair Wear Foundation, che verificano le condizioni di lavoro e l’aderenza agli standard ambientali e anti-corruzione.
Innovazione e sostenibilità nel mountainwear
Se il femminismo passa anche per il mountainwear (e la sostenibilità)
Il recente workshop ha evidenziato come la sostenibilità nel mountainwear non sia solo una questione di materiali, ma un atteggiamento che abbraccia la responsabilità sociale e l’impatto ambientale dell’intero ciclo produttivo. Marchi come LaMunt, sin dall’inizio, si impegnano a implementare pratiche sostenibili in ciascuna fase della loro attività. Un esempio emblematico è rappresentato dal loro innovativo ReMOCA Pad, una imbottitura isolante realizzata utilizzando gli scarti delle pelli da sci alpinismo Pomoca, unite a fibre di poliestere riciclato. Questo approccio non solo riduce gli sprechi, ma offre anche una performance termica notevole, sfidando l’idea che la sostenibilità debba sacrificare la funzionalità. Realizzato interamente in Italia, questo materiale dimostra come la circolarità possa integrarsi nella produzione senza compromettere la qualità.
Ma non è l’unico trionfo di LaMunt nel settore sostenibile. Il marchio ha introdotto il cashmere riciclato post-industriale come imbottitura per giacche, un gesto che riduce significativamente l’impatto ambientale rispetto ai materiali tradizionali. La scelta del cashmere non è casuale: questo materiale è noto per le sue eccellenti proprietà termoregolatrici, rendendo i prodotti non solo più sostenibili, ma anche altamente performanti. Il processo inizia con il recupero degli scarti di lavorazione, trasformati in fibre sottili e mescolati con poliestere riciclato, dimostrando che il ciclo della moda può essere interrotto e ricreato per un futuro più sostenibile.
Il rifiuto da parte di LaMunt di utilizzare PFAS, sostanze chimiche pericolose comunemente impiegate nei trattamenti impermeabilizzanti, rappresenta un ulteriore passo verso la sostenibilità. L’abbandono di questi chimici, notoriamente dannosi per l’ambiente, consente al brand di offrire prodotti che non solo sono più salubri per l’ecosistema ma anche per i consumatori.
Accanto alla sostenibilità ambientale, non si può trascurare il rispetto delle condizioni di lavoro nella filiera produttiva. Martine Riblan ha illustrato come la sua azienda lavori costantemente per garantire diritti fondamentali ai lavoratori. LaMunt collabora con fornitori che si allineano al suo Codice di Condotta, il quale promuove salari equi, sicurezza sul lavoro e rispetto dei diritti umani, senza discriminazioni. La sorveglianza della filiera è assicurata attraverso audit indipendenti e organizzazioni come la Fair Wear Foundation, che verificano le condizioni di lavoro e l’aderenza agli standard ambientali e anti-corruzione.
All’interno di questo contesto, l’innovazione gioca un ruolo fondamentale. LaMunt non solo ha messo in atto materiali all’avanguardia ma ha anche investito in tecnologie che promuovono una produzione più responsabile, dal design alla creazione. Questa sinergia tra sostenibilità e innovazione non è un caso isolato ma rappresenta una tendenza più ampia nel settore outdoor, dove sempre più aziende cercano di incorporare pratiche e materiali eco-compatibili nei loro processi produttivi. Ciò non solo aiuta a ridurre l’impatto ambientale, ma può anche creare nuovi posti di lavoro e opportunità nella green economy.
L’importanza della circolarità nei materiali
La circolarità nei materiali è un concetto chiave che sta guadagnando sempre più attenzione nel mondo del mountainwear. Questo approccio non solo promuove il riuso delle risorse, ma contribuisce anche a una gestione più efficiente degli scarti e a un possibile abbattimento delle emissioni di carbonio associate alla produzione. Marchi come LaMunt stanno dimostrando che è possibile integrare la circolarità nel design dei propri prodotti, combinando innovazione e sostenibilità.
Un esempio significativo risiede nell’uso di ReMOCA Pad, che è un’imbottitura innovativa e isolante realizzata con materiali riciclati provenienti da scarti di produzione. Grazie alla sinergia tra gli scarti delle pelli Pomoca e le fibre di poliestere riciclato, il brand non solo riesce a eliminare parte del rifiuto materiale, ma riesce a garantire prestazioni elevate, dimostrando che i concetti di circolarità e qualità possono convivere armoniosamente. Questo approccio rappresenta una strategia efficace per affrontare il problema dei rifiuti nell’industria della moda, che da sola è responsabile di ingenti quantità di rifiuti e inquinamento.
