Evangelizzare tramite internet, la nuova missione e la nuova sfida della chiesa digitale: parola di Mons. Celli.
Correva l’anno 1963 quando Paolo VI promulgò il noto “Inter Mirifica”, decreto del Concilio Vaticano II avente per oggetto i mezzi di comunicazione sociale. Esattamente 50 anni dopo, i vescovi responsabili delle Comunicazioni Sociali delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) si riuniscono a Barcellona e riflettono sull’importanza del dialogo tra la Chiesa e i fedeli a partire dal web.
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Inizialmente, lo sbarco del Vaticano sul grande continente digitale aveva provocato considerevoli titubanze.
Ma, a distanza di poco tempo, le cose sembrano essere cambiate. Dialogare con gli uomini e le donne entrando nelle reti sociali create dalle nuove tecnologie è un “must” al quale la Chiesa pare non voler sottrarsi. A confermarlo sono le parole di mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, che, sempre a Barcellona, afferma: «La Chiesa è chiamata non ad evangelizzare Internet, ma ad evangelizzare “in” Internet».
Una sfida che la Santa Sede sta vincendo con successo, soprattutto grazie a Papa Bergoglio, il quale ogni giorno dimostra di saper mettere a frutto quell’eredità “digitale” lasciata dal predecessore Benedetto XVI.
Alle parole di mons. Celli, si aggiungono quelle di Lucio Adrian Ruiz, responsabile del Servizio Internet Vaticano, il quale, in una recente intervista a “Vaticaninsider”, ha acceso i riflettori sulla crescita esponenziale degli accessi al sistema informatico della Santa Sede negli ultimi anni.
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Dagli Stati Uniti all’Italia, dal Brasile alla Corea del Sud: i click sui portali istituzionali del Vaticano aumentano vertiginosamente.
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