Famiglia: ricorso legale contro l’ordinanza del Tribunale minorile per tutela dei figli
Nuova istanza e obiettivi della difesa
La difesa ha depositato una nuova istanza al Tribunale per i minorenni dell’Aquila con allegati fotografici e documentazione volta a contestare l’ordinanza che ha disposto la sospensione della responsabilità genitoriale e l’allontanamento dei minori. Nel ricorso si chiede la revisione della misura cautelare alla luce di elementi concreti che, secondo gli avvocati, ridisegnano il quadro fattuale e affermano la capacità genitoriale della coppia. L’azione punta a ottenere la riconsiderazione immediata delle condizioni di custodia, proponendo soluzioni alternative meno intrusive e chiedendo che venga valutata la coerenza delle prove acquisite in precedenza.
Indice dei Contenuti:
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Marco Femminella e Danila Solina, legali della famiglia nota come «famiglia nel bosco», hanno formulato richieste precise: la revoca o la modifica dell’ordinanza che ha sospeso la responsabilità genitoriale di Catherine Birmingham e Nathan Trevallion, la verifica della fondatezza delle informazioni che hanno portato all’allontanamento e l’esame di materiali probatori ritenuti rilevanti per ricostruire la quotidianità familiare. La strategia difensiva è improntata alla dimostrazione che le misure adottate risultano sproporzionate rispetto agli elementi concreti raccolti.
Nel testo dell’istanza si sottolinea come la decisione amministrativa e giudiziaria debba basarsi su un quadro probatorio completo e non su interpretazioni parziali. La difesa sollecita l’attivazione di verifiche integrative e l’escussione di testimoni utili a chiarire dinamiche di vita quotidiana dei minori, proponendo contesti di osservazione meno traumatizzanti e soluzioni di supporto familiare che permettano il mantenimento dei rapporti affettivi sotto opportune garanzie.
FAQ
- Che cosa chiede la nuova istanza? La revoca o la revisione dell’ordinanza che ha sospeso la responsabilità genitoriale e la riconsiderazione delle condizioni di custodia dei minori.
- Chi ha presentato il ricorso? Gli avvocati Marco Femminella e Danila Solina, difensori della famiglia interessata.
- Su quali basi si fonda la richiesta? Su nuova documentazione fotografica e sulla richiesta di rivalutazione del quadro probatorio alla luce di elementi ritenuti idonei a ridimensionare le precedenti conclusioni.
- Cosa pretende la difesa in termini di misure alternative? Soluzioni meno intrusive che consentano il mantenimento dei legami familiari con garanzie di tutela per i minori.
- Qual è l’obiettivo pratico dell’istanza? Ottenere la revisione dell’ordinanza e la riammissione di valutazioni più ampie e integrate sul caso.
- La richiesta comporta nuove verifiche? Sì: la difesa sollecita accertamenti aggiuntivi, escussione di testimoni e osservazioni mirate per valutare la vita quotidiana dei minori.
Foto e documentazione a sostegno della famiglia
Nel fascicolo allegato alla nuova istanza figurano numerose immagini che, secondo la difesa, restituiscono una rappresentazione ordinaria della vita dei minori e contrastano la narrazione che ha determinato l’allontanamento. Le fotografie documentano i tre figli — due gemelli di sei anni e la sorella maggiore di otto — in attività di routine: acquisti al supermercato, momenti di gioco in spazi pubblici e interazioni tranquille con gli adulti. I legali sottolineano che tali scatti rivelano cure quotidiane, abitudini sociali e contesti familiari riconducibili a pratiche di normale gestione domestica.
Tra le immagini depositate, una è stata richiamata con particolare insistenza: i bambini intenti a consumare un gelato con cucchiaini di plastica. Questo dettaglio viene presentato come elemento probatorio volto a smentire l’affermazione secondo cui la madre avrebbe proibito l’uso della plastica anche in ambito sanitario, circostanza che aveva assunto rilievo nelle contestazioni correlate all’episodio di intossicazione da funghi. La difesa pone l’accento sulla necessità di valutare l’insieme delle evidenze fotografiche e non estrapolare singoli fatti decontestualizzati.
I legali evidenziano altresì la funzione corroborante delle immagini rispetto ad altre fonti documentali: resoconti di terzi, annotazioni di servizi sociali e referti sanitari. Nel ricorso si richiede che il Tribunale integri la valutazione con l’analisi accurata delle fotografie, verificandone autenticità, datazione e contesto, al fine di accertare se rappresentino episodi coerenti con la quotidianità familiare o siano utilizzate in modo selettivo per costruire un quadro favorevole alla misura cautelare.
Viene inoltre chiesta la produzione di testimonianze che possano contestualizzare gli scatti — ad esempio esercenti commerciali, vicini e operatori presenti nei luoghi ripresi — per confermare la regolarità delle attività documentate e smentire letture allarmistiche. La difesa insiste sulla necessità di valutare le fotografie come elementi integrativi, non sostitutivi, del complesso probatorio, sollecitando al contempo una verifica tecnica per escludere manomissioni o alterazioni che possano incidere sulla loro attendibilità.
Contestazioni sulla valutazione del comportamento parentale
I legali contestano la valutazione del comportamento genitoriale sostenuta nel provvedimento che ha disposto l’allontanamento, sostenendo che molte delle deduzioni del Tribunale si fondano su interpretazioni parziali e non su accertamenti oggettivi. Nel ricorso si mette in rilievo come episodi isolati e rapporti conflittuali con operatori sociali siano stati letti come indici di inaffidabilità generale, senza un’analisi complessiva delle capacità genitoriali e delle condizioni materiali in cui i minori vivevano. La difesa sottolinea la necessità di distinguere tra disaccordi procedurali e comportamenti che effettivamente pregiudichino il benessere dei bambini.