Oltre a ReMOCA Pad, LaMunt è pioniera nell’utilizzo di cashmere riciclato come imbottitura, un materiale che offre non solo calore, ma anche un’ottima gestione dell’umidità. La scelta di utilizzare cashmere post-industriale riduce l’impatto ambientale rispetto all’impiego di fibre nuove e, allo stesso tempo, conferisce un valore aggiunto ai prodotti. Questo processo evidenzia l’evoluzione della catena produttiva tradizionale verso un sistema più virtuoso e rigenerativo.
Essere circolari implica anche un cambiamento nella mentalità dei consumatori e dei produttori, orientato alla richiesta e all’offerta di materiali sostenibili. LaMunt non solo si impegna a sviluppare prodotti circolari, ma cerca attivamente di sensibilizzare la clientela su come le loro scelte di acquisto possano influenzare l’ambiente. Creare un ecosistema in cui i prodotti possano essere riciclati e reintrodotti nel ciclo di produzione è essenziale per promuovere un’economia realmente sostenibile.
Questo modello di circolarità si manifesta anche nel modo in cui i brand come LaMunt collaborano con altre aziende e organizzazioni per elevare gli standard di sostenibilità a livello di settore. Condividere pratiche migliori e risorse non solo accelera il cambiamento all’interno dell’industria, ma contribuisce anche a creare un ambiente in cui l’innovazione esiste in simbiosi con la responsabilità ambientale.
Impegno per il rispetto dei lavoratori
Il tema del rispetto dei lavoratori all’interno della filiera produttiva è cruciale per una visione sostenibile del mountainwear e aziende come LaMunt stanno facendo passi significativi in questa direzione. Martine Riblan, rappresentante del marchio, ha condiviso i dettagli sull’impegno costante nel monitorare e garantire che ogni parte della catena produttiva rispetti rigorosi standard di equità. LaMunt collabora esclusivamente con fornitori che aderiscono a un rigoroso Codice di Condotta, il quale promuove non solo salari dignitosi, ma anche condizioni di lavoro sicure, proteggendo i diritti umani e prevenendo ogni forma di discriminazione.
La supervisione della filiera produttiva non si limita a un semplice controllo formale; essa comprende una serie di audit svolti da terzi, che verificano l’effettiva applicazione degli standard concordati. Ciò permette di garantire che le fabbriche rispettino non solo le normative lavorative, ma anche standard ambientali e anti-corruzione. In questa ottica, LaMunt ha scelto di essere membro della Fair Wear Foundation, un’iniziativa che si propone di migliorare le condizioni di lavoro nei settori dell’abbigliamento e calzature a livello globale, assicurando che ogni lavoratore goda di diritti fondamentali e di un ambiente di lavoro umano e rispettoso.
Inoltre, la trasparenza è un valore fondamentale per il brand: LaMunt è impegnata a rendere accessibili informazioni dettagliate sulla propria filiera produttiva, garantendo così un senso di responsabilità verso i propri consumatori. Questo approccio stimola una maggiore consapevolezza da parte dei clienti, incentivando scelte d’acquisto più informate e responsabili. L’attenzione per i diritti dei lavoratori non è un atto isolato, ma un elemento integrato nella filosofia del marchio, che riconosce l’esigenza di un’economia duratura e giusta.
Il legame tra sostenibilità ambientale e giustizia sociale non può essere sottovalutato; LaMunt dimostra che l’impegno per il rispetto delle persone è altrettanto vitale quanto quello per l’ambiente. In un settore che spesso ha trascurato questi aspetti, la decisione di adottare pratiche etiche nella produzione offre un modello alternativo, in grado di attrarre una clientela sempre più sensibile alle problematiche sociali. La road map di LaMunt non si limita a ridurre l’impatto ambientale, ma include anche una visione ampia e inclusiva del valore sociale, perseguendo un cambiamento positivo sia per l’industria che per i suoi lavoratori.
L’assenza di sostanze chimiche dannose
LaMunt si distingue per la sua ferma decisione di eliminare qualsiasi utilizzo di PFAS, composti chimici noti per la loro capacità di repellenza, ma altrettanto dannosi per l’ambiente. La scelta di bandire queste sostanze è particolarmente significativa in un settore, quello del mountainwear, dove i trattamenti impermeabilizzanti possono spesso néverare l’ecosistema. Senza PFAS, LaMunt è in grado di offrire prodotti non solo rispettosi della salute del pianeta, ma anche della salute dei consumatori, i quali possono indossare le loro apparecchiature con la tranquillità che ciò implica. Inoltre, l’assenza di sostanze chimiche dannose si traduce in un minore impatto sul ciclo dell’acqua, riducendo il rischio di contaminazione e il caricamento di tossine nei corsi d’acqua e nei suoli.
