Il Codacons attacca i Bitcoin: ecco cosa succede.
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Il Codacons ha presentato un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia per chiedere di aprire indagini nei confronti del mercato dei bitcoin, nell’ipotesi che si riscontrino reati come quello di truffa aggravata e manovre speculative.
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Il Codacons (coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) è un’associazione di difesa dei consumatori e dell’ambiente nata nel 1986. In qualità di associazione consumeristica fa parte di numerose Commissioni consultive della Pubblica Amministrazione, del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti (CNCU), dell’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori (ADOC), Federconsumatori e Adusbef.
CITIAMO L’ESPOSTO
Si legge sul sito (lasciamo in maiuscolo le parti così presentate) : “Appare necessario, opportuno e doveroso che le intestate, ciascuna per proprio ambito di competenza territoriale, intervengano fattivamente e concretamente sulla notoria questione tornata prepotentemente agli onori della cronaca RELATIVAMENTE ALLA FOLLE CORSA DELLA CRIPTOVALUTA E AL MONDO DELLE MONETE VIRTUALI – bitcoin, ethereum, litecoin etc – E SE DIETRO LE FORME DI INVESTIMENTO NELLE CRIPTOVALUTE, NELLO SPECIFICO NEI BITCOIN NON POSSANO CONCRETAMENTE CELARSI SPECULAZIONI E GRANDI RISCHI E SE PIÙ CHE RIVELARSI AFFARI VANTAGGIOSI POSSANO TRASFORMARSI IN VERE E PROPRIE TRUFFE” (fonte: sito Codacons).
GLI ASPETTI NEGATIVI
Secondo questa associazione, molti sono gli aspetti negativi: il potere del piccolo risparmiatore nel determinare il prezzo sarebbe nullo in quanto sarebbero i trader sui mercati professionali a dettare le regole. Le monete alternative, come quelle virtuali, non sono legate a Stati e quindi non hanno una convenzione o un corrispettivo sottostante, non vengono garantite da niente e nessuno; né dal gettito fiscale, né dall’oro e neanche dai diritti sui beni. Il Codacons ha poi fatto riferimento agli aspetti software delle piattaforme e alla loro limitata trasparenza. Non ultimo, è stata sottolineata l’opportunità per la criminalità organizzata di nascondere o riciclare i propro guadagni illeciti.
IL SEQUESTRO DEI SITI
Il Codacons ha dunque chiesto di verificare e identificare coloro che hanno emesso i Bitcoin sul territorio nazionale, nonché i siti web e tutti coloro che commercializzano criptovalute senza fornire adeguate garanzie ed informazioni, fino a ipotizzare l’azione penale. Infine il Codacons ha chiesto il sequestro di quei siti internet che promettono ai risparmiatori guadagni mirabolanti attraverso i Bitcoin, e l’intervento dell’Antitrust per sanzionare qualsiasi forma di pubblicità ingannevole.
SONO PERICOLOSI I BITCOIN?
Non desideriamo mettere in dubbio le buone intenzioni dell’associazione che ha deciso di creare questo caso giudiziario, tuttavia non ci sembra che i bitcoin siano mai stati presentati come un investimento tranquillo, privo di rischi, adatto alle vecchiette senza cultura finanziaria. Semmai è sempre stato detto il contrario: si è sempre sottolineata la volatilità del mercato, la complessità delle blockchain e del sistema di “mining” esadecimale, l’opportunità di non concentrare investimenti in valute così anomale, al di là di importi la cui perdita totale non possa sconvolgere la vita degli investitori e delle loro famiglie.
PARLIAMO DI TUTELA DEI RISPARMIATORI
Molto peggio è stato fatto da alcune banche italiane e straniere, che negli ultimi anni hanno proprio concentrato su formule di investimento inaffidabili interi patrimoni di piccoli e medi risparmiatori, che se li sono visti soffiare sotto il naso. Chi investe in bitcoin sa bene che può perdere tutto, glielo ricordiamo ogni giorno. Ma se accede a questo tipo di mercato, è perché sa diversificare le proprie scelte e valutarne correttamente i rischi e i tempi di reazione.
Ben venga la tutela dei risparmiatori, ma non esageriamo. Ciò che chiediamo da tempo è di avere prospetti chiari in cui verificare con certezza il livello di rischio che si corre, sia che si tratti di un investimento in azioni, sia in obbligazioni, in ETF, in valute virtuali e in tutto quello che volete. Ma poi desideriamo scegliere noi che cosa fare del nostro denaro. La nuova normativa MIFID II per fortuna ci aiuta in questo senso.
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