Numero di abbonati alla tier pubblicitaria di Disney Plus
Il numero totale di abbonati alla tier pubblicitaria di Disney Plus è stato rivelato in modo imprevisto dal CEO di Disney, Bob Iger. Durante la chiamata degli utili del quarto trimestre 2024, Iger ha comunicato che il 37% degli utenti statunitensi di Disney Plus ha scelto l’abbonamento al tariffario più economico che include pubblicità. Questo rappresenta una significativa porzione del bacino di utenti negli Stati Uniti, che conta circa 56 milioni di abbonati. A tal fine, si stima che circa 20,7 milioni di utenti statunitensi stiano utilizzando la tier pubblicitaria.
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In una panoramica globale, Iger ha aggiunto che circa il 30% degli abbonati totali a Disney Plus, che ammonta a 122,7 milioni di utenti a livello mondiale, ha attivato un account supportato da pubblicità. Ciò si traduce in circa 36,8 milioni di abbonati a livello globale per la tier pubblicitaria. Questi dati offrono uno spaccato sulla crescente popolarità di abbonamenti più accessibili che, pur comportando la visione di annunci, sono attraenti per una parte significativa della base clienti di Disney Plus.
È interessante notare come il profilo demografico degli abbonati al servizio pubblicitario di Disney Plus delinei una strategia pratica da parte dell’azienda, rendendo i contenuti più accessibili in un mercato competitivo. Bob Iger ha chiarito che non intendeva divulgare tali numeri durante la chiamata, ma l’impatto di questa informazione potrebbe rivelarsi fondamentale per comprendere la direzione futura del servizio.
Rivelazione accidentale di Bob Iger
Durante la chiamata degli utili del quarto trimestre del 2024, il CEO di Disney, Bob Iger, ha fatto una rivelazione sorprendente riguardo al numero di abbonati alla tier pubblicitaria di Disney Plus. Rispondendo a una domanda dell’analista del Wall Street Journal sulla crescita della piattaforma di streaming, Iger ha affermato che il 37% degli utenti statunitensi ha optato per l’abbonamento più economico, quello supportato da pubblicità. Inoltre, ha aggiunto che a livello globale circa il 30% degli abbonati si trova nella stessa categoria. Pur non rivelando cifre esatte, la semplice affermazione ha suscitato notevole attenzione, poiché ha fornito un quadro della penetrazione di questo modello di abbonamento.
In un momento successivo della chiamata, Iger ha inavvertitamente riconosciuto che potrebbe non aver dovuto condividere tali dati, affermando: “Non so se avessi dovuto rivelare quei numeri AVOD”, un riferimento al Video On Demand basato sulla pubblicità. Questo incidente ha messo in evidenza quanto possa essere difficile traferire le informazioni all’interno di un contesto così tecnico e competitivo, soprattutto per un leader di un impero dell’intrattenimento come Disney.
L’importanza di tali informazioni non deve essere sottovalutata. La disclosure inaspettata offre spunti preziosi per i settori finanziario e tecnologico, sottolineando la crescente accettazione degli abbonamenti supportati da pubblicità, un trend che sta riguadagnando slancio nel panorama del consumo dei media. Gli abbonamenti con pubblicità non solo consentono una maggiore accessibilità ai contenuti, ma possono anche incrementare significativamente le entrate attraverso la pubblicità stessa, in un’epoca in cui il costo dei contenuti e degli abbonamenti sta crescendo.
Analisi della percentuale di abbonati
La scoperta che il 37% degli utenti statunitensi di Disney Plus ha optato per l’abbonamento supportato da pubblicità è certamente degna di nota, poiché riflette un cambiamento nelle abitudini di consumo nel mercato dello streaming. Questo dato, rivelato inadvertitamente da Bob Iger, pone in evidenza un fenomeno in crescita e suggerisce che i consumatori possono essere sempre più aperti all’idea di contenuti più economici in cambio della visione di annunci pubblicitari. L’analisi della composizione della base di abbonati a questa tier pubblicitaria offre una visione cruciale della strategia di Disney nell’ambito della propria offerta streaming.
In effetti, il fatto che il 30% della base globale degli abbonati si trovi nella categoria “pubblicità” indicherebbe un approccio pragmatico da parte dell’azienda per massimizzare la sua portata. A fronte di una concorrenza accesa con altri servizi di streaming, l’opzione a prezzi ridotti, sebbene supportata da pubblicità, potrebbe rappresentare una strategia chiave per attrarre nuovi abbonati, in particolar modo in un contesto economico in cui le spese per servizi di intrattenimento sono sempre più scrutinati dalle famiglie.
La differenza percentuale tra gli abbonati negli Stati Uniti e a livello globale non è trascurabile. Mentre negli Stati Uniti si registra una quota più elevata di utenti attratti dalla tier pubblicitaria, ciò può essere attribuito alla familiarità del mercato americano con le opzioni di streaming ibrido, rispetto ad altre regioni dove gli abbonamenti premium senza pubblicità tendono a dominare. Questa tendenza potrebbe stimolare Disney a investire ulteriormente nel potenziamento della tier pubblicitaria, creando contenuti ad hoc per attrarre diversi segmenti di pubblico.
