DAZN e TIM sotto esame di AGCOM per l’accordo sui diritti della Serie A
Indagine di AGCOM su DAZN e TIM
Recentemente, AGCOM ha avviato un’indagine approfondita riguardante l’accordo di collaborazione tra DAZN e TIM per i diritti televisivi del campionato di Serie A. Questa iniziativa nasce con l’intento di esaminare dettagli cruciali circa l’impatto di tale intesa sulla concorrenza nel settore delle telecomunicazioni e della distribuzione di contenuti sportivi. Si sospetta che l’accordo possa aver creato condizioni sfavorevoli per altri operatori, limitando, quindi, una competizione sana e giusta.
In particolare, la preoccupazione di AGCOM si concentra sul fatto che l’accordo iniziale avesse previsto un’esclusiva per DAZN nella trasmissione delle partite. Tale limitazione ha potenzialmente impedito ad altre emittenti, come Sky, di accedere a contenuti vitali, influendo negativamente sulla diversità dell’offerta per i consumatori.
Tuttavia, va notato che nel 2022 entrambi i soggetti firmatari hanno apportato modifiche all’intesa, eliminando l’esclusiva e permettendo a DAZN di intraprendere collaborazioni con altre realtà. Nonostante ciò, l’andamento attuale della situazione suggerisce che le pratiche precedenti continueranno a essere contestate, rendendo l’outcome dell’indagine cruciale per la regolamentazione futura del mercato.
L’indagine in corso evidenzia l’importanza di mantenere una vigilanza costante sulle pratiche commerciali nel settore, garantendo che gli accordi non ledano la concorrenza e non compromettano il diritto dei clienti a una varietà di opzioni di consumo.
Dettagli dell’accordo sui diritti TV
L’accordo tra DAZN e TIM, strategicamente formulato, prevedeva l’esclusiva nella trasmissione delle partite di Serie A attraverso la piattaforma di streaming di DAZN. Questa intesa ha rappresentato un tentativo di dominare il mercato della trasmissione calcistica in Italia, escludendo di fatto operatori concorrenti come Sky. La mancanza di un accesso equo e aperto ai contenuti sportivi ha sollevato interrogativi sulla legittimità e sull’impatto di tale esclusività sulla concorrenza, creando condizioni potenzialmente lesive per il settore.
A partire dal 2022, la spinta verso un mercato più competitivo ha portato alla revisione dell’accordo. Entrambe le aziende hanno deciso, in una mossa significativa, di eliminare l’esclusività, consentendo a DAZN di stringere alleanze con altri provider e di ampliare così la propria rete di distribuzione. Questo cambiamento ha rappresentato un passo verso una maggiore inclusività nel mercato delle trasmissioni sportive, ma non ha cancellato il passato. Nonostante le modifiche, le autorità di regolazione hanno avviato un’indagine per appurare se questi passi siano stati sufficienti a conformarsi alle normative di concorrenza.
L’inchiesta non si limita solo all’esame della collaborazione tra DAZN e TIM, ma si espande a includere gli effetti collaterali che tale accordo originale ha avuto sul mercato, evidenziando la necessità di garantire che le pratiche commerciali non limitino ulteriormente la pluralità di offerte disponibili agli spettatori. Questo contesto complesso e in continua evoluzione richiederà una vigilanza attenta per assicurare che il mercato delle trasmissioni sportive resti aperto e competitivamente sano.
Sanzioni precedenti e conseguenze
Le sanzioni applicate da AGCOM a DAZN e TIM in relazione all’accordo sulle trasmissioni della Serie A sono il risultato di un’esaminazione approfondita delle loro pratiche commerciali e della loro conformità alle normative sulla concorrenza. Nel giugno 2023, l’ente ha inflitto a DAZN una multa di 7,24 milioni di euro, accusandola di aver violato le leggi antitrust. Per TIM, la sanzione ammonta a 760.000 euro. Tali misure punitive rappresentano non solo una risposta a violazioni specifiche, ma anche un forte messaggio riguardo l’importanza di mantenere un mercato equilibrato per i diritti di trasmissione sportiva.
