Come utilizzare le monete elettroniche, il caso Bitcoin
In tempi di crisi è meglio fare chiarezza: cosa sono le Bitcoin? Certamente, non monete a tutti gli effetti, sebbene si definiscano cryptocurrency.
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A Napoli, nel dicembre 2012, la giunta De Magistris coniò i Napo, spendibili più o meno come buoni sconto nei supermercati o, più spesso, nelle compravendite online.
Le Bitcoin, invece, sono nate nel 2009 e hanno avuto un successo così grande da farne valere una circa 1000 dollari.
Inoltre, in tutto il mondo, il Wall Street Journal ha contato una ottantina almeno di imitazioni.
Un esempio? Il Dogecoin, con l’icona di un cane: aveva un valore di partenza di 0,00026 dollari. Ora si è assestato a 0,00099. Crescita di tutto rispetto per la finanza di questi tempi.
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Ma per gli appassionati di gatti c’è anche il Catcoin. E per quelli del pop il Coinye West.
Ora: che futuro hanno queste monete elettroniche? Sullo scambio di file sul peer-to-peer scommettono anche gli utenti dei contenuti porno con la Sexcoin, una cripto-moneta creata “allo scopo di fornire a consumatori, produttori e attori di contenuti per adulti un sistema veloce e sicuro per compiere piccole transazioni, proteggere la privacy dei clienti e potenziare i servizi a luci rosse”.
In generale, chi batte moneta elettronica sogna di creare economie digitali alternative, non soggette alle stesse leggi di quella della finanza e del mercato reale. Ma per ora è solo un’illusione pensare di arricchirsi dal nulla.
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