Creditori di FTX e il loro rimborsi insoddisfacenti
I creditori di FTX esprimono insoddisfazione per i pagamenti che riceveranno mentre l’exchange fallito si prepara a distribuire 16 miliardi USD per soddisfare i suoi prestatori.
Come riportato da BeInCrypto, i creditori di FTX riceveranno tra il 10% e il 25% delle loro cripto indietro. Notabilmente, i rimborsi verranno effettuati secondo la data della petizione, il che significa quando i prezzi delle cripto erano molto più bassi. Per metterlo in prospettiva, il prezzo di Bitcoin (BTC) era di 16.000 USD all’epoca e ora è di circa 65.000 USD.
I creditori sono contrariati dalla decisione di usare i prezzi alla data della petizione per i rimborsi. Argomentano che questo piano di riorganizzazione non compenserà completamente le loro perdite, molte delle quali includono risparmi di una vita. Diversi creditori hanno segnalato gravi conseguenze emotive, inclusi stress mentale e attacchi di panico, a seguito del crollo.
“Non capisco perché una legge non possa proteggerci noi investitori da questa truffa,” ha detto una vittima in risposta a un post dell’attivista dei creditori di FTX Sunil Kavuri.
Molte altre risposte sono seguite, riflettendo il disappunto e l’insoddisfazione dei creditori. Anche la SEC (Securities and Exchange Commission) degli Stati Uniti ha evidenziato possibili obiezioni, specialmente se l’exchange fallito decide di pagare i creditori usando stablecoin.
Le lamentele arrivano settimane dopo che FTX ed Emergent Technologies hanno concordato di assicurare 600 milioni USD in azioni di Robinhood per soddisfare i creditori. Da notare, il fondatore di FTX Sam Bankman-Fried ha cofondato Emergent Technologies.
Fluttuazioni delle criptovalute e impatto sui rimborsi
La situazione attuale dei creditori di FTX è resa ancor più complicata dalle fluttuazioni dei prezzi delle criptovalute avvenute dopo la dichiarazione di fallimento dell’exchange. Le criptovalute, tra cui Bitcoin, Ethereum e molte altre, hanno mostrato un andamento volatile che ha influito direttamente sulla percezione dei rimborsi destinati ai creditori. Infatti, l’incredibile crescita dei prezzi delle criptovalute dal momento della petizione ha sollevato interrogativi e preoccupazioni tra i creditori. Quando FTX ha dichiarato fallimento, il valore di Bitcoin si attestava a circa 16.000 USD, mentre ora ha raggiunto quasi 65.000 USD. Questo scarto di valore ha portato i creditori a ritenere ingiusto il metodo di rimborsi stabilito.
La decisione di calcolare i rimborsi in base ai valori fissati alla data della petizione ha suscitato forte disappunto, in quanto molti creditori ritengono che i loro asset dovrebbero riflettere i valori correnti. I rimborsi, fissati tra il 10% e il 25% delle criptovalute originali detenute, risultano quindi insoddisfacenti. Lamentano di non rientrare neppure parzialmente delle loro perdite e temono che le conseguenze finanziarie di tale disegno possano essere devastanti nel lungo periodo.
Inoltre, mentre la SEC ha avviato le proprie indagini sull’operato di FTX, i creditori si sentono sempre più vulnerabili. “Le fluttuazioni dei prezzi hanno reso le cose complicate. Ci basiamo su dei valori ormai superati,” afferma un credito fortemente afflitto della situazione attuale. La frustrazione è palpable poiché l’attesa per un’adeguata compensazione sembra lontana e il rischio di ulteriori perdite si fa sempre più concreto.
Conseguenze emotive per i creditori
Le ripercussioni emotive per i creditori di FTX sono state significative e devastanti. Molti di loro, colpiti dalla perdita dei loro risparmi, si trovano a dover affrontare uno stato di ansia e incertezza. A causa dei rimborsi previsti, sempre più basse rispetto a quanto inizialmente sperato, alcuni creditori stanno segnalando esperienze di stress mentale e persino attacchi di panico. “Non è solo il denaro; è il futuro che ci è stato portato via. Non so come farò ad andare avanti,” ha dichiarato una delle vittime, mettendo in evidenza la gravità della loro situazione.
Le angosce psicologiche affrontate da queste persone vanno oltre le semplici perdite finanziarie. Molti creditori hanno condiviso pubblicamente il loro stato d’animo, evidenziando che ciò che è emerso dalla vicenda FTX ha minato la loro fiducia nel sistema finanziario e nelle istituzioni che dovrebbero proteggerli. La rabbia è palpabile: “Non capisco perché una legge non possa proteggerci noi investitori da questa truffa,” ha ribadito un’altra vittima, segnalando un disagio collettivo tra coloro che hanno subito danni ingenti.
