I giapponesi e il turismo in uscita
I folti gruppi di turisti giapponesi che, macchina fotografica alla mano, invadono l’Europa, stanno scomparendo. Negli ultimi anni, il Giappone ha visto un incredibile aumento dei visitatori in ingresso, ma la stessa cosa non si può dire riguardo ai suoi cittadini che viaggiano all’estero. Il presidente dell’Associazione giapponese dei tour operator, Hiroyuki Takahashi, ha evidenziato questa tendenza preoccupante, affermando che i giapponesi hanno mostrato una diminuzione significativa nella propensione a viaggiare fuori dai confini nazionali. Secondo Takahashi, circa il 17% dei giapponesi possedeva un passaporto nel 2023, un dato allarmante, soprattutto tra i giovani che raramente hanno l’opportunità di esplorare il mondo al di fuori del Giappone.
La scarsità di turisti in uscita è un problema non solo per lo sviluppo di una mentalità globale nel paese, ma rischia di limitare anche l’evoluzione del turismo in ingresso. Senza un flusso adeguato di cittadini giapponesi che viaggiano all’estero, il turismo giapponese potrebbe perdere di slancio e opportunità. Takahashi propone un’idea audace al riguardo: il governo dovrebbe immediatamente consentire ai giovani di ottenere passaporti gratuitamente al compimento dei 18 anni. Questa misura, secondo lui, potrebbe incentivare i giovani a viaggiare e ampliare le loro esperienze al di là delle frontiere giapponesi.
Impatto del Covid-19 sulla propensione a viaggiare
Il lungo periodo della pandemia da Covid-19 ha avuto un impatto significativo sulla mentalità di viaggio dei giapponesi. Durante i picchi della crisi sanitaria, le restrizioni ai viaggi internazionali hanno costretto molti a rinunciare a esplorare località oltre i confini nazionali, creando un forte senso di insicurezza e paura nei confronti dei viaggi all’estero. Anche se le restrizioni si sono gradualmente allentate, le cicatrici mentali lasciate dalla pandemia continuano a influenzare le abitudini di viaggio.
Secondo Hiroyuki Takahashi, molti giapponesi si sono abituati a esplorare e godere delle bellezze domestiche, sviluppando una preferenza per il turismo interno rispetto a quello internazionale. Anche se il Giappone sta ricevendo un numero crescente di turisti stranieri, i suoi cittadini sembrano essere più cauti e riluttanti a tornare a viaggiare in massa come facevano prima del 2020.
Una delle conseguenze più evidenti di questo cambiamento è la crescente difficoltà di affrontare disagi e imprevisti che possono sorgere durante i viaggi. I giapponesi tendono a innervosirsi di fronte a situazioni che richiedono una gestione adattativa, come le variazioni nei regimi sanitari o le misure di restrizione in altre nazioni. Questa avversione ai rischi è amplificata dal ricordo di quanto accaduto durante la pandemia, rendendo difficile ripristinare la fiducia necessaria per viaggiare serenamente.
Inoltre, il welfare e la protezione sociale offerti in Giappone possono far apparire i viaggi all’estero come un’opzione meno desiderabile in confronto a ciò che il paese ha da offrire. La riflessione su questi aspetti risuona con l’appello di Takahashi affinché il governo giapponese incoraggi nuovamente l’esplorazione internazionale tra i suoi cittadini, proponendo riforme sia pratiche che psicologiche per rilanciare il turismo in uscita.
Cambio sfavorevole e viaggi all’estero
Uno dei fattori determinanti nel calo dei viaggiatori giapponesi all’estero è il forte cambio valutario che ha visto lo yen giapponese indebolirsi rispetto a valute come il dollaro e l’euro. Questa situazione, combinata con l’inflazione crescente in molte parti del mondo, ha reso viaggiare all’estero una scelta finanziariamente meno accessibile per molti cittadini giapponesi. Il potere d’acquisto della moneta locale si è ridotto, portando a un’inevitabile disincentivazione nel prendere decisioni di viaggio lontano da casa.
Infatti, le famiglie giapponesi si trovano a dover riconsiderare il loro budget per le vacanze, e viaggiare in paesi dove il costo della vita è alto potrebbe sembrare meno attraente. Le esperienze di viaggio che una volta erano alla portata della maggior parte dei giapponesi ora vengono percepite come troppo costose, limitando di fatto le loro opzioni di esplorazione internazionale.
In un contesto economico in cui le spese quotidiane aumentano, il viaggio all’estero viene spesso relegato a una priorità inferiore. La combinazione di questo scenario economico con le cicatrici lasciate dalla pandemia ha portato a una riflessione più profonda sulle destinazioni da scegliere, riducendo spontaneamente i flussi di turismo in uscita.