L’analisi di AGCOM ha evidenziato come l’accordo originale, che garantiva a DAZN una posizione dominante nella trasmissione delle partite, abbia comportato un serio indebolimento della concorrenza sul mercato, limitando la capacità di operatori come Sky di competere ad armi pari. Le sanzioni quindi non si limitano a rappresentare una reazione immediata, ma sono concepite per dissuadere pratiche simili in futuro e per incentivare un ambiente commerciale più equo, benefico sia per i consumatori che per la diversità dell’offerta disponibile.
Nonostante le multe già imposte, la questione ha assunto ulteriore complessità con la successiva decisione del TAR del Lazio, che ha confermato le sanzioni ma ha anche richiesto maggiore chiarezza riguardo alla durata effettiva dell’infrazione. Questa dichiara l’esistenza di un’ulteriore indagine, che potrebbe portare a nuovi sviluppi e a possibili ulteriori misure correttive, sottolineando la delicatezza della situazione e la necessità di un attento monitoraggio delle pratiche commerciali all’interno del settore delle trasmissioni sportive.
Discrepanze sulla durata dell’infrazione
La questione della durata dell’infrazione relativa all’accordo tra DAZN e TIM si è rivelata complessa e fonte di dibattito. Nel mese di maggio 2024, il TAR del Lazio ha confermato le sanzioni già inflitte, ma ha altresì evidenziato la necessità di chiarire con precisione il periodo durante il quale si sono verificate le violazioni delle normative antitrust. Le risultanze istruttorie forniscono due intervalli temporali distinti: il primo spazia dal 27 gennaio 2021 al 4 agosto 2022, mentre il secondo si limita all’intervallo dal 1° luglio 2021 fino ad agosto dello stesso anno.
Questa ambiguità temporale ha sollevato interrogativi significativi riguardo alla corretta applicazione delle sanzioni e alla valutazione delle modalità in cui l’accordo ha influenzato il mercato. Da un lato, la prima opzione evidenzierebbe un periodo di infrazione più esteso, con conseguenze potenzialmente più gravi per entrambe le aziende in termini di responsabilità e impatto sulla concorrenza. Dall’altro, l’intervallo ridotto potrebbe attenuare l’entità delle violazioni, influenzando la strategia difensiva degli operatori coinvolti.
Inoltre, la riapertura dell’indagine come risultato della controversia sulla durata dell’infrazione ha comportato un ampliamento dello spettro di analisi, includendo anche altri operatori del mercato. Il coinvolgimento di nomi come Sky Italia, Vodafone, WindTre e altri, segnalerebbe la volontà dell’AGCOM di affrontare la questione in un contesto più ampio, esaminando eventuali ripercussioni e danni collaterali prodotti dall’accordo tra le due aziende principali.
Prospettive future e operatori coinvolti
Con l’indagine riaperta da AGCOM, si delinea un panorama incerto per DAZN e TIM, nonché per altri attori del settore della trasmissione sportiva. L’agenzia non solo sta esaminando le pratiche di collaborazione tra le due aziende, ma ha esteso l’analisi anche all’impatto complessivo sull’intero mercato, coinvolgendo una serie di operatori significativi come Sky Italia, Vodafone, WindTre, Fastweb e Iliad.
Questa più ampia indagine sarà fondamentale per chiarire se le azozioni intraprese da DAZN nel 2022, quando sono state rimosse le clausole di esclusività, siano state adeguate a ristabilire un clima di concorrenza leale all’interno del mercato. L’approccio di AGCOM sembra indicare un intento di non limitarsi a sanzionare il passato, ma di vigilare attivamente sul futuro delle pratiche commerciali nel settore delle telecomunicazioni e delle trasmissioni sportive.
I risultati di questa indagine potrebbero determinare un nuovo assetto normativo che inciderà sulle strategie commerciali di molteplici operatori. Se AGCOM determinesse che l’accordo originale ha avuto un effetto negativo prolungato sulla concorrenza, è possibile che vengano implementate misure correttive più severe, concepite per garantire che tutti gli operatori abbiano accesso equo al mercato.
Il termine di conclusione dell’indagine è fissato per il 30 giugno 2025, ma nel frattempo si susseguiranno aggiornamenti e sviluppi importanti. Pertanto, il settore rimane in attesa di chiarimenti decisivi che potrebbero non solo influenzare le due aziende direttamente coinvolte, ma anche ridefinire le dinamiche concorrenziali tra tutti gli attori dell’industria della trasmissione sportiva in Italia.