Che cos’è la distimia
La distimia rappresenta una forma cronica di depressione. È un disturbo depressivo persistente che si manifesta però con sintomi meno intensi rispetto alla depressione maggiore classica. Lo psichiatra ha spiegato che c’è stato un aggiornamento, nella sua definizione: in precedenza compariva nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) come disturbo distimico. Nello specifico: “È il frutto dell’unione del disturbo distimico e del disturbo depressivo maggiore cronico della precedente versione. Questa scelta è stata fatta per riflettere meglio la natura cronica e a lungo termine della depressione in alcune persone, piuttosto che mantenere due diagnosi distinte.” La differenza principale tra le due forme è l’intensità dei sintomi. Sono più lievi nella distimia e più intensi nella forma cronica, in cui c’è un vero e proprio episodio di depressione maggiore (ovvero con sintomi più gravi).
Quello che hanno in comune è la durata: “Per entrambi un periodo di tempo esteso di almeno due anni. Durante questo periodo, la persona può non essere mai stata senza sintomi per più di due mesi consecutivi.” La prevalenza del disturbo depressivo persistente è stimata attorno al 2-5% della popolazione generale e colpisce maggiormente le donne rispetto agli uomini. Spesso l’inizio dei sintomi si verifica già nell’adolescenza o nella prima età adulta.
Sintomi e caratteristiche della distimia
Pur rappresentando una forma cronica di depressione, la distimia si manifesta con sintomi meno intensi rispetto alla depressione maggiore classica e ha una durata di almeno due anni. Nonostante questo, lo psichiatra ha specificato: “Le persone con distimia possono anche sperimentare episodi di depressione maggiore, quindi con sintomi più gravi nel corso del disturbo, una condizione definita doppia depressione.” È importante sottolineare quanto sia invalidante: “Ha un impatto dal punto di vista del funzionamento personale, sociale e relazionale e quindi una riduzione della qualità di vita.” La distimia si manifesta con umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni. Si aggiungono ai sintomi: mancanza di interesse o piacere nelle attività, scarsa autostima, difficoltà di concentrazione o di prendere decisioni, sensazione di disperazione, ridotto o aumentato appetito, disturbi del sonno (insonnia o ipersonnia), fatica o mancanza di energia.
Tra i sintomi più comuni, gli esperti segnalano anche una distorsione nella percezione del tempo, sentendosi bloccati in uno stato cronico di malinconia e difficoltà a ricordare momenti di felicità o benessere. Questa percezione può alterare la loro capacità di pianificare il futuro o di provare speranza. “È comune per i pazienti sviluppare una tendenza al rimuginio cronico, una forma di pensiero ripetitivo negativo incentrato su preoccupazioni passate o presenti,” ha aggiunto lo specialista. Questi pensieri possono contribuire a mantenere e aggravare i sintomi depressivi e a creare un ciclo difficile da rompere.
Inoltre, il Dott. Cuniberti ha sottolineato che la distimia, nonostante i sintomi meno intensi, non deve essere sottovalutata; anch’essa può portare a un notevole degrado della qualità della vita e a profili di malessere personale e relazionale. Le persone colpite spesso non si rendono conto della gravità della condizione e possono vivere per anni senza cercare un adeguato supporto o trattamento.
La distimia è cronica
Una delle caratteristiche più singolari della distimia è appunto la sua natura cronica: “Mentre la depressione maggiore classica può manifestarsi in episodi acuti, la distimia persiste per anni, spesso senza remissione completa dei sintomi”, ha affermato il Dott. Cuniberti. Andando più a fondo, si osserva che chi soffre di distimia vive un continuo stato di umore basso e una sensazione costante di tristezza o vuoto per lunghi periodi. Questa cronicità porta molti individui a considerare i sintomi come parte integrante della loro personalità o del loro modo di essere.
La condizione è talmente persistente che di frequente le persone non si rendono conto di essere depresse. Gli esperti la descrivono come un fardello silenzioso che può passare inosservato a lungo, sia dai pazienti che dai professionisti della salute. Chi vive con distimia può apparire semplicemente giù di morale o pessimista; come sottolineato dallo psichiatra, un genitore ha definito il proprio figlio malato di “tristezza leopardiana”.
