Risparmiare sui viaggi in taxi grazie allo sharing

Dopo Uber, l’app per il trasporto privato che sta mettendo in agitazione i tassisti di mezzo mondo, sarebbe invece in arrivo una nuova app che, al contrario, potrebbe rivelarsi amica dei tassisti, consentendo ai passeggeri di condividere la corsa.
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Ricercatori italiani al MIT (Massachussets institute of technology) di Boston e del Cnr (Centro nazionale ricerche) hanno infatti sviluppato un algoritmo per il taxi-sharing che consente di snellire il traffico delle città, accorciando del 30% il tempo di percorrenza, oltre che ridurre le emissioni inquinanti e le tariffe delle corse.
Lo dimostra la sua applicazione sui dati Gps di oltre 150 milioni di corse di taxi nella Grande Mela, come spiega lo studio pubblicato sulla rivista Pnas (Proceedings of the national academy of sciences).
Se i passeggeri fossero disposti a tollerare non oltre 5 minuti di ritardo a corsa, quasi il 95% dei viaggi in taxi potrebbe essere condiviso. Con una combinazione ottimale di corse si potrebbe ridurre il tempo totale di viaggio del 40%, e una corrispondente quantità di emissioni di anidride carbonica e costi operativi.
“Naturalmente nessuno deve essere forzato a condividere un auto – commenta Carlo Ratti, uno degli autori dello studio – ma il nostro studio mostra cosa accadrebbe se la condivisione fosse possibile”. Con l’algoritmo i ricercatori hanno verificato la possibilità di condividere 150 milioni di corse e la fattibilità in tempo reale, usando un server per coordinare i dati da cellulari con l’app di tax sharing: è riuscito a trovare l’abbinamento ottimale per 100mila corse in un decimo di secondo.
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