Le conseguenze superano l’ambito personale, influenzando anche le relazioni sociali e familiari. La pressione economica, combinata con l’ansia associata all’incertezza sulla risoluzione del fallimento, ha causato conflitti e tensioni in molti nuclei familiari. Alcuni creditori hanno parlato di come le loro famiglie stiano affrontando gravi difficoltà a seguito di questa crisi, portando a discussioni relative alla gestione delle finanze e all’incapacità di sostenere le spese quotidiane.
In questo contesto, la questione dei rimborsi diventa non solo un problema finanziario, ma una questione di giustizia e di vulnerabilità umana. Le testimonianze di coloro che hanno perso i loro risparmi pongono interrogativi su come il sistema possa essere riformato per prevenire situazioni simili in futuro.
Accordi tra FTX ed Emergent Technologies
Le recenti negoziazioni tra FTX ed Emergent Technologies sono state annunciate come un passo cruciale per il recupero di fondi destinati a soddisfare le esigenze dei creditori. Nel contesto di un fallimento complesso, l’accordo prevede l’acquisto di 600 milioni USD in azioni di Robinhood, una mossa strategica che mira a semplificare i rimborsi ai creditori e, allo stesso tempo, a generare liquidità necessaria per far fronte agli obblighi di FTX.
Il fondatore di FTX, Sam Bankman-Fried, ha cofondato Emergent Technologies, il che ha sollevato interrogativi sulla trasparenza dell’accordo e sulle possibili implicazioni etiche. Tuttavia, il CEO di FTX, John Ray III, ha sottolineato che gli accordi sono stati frutto di “negoziati in buona fede” e che non erano coinvolte pratiche collusive. Secondo Ray III, questo approccio mira a minimizzare le spese legali e a recuperare il massimo valore possibile per i creditori.
Nel piano di riorganizzazione, come riportato in una mozione del 6 settembre, FTX prevede di versare 14 milioni USD a Emergent per coprire spese amministrative legate all’accordo, dopo aver ritirato una petizione per reclamare 55 milioni di azioni di Robinhood e contante. Questo passo potrebbe fornire una via d’uscita per Emergent nel suo caso di fallimento ad Antigua, accelerando il processo e facilitando la ripartizione dei fondi ai creditori.
La comunità dei creditori di FTX sta osservando con attenzione questi sviluppi, consapevole che il successo di questi accordi potrebbe avere un impatto diretto sulla possibilità di recuperare somme maggiori rispetto ai rimborsi attualmente previsti, che oscillano tra il 10% e il 25% del valore iniziale dei loro investimenti. Tuttavia, resta il timore che queste operazioni possano non risolvere completamente le angustie finanziarie e emotive che i creditori hanno dovuto affrontare a seguito del crollo di FTX.
Prospettive future e piani di riorganizzazione di FTX
Le prospettive future per FTX e i suoi creditori rimangono incerte mentre l’exchange continua il suo processo di riorganizzazione. John Ray III, attuale CEO, ha dichiarato che l’obiettivo principale è massimizzare i rimborsi per i creditori, ma il cammino è complesso. I summenzionati rimborsi, fissati tra il 10% e il 25%, sono solo una parte dell’equazione, considerando le ampie perdite subite dai creditori.
In questo contesto, l’accordo con Emergent Technologies, volto a garantire più liquidità attraverso l’acquisto delle azioni di Robinhood, rappresenta un passo significativo. Tuttavia, il successo di tali manovre finanziarie dipenderà dalla volatilità continua dei mercati delle criptovalute e dalle decisioni legali che si presenteranno nel corso del processo. I creditori sono in attesa di vedere se le azioni intraprese porteranno a recuperi più elevati rispetto a quelli stimati.
La riorganizzazione di FTX non è solo un processo legale; è anche un’opportunità per ristrutturare la propria immagine e garantire una maggiore trasparenza nelle operazioni future. Ray ha sottolineato che i negoziati sono stati condotti in un’ottica di buona fede, tentando di sanare le ferite inflitte dalla fallimentare gestione precedente.
In ogni caso, la sfida sarà quella di convincere i creditori che il piano di ristrutturazione e i sforzi per recuperare i fondi siano sufficienti per ripristinare la loro fiducia. Mentre l’exchange naviga attraverso la sua crisi, le sue prospettive future sono legate non solo ai risultati finanziari, ma anche alla capacità di affrontare le giuste lamentele e le preoccupazioni emotive dei creditori, affinché possano vedere un ritorno non solo finanziario, ma anche simbolico alla normalità.