A lungo termine, questa situazione di malessere cronico ha un impatto significativo sulla qualità della vita, non solo personale ma anche nelle relazioni interpersonali e nella carriera. Tra i sintomi frequentemente riportati dai pazienti, vi è anche “una distorsione nella percezione del tempo”, con la sensazione di essere bloccati in una condizione di malinconia. Questa percezione può interferire con la capacità di pianificare il futuro o di avere fiducia nel domani.
Inoltre, chi vive questa condizione tende al rimuginio cronico, un pensiero ripetitivo che si concentra su preoccupazioni passate o presenti. Questo meccanismo tende non solo a mantenere ma anche ad aggravare i sintomi depressivi. Comprendere la cronicità della distimia è essenziale per il riconoscimento e la cura di questo disturbo, poiché la sottovalutazione dei sintomi può portare a un deterioramento della condizione nel tempo.
Come si arriva alla diagnosi
Molte persone convivono con questo disturbo per anni senza ricevere una diagnosi corretta o senza cercare aiuto. “A causa della sua natura meno grave ma cronica, la distimia è spesso sottovalutata, sia dai pazienti stessi che dai medici”, spiega il Dott. Cuniberti. Talvolta, il disturbo non viene diagnosticato perché i pazienti riescono a mantenere un’apparente normalità nella loro vita quotidiana, seppur con difficoltà evidenti. Questo porta a una situazione in cui il problema permane inosservato, aumentando il rischio di sviluppare depressione maggiore nel tempo.
In effetti, la sottovalutazione della distimia può condurre a un deterioramento del quadro clinico, che può raggiungere livelli critici. Le complicazioni non si limitano al solo peggioramento della salute mentale: è possibile che i pazienti ricorrano all’uso di sostanze come tentativo di autocura, fino a sviluppare veri e propri disturbi da uso di sostanze, complicando ulteriormente il loro stato.
La diagnosi della distimia richiede un processo approfondito, che può includere colloqui clinici e strumenti valutativi specifici. Medici e psicologi devono prestare particolare attenzione ai sintomi cronici e alla storia clinica del paziente. Dopo la diagnosi, è possibile attivare interventi mirati, il cui trattamento è di solito simile a quello per la depressione maggiore. Ciò include la psicoterapia e la farmacoterapia, che possono risultare efficaci nel migliorare la qualità della vita del soggetto.
In aggiunta, è importante considerare il ruolo fondamentale di altri fattori di stile di vita. “L’esercizio fisico regolare può migliorare l’umore e ridurre i sintomi della depressione. Mangiare in modo sano e mantenere uno stile di vita equilibrato sono altrettanto cruciali per gestire i sintomi e per supportare il trattamento”, afferma lo psichiatra. Avere una rete di supporto forte e attenta può migliorare notevolmente gli esiti terapeutici, rendendo più facile affrontare il disturbo e migliorare la qualità della vita complessiva del paziente.
Trattamenti e interventi per la distimia
I trattamenti per la distimia sono simili a quelli utilizzati per la depressione maggiore e possono includere diverse forme di intervento, come la psicoterapia e la farmacoterapia. A seconda delle necessità del paziente, i professionisti della salute mentale possono consigliare un approccio personalizzato che considera le specifiche circostanze di vita e i sintomi riportati.
La psicoterapia può svolgere un ruolo cruciale nella gestione della distimia. Terapie come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) mirano a modificare i pensieri disfunzionali che alimentano la sofferenza del paziente, aiutando a sviluppare competenze per affrontare le difficoltà quotidiane. Altre forme di terapia, come la terapia interpersonale, possono focalizzarsi sulle relazioni sociali e sulle interazioni, migliorando così il supporto emotivo e le dinamiche relazionali.
In aggiunta alla terapia, la farmacoterapia può essere impiegata per alleviare i sintomi. Antidepressivi, in particolare gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), sono frequentemente utilizzati con successo nel trattamento della distimia. Tuttavia, è fondamentale che la prescrizione di farmaci avvenga sotto la supervisione di uno specialista, considerando i potenziali effetti collaterali e l’interazione con altri trattamenti in atto.
Accanto a queste terapie, è anche consigliabile prestare attenzione allo stile di vita complessivo. Attività fisica regolare ha dimostrato di migliorare l’umore e può contribuire a ridurre i sintomi depressivi. Una dieta equilibrata, associata a un sonno regolare e terapeutico, è altrettanto importante. Mantenere una rete di supporto sociale, composta da amici e familiari, può fare la differenza nel percorso di recupero, fornendo ascolto e aiuto nei momenti di difficoltà.