Inoltre, l’analisi dei dati rilasciati offre una chiara impostazione per future strategie commerciali e di marketing. Disney potrebbe decidere di intensificare le proprie campagne pubblicitarie e le collaborazioni con sponsor per espandere ulteriormente il proprio portafoglio di entrate, basandosi su queste nuove statistiche sui consumatori. L’interesse crescente per le opzioni supportate da pubblicità non solo avvantaggia gli utenti, permettendo loro di accedere a contenuti di qualità a costi inferiori, ma fornisce anche un impulso significativo per il bilancio di un gigante dell’intrattenimento come Disney.
Confronto con Netflix
Nell’attuale panorama dello streaming, il confronto tra gli abbonati alla tier pubblicitaria di Disney Plus e la loro controparte in Netflix offre spunti interessanti sulle strategie di crescita e sulla penetrazione del mercato. Sebbene Disney Plus vanti una base di utenti di 122,7 milioni a livello globale, di cui 36,8 milioni sono iscritti al piano supportato da pubblicità, Netflix ha recentemente rivelato un numero significativamente più alto di 70 milioni di abbonati alla sua tier pubblicitaria. Questo dato solleva interrogativi sulle differenze nella penetrazione e nell’attrattiva dei diversi modelli di abbonamento.
Quando si considerano le percentuali, emergono altre considerazioni. Per Netflix, il 25% circa della sua base mondiale di 282,7 milioni di utenti ha optato per l’abbonamento economico supportato da annunci, cifra che è inferiore rispetto al 30% degli abbonati globali di Disney Plus. La percentuale più alta di Disney Plus potrebbe indicare una risposta più positiva del pubblico a questo modello di prezzi più competitivi, suggerendo che la piattaforma potrebbe aver colto l’opportunità di attrarre utenti sensibili ai costi in un contesto di crescente attenzione alle spese per l’intrattenimento.
In aggiunta, va considerato che Disney sta attuando una strategia di contenuti ricca e diversificata, con successi recenti come “Inside Out 2” che potrebbero aver contribuito all’aumento degli abbonati. La combinazione di contenuti di alta qualità e opzioni economiche potrebbe rivelarsi vincente in un’industria dove la pressione sui margini di profitto e la competitività sono in costante aumento. La capacità di entrambe le piattaforme di massimizzare l’interesse da parte degli abbonati delle tier pubblicitarie dipenderà non solo dalle strategie di prezzo, ma anche dall’innovazione nella creazione di contenuti, nell’acquisizione di diritti e nell’instaurazione di partnership pubblicitarie.
Il paragone tra Disney Plus e Netflix non si limita solo ai numeri; implica anche una riflessione sulle differenze nei modelli di business e negli approcci di marketing. Mentre Netflix ha costruito un forte ecosistema attorno ai contenuti originali, Disney potrebbe puntare su un mix di contenuti storici e nuovi per attrarre i consumatori. Questa diversità di approccio potrebbe influenzare significativamente le scelte degli utenti nel corso del tempo, spingendo ulteriormente il mercato verso l’adozione di abbonamenti supportati da pubblicità.
Risultati finanziari di Disney e futuro del servizio
Nel contesto dell’analisi finanziaria di Disney, i risultati recenti hanno evidenziato una crescita sostenuta per Disney Plus, con aggiunte significative di iscritti. Nella finestra di tempo che va da luglio a ottobre, la piattaforma ha visto l’ingresso di 4,4 milioni di nuovi utenti, un dato che segna un notevole incremento. Anche il servizio Hulu ha beneficiato di questa tendenza, aggiungendo 900.000 nuovi abbonati nello stesso periodo. Queste cifre indicano una ripresa della domanda, malgrado le sfide del mercato, suggerendo che la strategia attuale sta dando i suoi frutti.
Negli ambiti del box office, Disney ha conseguito un successo straordinario. Film come “Deadpool e Wolverine” e “Inside Out 2” hanno superato il miliardo di dollari di incassi, dimostrando la forza del marchio Disney anche nel settore cinematografico. Questa sinergia tra contenuti di alta qualità e l’offerta streaming ha contribuito a creare un ecosistema più sostenibile che, potenzialmente, favorisce ulteriormente la crescita di Disney Plus.
Nonostante il buon andamento del servizio, Disney ha recentemente aumentato i prezzi degli abbonamenti per Disney Plus, Hulu e ESPN Plus, un fattore che potrebbe influenzare le scelte dei consumatori. Con l’introduzione delle misure contro la condivisione delle password e della nuova tariffa per il collegamento a Disney Plus, i costi associati all’ottenimento di un abbonamento si sono decisamente alzati. Questo scenario potrebbe portare a un incremento della domanda per la tier pubblicitaria, poiché gli utenti potrebbero cercare opzioni più accessibili in un contesto di spese crescenti.
Con il lancio del prossimo rapporto sugli utili nel primo trimestre del 2025, il settore si attenderà con interesse risultati che riflettano come questi cambiamenti abbiano impattato la base di utenti della tier pubblicitaria. La crescente sfida del mercato e l’emergente concorrenza nel segmento dello streaming renderanno cruciale per Disney adattare la propria offerta, rimanendo competitiva in un panorama in rapida evoluzione.