Conflitto commerciale: le strategie delle aziende svizzere per affrontare le tariffe americane

Impatto delle tariffe sul settore svizzero
Le minacce tariffarie provenienti dagli Stati Uniti, sotto l’amministrazione del Presidente Donald Trump, hanno sollevato preoccupazioni significative per le aziende svizzere. Sebbene il paese non abbia ancora subito direttamente tali misure, le incertezze stanno già influenzando le decisioni aziendali. Numerosi dirigenti hanno espresso ansia per un contesto che potrebbe alterare le dinamiche commerciali globali, potenzialmente portando a costi aggiuntivi e inefficienze operative. La confederazione ha ascoltato le lamentele del settore, evidenziando la mancanza di certezza nella pianificazione e l’impatto possibile sulle decisioni di investimento in chiave internazionale.
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Martin Hirzel, presidente di Swissmem, ha messo in evidenza le complicazioni derivanti dalla tempistica incerta tra l’annuncio degli aumenti tariffari e la loro implementazione effettiva, creano un clima di demoralizzazione (in questo senso, ha dichiarato: “Settimanali di incertezze spesso intercorrono tra l’annuncio delle tariffe e la loro entrata in vigore”). Situazioni di preoccupazione simili sono state confermate da alti dirigenti durante le recenti conferenze stampa, i quali hanno manifestato il loro timore per le conseguenze che le tariffe statunitensi potrebbero avere sul mercato globale e, di conseguenza, sulle loro attività.
Strategie delle aziende per affrontare l’incertezza
Molte aziende svizzere stanno attuando misure proattive per navigare nell’incertezza tariffaria generata dalle politiche commerciali statunitensi. Diverse strategie sono state implementate per mitigare i rischi associati a potenziali costi addizionali derivanti da nuove tariffe. Ad esempio, la compagnia tecnologica Ascom ha incrementato i livelli delle scorte per affrontare possibili interruzioni nella catena di approvvigionamento, una mossa fondamentale per garantire la continuità operativa in un contesto di crescente imprevedibilità. Anche i leader di altre aziende hanno adottato approcci simili, rivedendo le loro strategie logistiche e operative per massimizzare la resilienza.
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Secondo i dirigenti, l’obiettivo principale è garantire la stabilità economica a lungo termine. Richard Saynor, CEO di Sandoz, ha affermato che l’azienda sta pianificando di trasferire i costi aggiuntivi ai consumatori statunitensi, poiché non ha impianti di produzione negli Stati Uniti, il che la rende particolarmente vulnerabile. Questa strategia potrebbe tuttavia avere ripercussioni sui pazienti e sui professionisti del settore sanitario.
In un contesto più ampio, molte aziende svizzere confrontano costi di produzione più elevati negli Stati Uniti. Come evidenziato dal CEO del gruppo SIG, spostare la produzione nel territorio americano è spesso considerato impraticabile a causa delle spese lavorative elevate. Di conseguenza, alcune società stanno valutando l’opzione di stabilire impianti in regioni come il Messico, dove i costi operativi sono decisamente inferiori.
Opportunità e sfide nel nuovo contesto commerciale
La situazione commerciale attuale presenta una serie di opportunità e sfide per le aziende svizzere nell’era delle tariffe imposte dagli Stati Uniti. Da un lato, alcuni leader aziendali, come Stefan Paul di Kühne+Nagel, suggeriscono che ci saranno opportunità derivanti da ristrutturazioni nella filiera globale. Con l’aumento delle tensioni commerciali, paesi come l’India potrebbero diventare nuovi hub produttivi, beneficiando di un contesto di mercato favorevole, mentre le aziende svizzere si adatteranno a queste nuove dinamiche.
Le incertezze, tuttavia, non devono essere sottovalutate. Molti dirigenti avvertono che le tariffe possono generare effetti indesiderati, come l’aumento dei costi per energia e materie prime, compromettendo la redditività. Secondo Morten Wierod di ABB, la produzione locale limita l’esposizione ai cambiamenti politici, ma la necessità di ampliare la presenza negli Stati Uniti pone interrogativi su come gestire i costi addizionali. Infatti, la resilienza aziendale sarà fondamentale per rispondere a queste sfide.
Inoltre, la complessità aumentata nella supply chain potrebbe rivelarsi vantaggiosa per le aziende nel settore della logistica, dove c’è maggiore richiesta di pacchetti integrati. Conrad Keijzer di Clariant ha messo in guardia sui potenziali effetti negativi sulle vendite e sull’economia globale. Tuttavia, la chiave per navigare in questo ambiente turbolento sarà la capacità di identificare le nuove opportunità emerse tra le difficoltà, come prospettato da Magdalena Martullo-Blocher di Ems, che ha sottolineato la necessità di accordi commerciali più favorevoli e di soluzioni innovative.
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