Inoltre, l’assenza di un’adeguata promozione e visibilità delle destinazioni internazionali nei media giapponesi ha contribuito ad un’ulteriore riduzione dell’interesse a viaggiare. Senza campagne mirate che stimolino e alimentino la voglia di viaggiare e la curiosità verso l’estero, è probabile che la tendenza attuale continui, causando un’ulteriore contrazione nel numero di giapponesi disposti a prendere un volo verso nuove avventure.
Statistiche e proposte per il futuro
Le statistiche relative ai viaggi all’estero dei giapponesi durante i primi sette mesi del 2024 sono preoccupanti. Secondo l’Organizzazione nazionale del turismo del Giappone (JNTO), solo 6,85 milioni di cittadini giapponesi hanno intrapreso viaggi internazionali, registrando un sensibile calo del 38,9% rispetto allo stesso periodo del 2019. Questo forte ribasso evidenzia la crescente difficoltà di ripristinare i livelli di turismo in uscita precedenti alla pandemia.
Hiroyuki Takahashi ha delineato alcune misure per affrontare questa crisi. Una proposta chiave è quella di offrire passaporti gratuiti ai giovani al compimento dei 18 anni, mirata a stimolare la loro curiosità e desiderio di esplorare il mondo. Un’iniziativa simile potrebbe non solo incentivare i viaggi all’estero, ma anche incoraggiare le aziende e le scuole a organizzare viaggi internazionali, accrescendo così le opportunità di apprendimento e integrazione globale. Takahashi ha anche suggerito l’idea di rilasciare passaporti ai ragazzi che completano la scuola media, aumentando le possibilità di organizzare viaggi di studio per gli studenti delle scuole superiori.
Essenziale è anche considerare la necessità di un cambiamento culturale più profondo. Promuovere la conoscenza dei vantaggi dei viaggi internazionali e il valore di una mentalità aperta potrebbe fornire una spinta fondamentale per riaccendere l’interesse a viaggiare. In questo contesto, il coinvolgimento di istituzioni scolastiche e media è cruciale: attraverso campagne educative e informative, si potrebbe riaccendere la voglia di avventura e scoperta tra i giovani giapponesi.
Takahashi sottolinea l’urgenza di tornare a un flusso di turismo in uscita sufficiente per giustificare l’apertura di nuove rotte aeree. Senza un numero crescente di viaggiatori giapponesi disposti a viaggiare all’estero, le compagnie aeree potrebbero non trovare sostenibile l’investimento in nuove linee che collegano il Giappone al resto del mondo.
Implicazioni per il settore turistico e compagnie aeree
La diminuzione dei turisti giapponesi in uscita ha ripercussioni significative non solo sul turismo nazionale, ma anche sul panorama delle compagnie aeree e sui mercati internazionali. Hiroyuki Takahashi ha messo in evidenza che, per le compagnie aeree straniere, l’apertura di nuove rotte verso il Giappone è condizionata dalla comprova di un traffico bidirezionale. Ciò significa che se non ci sono abbastanza giapponesi disposti a viaggiare all’estero, non ci saranno motivi sufficienti per le compagnie aeree internazionali a investire nell’espansione dei loro servizi verso il Giappone.
Questa situazione crea un circolo vizioso: meno viaggiatori in uscita possono portare a meno voli disponibili, il che a sua volta rende più difficile per i giapponesi viaggiare in modo conveniente e attraente. L’assenza di nuove rotte non solo limita le opzioni di viaggio, ma può anche influenzare negativamente i prezzi dei biglietti, rendendo il viaggio all’estero ancora più costoso e poco pratico.
Inoltre, le compagnie aeree giapponesi possono risentire della scarsità di turismo outbound, poiché la loro redditività è spesso legata alla capacità di riempire i voli. Se il numero di passeggeri giapponesi scende, è probabile che le tariffe aumentino per compensare la mancanza di domanda. Questo scenario potrebbe rendere il mercato dei voli internazionali meno attraente per i consumatori, creando un ulteriore freno ai viaggi.
Il settore turistico giapponese potrebbe sperimentare un rallentamento delle opportunità di scambio culturale e dei benefici economici associati al turismo outbound. Senza la circolazione di giapponesi all’estero, il Giappone si preclude la possibilità di un’affermazione più forte nel mercato globale del turismo, limitando così l’evoluzione di un’identità culturale internazionale e una comprensione reciproca tra i popoli. Allo stesso modo, gli scambi ed esperienze acquisite dai viaggiatori giapponesi possono arricchire il turismo in ingresso, creando un’importante sinergia tra turismo domestico e internazionale, che attualmente rischia di venire compromessa.