L’approccio di LaMunt è un esempio di come l’industria del mountainwear possa andare oltre le consuete pratiche, abbracciando una filosofia di produzione che antepone la sostenibilità e il benessere del consumatore a pratiche più tradizionali, che richiedono l’uso di sostanze chimiche potenzialmente nocive. Ad esempio, i materiali utilizzati nei loro prodotti sono accuratamente selezionati per garantire non solo performance elevate in condizioni climatiche difficili, ma anche una completa biodegradabilità e una non tossicità per l’ecosistema circostante.
Il brand dimostra come l’innovazione possa camminare di pari passo con la salubrità ambientale, sviluppando tecniche e tessuti che, pur assicurando resistenza e affidabilità, non compromettono il futuro del pianeta. I processi produttivi, eseguiti interamente in Italia, permettono una gestione diretta della qualità e della sostenibilità, conferendo un valore aggiunto ai prodotti finiti. La decisione di non utilizzare PFAS si inserisce in un quadro più ampio di responsabilità ambientale che si traduce in una crescita dell’industria del mountainwear che si fonda su principi solidi e consapevoli.
In un’epoca in cui sempre più consumatori richiedono prodotti eco-compatibili, marchi come LaMunt non solo fanno la differenza, ma pongono anche un esempio tangibile di come l’industria possa evolversi. Non si tratta meramente di vendere prodotti, ma di promuovere un cambiamento culturale più ampio, che incoraggi scelte di acquisto orientate alla sostenibilità e alla salute del pianeta. LaMunt si configura così non solo come un marchio all’avanguardia nel mountainwear, ma come un vero pioniere di un’industria che, finalmente, sta iniziando a considerare l’impatto ambientale delle proprie scelte e azioni.
Collaborazioni e certificazioni nel settore
Un aspetto cruciale nell’ambito della sostenibilità è rappresentato dalle collaborazioni e dalle certificazioni che le aziende possono mettere in atto per garantire pratiche responsabili e trasparenti. LaMunt, in particolare, si impegna attivamente a costruire una rete di partnership che favorisca l’adozione di standard etici e sostenibili all’interno della filiera produttiva. Questa strategia non solo migliora l’immagine del marchio ma, soprattutto, contribuisce a creare un’industria outdoor più consapevole e responsabile.
Un esempio significativo è la collaborazione con la Fair Wear Foundation, un’organizzazione che monitora le condizioni di lavoro nel settore dell’abbigliamento. Grazie a questa partnership, LaMunt si assicura che i propri fornitori seguano rigidi criteri di rispetto dei diritti umani e delle normative sul lavoro. Questa iniziativa permette di garantire salari equi, condizioni di lavoro sicure e la tutela dei lavoratori in ogni fase della produzione. Gli audit indipendenti effettuati dalla Fair Wear Foundation permettono una verifica continua delle pratiche lavorative, assicurando che siano mantenuti alti standard di equità e giustizia sociale.
Inoltre, la trasparenza rappresenta un valore fondamentale per LaMunt. Il marchio si è impegnato a rendere accessibili informazioni dettagliate relative alla propria catena di approvvigionamento, il che consente ai consumatori di comprendere meglio l’origine dei prodotti e le condizioni di produzione. Questa apertura non solo costruisce fiducia tra l’azienda e i consumatori, ma incoraggia anche un dialogo più ampio sulle pratiche sostenibili nell’industria. Le consumatrici e i consumatori, così informati, possono effettuare scelte più consapevoli e responsabili.
Altre collaborazioni strategiche comprendono quelle con fornitori certificati, che utilizzano pratiche di produzione sostenibili e materiali eco-compatibili. Queste relazioni si estendono oltre il semplice approvvigionamento di materiali e includono un impegno reciproco verso l’innovazione e la sostenibilità. Lavorando insieme, le aziende possono sviluppare nuove soluzioni tecnologiche che rispondano alle sfide ambientali, creando prodotti non solo performanti, ma anche in armonia con il pianeta.
In questo scenario, le certificazioni diventano strumenti fondamentali per attestare l’impegno di LaMunt nel promuovere un cambiamento positivo. I marchi che si avvalgono di certificazioni riconosciute a livello internazionale dimostrano la volontà di rispettare determinati standard di qualità, sostenibilità e giustizia sociale. Tali certificazioni non solo trasformano le pratiche interne dell’azienda, ma fungono anche da guida per l’intero settore verso una maggiore responsabilità ambientale.
Adotterà il loro esempio anche altri marchi? LaLaMunt ha dimostrato che collaborare e certificarsi può fare la differenza, contribuendo a costruire un futuro più equo e sostenibile per l’industria outdoor e non solo.