Digital Tax e Fair Share nel confronto UE-USA sulle nuove regole fiscali internazionali

stato attuale dell’accordo tra ue e usa
L’accordo commerciale tra Unione Europea e Stati Uniti rappresenta un importante passo nelle relazioni transatlantiche, ma non chiarisce ancora completamente le questioni relative alla Digital Tax e al fair share. La firma dell’accordo, avvenuta il 27 luglio, ha fissato un’aliquota minima del 15% sulle importazioni di quasi tutti i prodotti europei negli USA, mirando a una maggiore equità fiscale nel commercio fisico. Tuttavia, il testo firmato non affronta apertamente la tassazione dei servizi digitali, un tema cruciale per evitare squilibri tra le due sponde dell’Atlantico. Il documento ha un carattere politico e non legalmente vincolante, lasciando aperte molte interrogativi sulle future implementazioni e sulla volontà di risolvere questioni ancora irrisolte.
Indice dei Contenuti:
Il presidente statunitense ha chiarito la sua contrarietà all’introduzione di una Digital Tax, mentre dall’Europa non arrivano conferme definitive su una possibile imposizione fiscale su Big Tech. La Commissione europea mantiene una posizione di prudenza e sottolinea la sua sovranità legislativa, preannunciando ulteriori discussioni, in particolare sul fair share che potrebbe essere regolamentato tramite il prossimo Digital Networks Act. Al momento, però, nessun accordo specifico è stato raggiunto sui servizi digitali o sulle contribuzioni legate alla rete.
posizione su digital tax nel contesto europeo e americano
La questione della Digital Tax rimane uno dei nodi più complessi e controversi nelle relazioni tra Unione Europea e Stati Uniti. Mentre l’Europa spinge per una tassazione che colpisca le grandi piattaforme digitali, in gran parte statunitensi, gli Usa si mostrano fortemente contrari a qualsiasi misura che ritengono discriminatoria nei confronti delle proprie aziende tecnologiche. Nel bilancio europeo 2028-2034 non figura alcuna previsione esplicita per l’introduzione di una tassa digitale, segnale di incertezza politica e strategica sul tema.
Il surplus commerciale statunitense nei servizi digitali – stimato intorno a 109 miliardi di euro – alimenta le rivendicazioni europee per una Digital Tax che colpisca le transazioni digitali indipendentemente dalla localizzazione fisica delle imprese, spesso situate in paradisi fiscali come l’Irlanda. La posizione degli USA resta però ferma: la Digital Tax non verrà introdotta, come ribadito dal presidente Trump e rilanciato da vari portavoce americani.
In Europa, paesi come l’Italia hanno già adottato leggi specifiche, come la Digital Service Tax del 3% entrata in vigore dal 2020, ma senza un coordinamento a livello comunitario questa misura rischia di accentuare le tensioni internazionali. D’altra parte, la Commissione europea ha dichiarato che non è stata presa alcuna decisione definitiva e che la questione resterà oggetto di confronto, con l’obiettivo di trovare un equilibrio tra sovranità fiscale e rapporti commerciali transatlantici.
prospettive future per il fair share e la regolamentazione digitale
Le prospettive future riguardo al fair share e alla regolamentazione digitale restano al centro del dibattito politico tra Unione Europea e Stati Uniti, senza ancora soluzioni definitive. L’ipotesi di un contributo economico a carico delle grandi piattaforme digitali, noto come fair share, mira a compensare gli operatori di telecomunicazioni per l’uso intensivo delle infrastrutture di rete, tema di crescente rilevanza considerando l’espansione dei servizi streaming e cloud. Il Digital Networks Act, che potrebbe definire queste regole, è atteso entro fine anno, ma al momento è impossibile prevederne l’esito in modo certo.
La posizione statunitense si è mostrata contraria a qualsiasi “network usage fee” che implichi costi aggiuntivi per le Big Tech, mentre la Commissione europea ribadisce il proprio diritto sovrano a legiferare per tutelare interessi strategici e di mercato. Questa dualità di vedute lascia aperte molte incertezze sul percorso normativo e sulle possibili forme di collaborazione transatlantica.
Nonostante le rassicurazioni di non voler introdurre tali commissioni nell’accordo di luglio, il fair share rimane un tema “irrisolto” che la Commissione intende affrontare in modo autonomo, evidenziando la complessità di armonizzare le esigenze fiscali e regolamentari in un contesto digitale globale. Ogni sviluppo futuro influenzerà la capacità dell’UE di imporre regole efficaci e di garantire una redistribuzione equa dei costi e dei ricavi generati dalle piattaforme digitali.
Sostieni Assodigitale.it nella sua opera di divulgazione
Grazie per avere selezionato e letto questo articolo che ti offriamo per sempre gratuitamente, senza invasivi banner pubblicitari o imbarazzanti paywall e se ritieni che questo articolo per te abbia rappresentato un arricchimento personale e culturale puoi finanziare il nostro lavoro con un piccolo sostegno di 1 chf semplicemente CLICCANDO QUI.