Data enrichment: il valore dei dati per le aziende e come usarli in maniera utile
Da tempo si sente parlare di Big Data e, anche se è un argomento che rimane confinato per lo più nell’ambito marketing e IT, in realtà è un tema che coinvolge diverse aziende in settori differenti e anche nella loro quotidianità. Purtroppo, c’è ancora molta poca consapevolezza sulle potenzialità offerte dai dati che abbiamo a disposizione.
Per molti persino il termine “big data” è sconosciuto o poco chiaro. Da una locuzione formata da due termini inglesi molto semplici è possibile ricavare la traduzione italiana: questa espressione significa letteralmente “grandi dati” o “grossi dati”. Questo concetto sembrerebbe subito portarci a collegarlo alla gigantesca quantità di dati che oggi circolano e che le aziende già dispongono.
In realtà è vero che i dati che oggi circolano e vengono immagazzinati in vari sistemi informativi sono in quantità abnorme. Grazie alla tecnologia e la pervasività del web oggi le persone lasciano una mole di informazioni impressionante dietro di sé. Ma come spesso accade non è solo la quantità a essere fondamentale bensì la qualità.
Siamo in possesso di dati sempre più precisi e completi. Inoltre, grazie alla tecnologia evoluta come gli algoritmi e il machine learning siamo in grado di poter analizzare i dati e trarre insights preziosi.
Un lavoro che svolto a mano sarebbe impossibile e con la tecnologia di anni fa avrebbe richiesto macchine enormi e tempi lunghi. Questa è la vera rivoluzione portata dai Big Data: ovvero la possibilità di collegare fra loro le informazioni e di integrarle e adottare modelli predittivi.
In particolare, una tecnica che si inserisce in questo frangente è il data enrichment, ovvero l’’arricchimento dei dati, che possiamo definire come la fusione dei dati di terze parti (dati che provengono da partner e provider esterni autorevoli) con il proprio database esistente, ovvero i dati dei nostri clienti di cui già disponiamo.
Sono moltissime le aziende che sfruttano questo processo per migliorare i dati che già possiedono in modo che possano prendere decisioni più consapevoli.
Spesso i dati dei clienti quando vengono raccolti e immagazzinati in un archivio centrale, spesso vengono inseriti tramite un set di dati insoddisfacente. Quello che succede spesso è che i dati memorizzati e poi estrapolati sono imprecisi, incompleti o risultano poco utili per analisi e altre attività di business intelligence.
L’arricchimento dei dati ha proprio la funzione di rendere più utili questi dati grezzi. Aggiungendo dati di una terza parte, di un provider come ad esempio BigProfiles, le aziende possono acquisire una visione più approfondita dei comportamenti dei loro clienti.
I dati arricchiti risultanti sono più dettagliati, il che consente alle imprese di personalizzare più facilmente i loro messaggi perché sanno di più sui loro clienti. Questo è il motivo per cui le pratiche di data enrichment sono fondamentali per l’obiettivo a lungo termine del marketing di poter offrire esperienze personalizzate ai consumatori.
La vera differenza nella comunicazione odierna è riuscire a intercettare davvero un target interessato e propenso all’acquisto di prodotti e servizi nel momento più indicato e con messaggi customizzati. Gli utenti sono infatti sempre più “bombardati” da messaggi pubblicitari e informazioni in ogni momento della giornata, grazie anche al fatto di essere sempre connessi e presenti nei media.
Per riuscire a catturare l’attenzione del potenziale cliente è fondamentale essere rilevanti e proporre un messaggio tailor made, ovvero che sembra essere fatto su misura per rispondere alle esigenze di quel particolare cliente.