Viene inoltre evidenziato che alcuni elementi utilizzati per giustificare la sospensione della responsabilità genitoriale, quali presunte restrizioni nell’uso di determinati oggetti o pratiche educative non convenzionali, non sono stati adeguatamente verificati né contestualizzati rispetto a scelte culturali o a ragioni mediche documentabili. Gli avvocati indicano come la ricostruzione probatoria abbia talvolta sovrapposto congetture a fatti accertati, determinando conclusioni che necessitano di revisione critica e integrativa.
La difesa pone inoltre l’accento sulle modalità con cui sono state interpretate le interazioni tra la madre e i servizi sociali: incomprensioni e dialoghi difficoltosi sarebbero stati trasformati in prova di cattiva collaborazione, senza considerare fattori quali stress, traumi o barriere comunicative. Si chiede quindi una valutazione più cauta dei comportamenti relazionali, accompagnata da accertamenti psicologici specifici che consentano di valutare la reale capacità genitoriale in termini funzionali e non solo formali.
Gli avvocati segnalano la necessità di esaminare la pluralità delle fonti: referti medici, dichiarazioni di testimoni, documentazione fotografica e registrazioni devono essere comparati e valutati nel loro insieme. Ogni elemento probatorio, secondo la difesa, va verificato in termini di attendibilità e coerenza cronologica per evitare che singoli episodi assumano un peso decisionale sproporzionato rispetto al complesso della vita familiare.
Consulenze, perizie e tempi processuali
La difesa ha già designato consulenti tecnici per accompagnare la fase istruttoria richiesta dal Tribunale dei minorenni, puntando su valutazioni specialistiche che possano riequilibrare l’interpretazione del quadro psicologico e relazionale della famiglia. Sono stati nominati il psichiatra Tonino Cantelmi e la psicologa Martina Aiello, professionisti incaricati di predisporre perizie di parte che andranno a integrazione degli accertamenti disposti d’ufficio. Le consulenze mireranno a valutare lo stato emotivo dei minori, la qualità delle cure prestate dai genitori e le modalità di gestione del rapporto genitore-figlio, con attenzione alle condizioni che avrebbero potuto influire sul comportamento degli adulti e dei bambini.
Nel deposito processuale la difesa richiede che le consulenze ospedaliere e le perizie psichiatriche vengano svolte in contesti che minimizzino l’impatto emotivo sui minori, prevedendo colloqui ripetuti e osservazioni in ambiente protetto. Si sollecita altresì la comparazione tra le valutazioni dei consulenti di parte e quelle degli esperti nominati dal Tribunale, per consentire un confronto tecnico sistematico sulle metodologie adottate, gli strumenti diagnostici e i criteri di interpretazione dei dati raccolti.
Il calendario processesuale indicato dall’istanza prevede perizie e visite entro il termine quadrimestrale stabilito dal giudice: i consulenti dovranno concludere le loro relazioni entro quattro mesi, periodo durante il quale sono previste audizioni, osservazioni domiciliari e raccolta di dichiarazioni testimoniali. La difesa chiede che eventuali accertamenti medici legali tengano conto della documentazione fotografica depositata e dei referti sanitari già acquisiti, affinché le conclusioni siano basate su un’integrazione completa delle fonti.
Viene sottolineata l’importanza della nomina di esperti con competenze multidisciplinari, capaci di valutare effetti psicopatologici, dinamiche parentali e condizioni ambientali. La strategia prevede anche la produzione di eventuali consulenze tecniche istruttorie di parte supplementari qualora emergano elementi non coperti dalle perizie iniziali. In chiave procedurale, la difesa insiste sulla necessità che i termini di svolgimento delle perizie siano rispettati e che ogni incontro venga verbalizzato, per garantire trasparenza e possibile verifica successiva da parte del Tribunale.
Infine, la richiesta difensiva sollecita che le risultanze peritali siano esaminate con priorità nella fase decisionale, al fine di evitare che misure cautelari prolungate si fondino su assetti probatori incompleti. L’obiettivo pratico è ottenere valutazioni tecniche che permettano di ridimensionare eventuali misure restrittive alla luce di esiti oggettivi e aggiornati, tutelando al contempo i tempi certi necessari per la conclusione delle indagini e per la decisione finale del giudice.
FAQ
- Quali consulenti sono stati nominati dalla difesa? Il psichiatra Tonino Cantelmi e la psicologa Martina Aiello sono stati incaricati di redigere perizie di parte.
- Qual è l’obiettivo delle perizie richieste? Valutare lo stato emotivo dei minori, la qualità delle cure genitoriali e le dinamiche relazionali per integrare il quadro probatorio.
- Entro quanto tempo devono essere concluse le perizie? Il Tribunale ha previsto un termine di quattro mesi per l’espletamento delle consulenze e delle relative relazioni.
- Come chiede la difesa che siano condotte le valutazioni? In contesti protetti, con colloqui ripetuti, osservazioni domiciliari e metodologie diagnostiche documentate per minimizzare l’impatto sui minori.
- Le perizie della difesa saranno confrontate con quelle del Tribunale? Sì: la difesa richiede un confronto sistematico tra le relazioni dei consulenti di parte e gli esperti nominati d’ufficio.
- Cosa pretende la difesa sulle tempistiche procedurali? Il rispetto dei termini e la priorità nell’esame delle risultanze peritali, per evitare la prolungata applicazione di misure cautelari senza elementi probatori completi.




