Dunkirk – Il capolavoro sulla percezione del tempo di Nolan
Parto dicendoti subito che, se leggi queste righe, troverai una “fan” del regista per quanto riguarda la sua tecnica. Sono convinta che oggi di occhi bravi come i suoi non ce ne siano in giro molti e se vai a vedere un suo film non potrai sicuramente lamentarti delle basi. Insomma, siamo tutti d’accordo sul dire che vedremo un bel film. Ma Dunkirk è un capolavoro sulla percezione del tempo.
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[In questo articolo non troverai spoiler.]
Ho avuto l’opportunità di vedere questo film fra i primi fortunati e l’ho potuto gustare in IMAX 70 mm. Nolan doveva descrivere una storia epica, su una tela enorme. Ho trovato questa soluzione il modo migliore per onorare un film di una battaglia. Ma non fate l’errore di confonderlo con un film di guerra.
L’intreccio della sceneggiatura cinematografica si suddivide in tre luoghi e tre diversi periodi temporali. Abbiamo il mare con le navi, la terra con i soldati e il cielo con gli aerei. In queste tre situazioni ci ritroviamo a vivere tre linee temporali differenti: poiché nel primo caso si vive una dimensione lunga una settimana, nel secondo lunga un giorno ed infine la terza lunga un’ora.
Per Nolan, da sempre affascinato del ruolo del tempo e dello spazio all’interno dei suoi film, questo film è da tempo un cruccio. Al punto da ricreare le scene laddove sono avvenute. Quando scrivo “ricreare” intendo dire che, per esempio, la spiaggia che vedrai durante tutto il film non è in computer grafica. Nolan ha scelto di andare a Dunkirk e costruire il piccolo molo lungo circa un kilometro che per una settimana ha ospitato i soldati britannici.
Comprese le acque gelide della manica e l’atmosfera inclemente! Ricorda Fionn Whitehead “C’erano giorni quando mi sentivo molto abbattuto. Pioveva a dirotto, era gelido, il vento era forte, ed eravamo tutti zuppi, era una sensazione terribile”. Ammette. “Poi però ho realizzato che stavo vivendo esattamente quello che avevano vissuto i soldati a quel tempo. Era facile immaginare quello che provavano, mentre intorno a te la marea si sa alzando e scoppiano bombe dappertutto. E a quel tempo subentri tu: non si tratta più di recitare o seguire la sceneggiatura, bensì di vivere semplicemente la realtà circostante“.
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