Un messaggio da decifrare nella sequenza del Dna. In palio un Bitcoin
Cosa unisce il Dna e i Bitcoin? Sander Wuyts si considera un “drogato di DNA” ed è un grande sostenitore della scienza e della tecnologia. Nel 2015, il professore dell’Istituto europeo di bioinformatica, Nick Goldman, ha tenuto una presentazione al World Economic Forum di Davos e ha dimostrato come il DNA fosse un metodo eccellente per archiviare i dati. Goldman afferma che il DNA può durare più a lungo delle unità thumb drive esistenti e della tecnologia di archiviazione standard odierna.
“A differenza di un memory stick, ad esempio, il DNA dura a lungo, anche dopo la morte del proprietario. È anche molto compatto: puoi immagazzinare un’infinità di informazioni in uno spazio minuscolo,” spiega Goldman.
Un messaggio nel DNA, 1 Bitcoin per chi lo individua
Dopo la presentazione Goldman ha lanciato un concorso per studenti chiamato “DNA Storage Bitcoin Challenge”. La competizione consisteva nel cercare di decifrare messaggi in una sequenza di DNA, la scadenza era il 21 gennaio 2018. Al vincitore una valuta digitale. Quando Goldman ha lanciato il concorso, un bitcoin valeva solo poche centinaia di dollari, e ora il premio per il concorso del DNA vale più di $ 11.000. Alla fine della presentazione del professore, a Davos furono distribuiti provette per campioni e le provette contenevano “le informazioni necessarie per rivendicare l’unico bitcoin”.
Bitcoin e Dna
Il giovane Wuyts era consapevole delle difficoltà della sfida ma ha deciso comunque di partecipare e ha ottenuto un campione di Dna. A spingerlo a partecipare anche il premio in palio, ovvero la criptovaluta.
“Ho scoperto la magia delle criptovalute circa sei mesi fa. Così quando ho letto il tweet ne sono stato entusiasta”, rivela Wuyts nel suo blog personale .
“Ricordo ancora me stesso annunciando a tutti i miei colleghi che dovevamo abbandonare tutto quello che stavamo facendo e iniziare a risolvere questa sfida – Ora, poco più di un mese dopo, sono lieto di annunciare che ho ottenuto uno di questi campioni, decodificato il DNA e ho ottenuto il bitcoin”.
Secondo Wuyts alcuni dei suoi colleghi hanno usato uno strumento specializzato per decifrarlo, i sequenziatori di DNA. Dopo qualche difficoltà è riuscito a decifrare il messaggio prima della scadenza. Wuyts afferma che il messaggio conteneva istruzioni su come rivendicare il bitcoin, qualche altro appunto, il logo dell’Istituto europeo di bioinformatica e uno schizzo di James Joyce. Per quanto riguarda il bitcoin, Wuyts spiega che ha intenzione di tenerlo fino al momento giusto.
Il Bitcoin che ora vale di più
“Ad essere onesti, avevo i miei dubbi sulla fattibilità dell’uso del DNA per archiviare i dati e questa sfida ha cambiato la mia opinione. Ora so bene che questa nuova tecnologia offre grandi opportunità, forse anche per le mie ricerche future” conclude Wuyts.
“Probabilmente lo venderò [il bitcoin] quando sarà il momento giusto e poi userò parte dei soldi per la mia ricerca. Con il resto del denaro ringrazierò i colleghi che mi hanno aiutato nel mio dottorato di ricerca”.