Cocktail bar Tripstillery a Milano svela la sua collezione d’arte contemporanea
Tripstillery Art Collection: un’innovativa fusione tra arte e beverage
Elena Maccari, storica e critica d’arte di rinomata esperienza, ha creato un progetto singolare che riunisce l’arte contemporanea e il mondo della mixology. Con la Tripstillery Art Collection, Milano riceve una nuova proposta che va oltre il tradizionale concetto di cocktail bar. Questo locale rappresenta un punto d’incontro per artisti emergenti, che sono invitati a realizzare opere site-specific, trasformando così l’esperienza del cliente da un semplice consumo di drink a un’immersione nell’arte.
La collezione si distingue per il suo approccio diretto e interattivo, dove le opere d’arte non sono solo esposte, ma diventano parte integrante dell’esperienza sensoriale offerta ai visitatori. Ogni artista coinvolto collabora con il team di Tripstillery per concepire mostre che stimolino un dialogo profondo tra l’arte e il beverage, creando quindi un perfetto equilibrio tra queste due forme di espressione. La peculiarità di questo progetto risiede nella creazione di un cocktail, il TripGin, pensato per accompagnare le opere esposte, conferendo così una dimensione innovativa all’esperienza artistica.
Francesco Bonazzi, proprietario e gestore del cocktail bar, insieme a Francesco Zini, mastro distillatore, danno vita a una narrazione unica attraverso le botaniche e le distillazioni artigianali. L’idea è di elevare il gusto e le sensazioni del drink rendendolo collante della visione artistica proposta. Elena Maccari ha enfatizzato che il fine ultimo di questa iniziativa è supportare e conoscere il lavoro di artisti emergenti, ponendo le basi per un contesto vibrante di dialogo artistico.
In aggiunta alla mostrata creatività, la Tripstillery Art Collection si presenta come un laboratorio dinamico, dove l’arte viene rigenerata, in continua evoluzione tramite le esposizioni che si susseguono nel tempo. Ogni mostra personale è infatti accompagnata da una serie di eventi che mirano a coinvolgere il pubblico in un’esperienza artistica vivace e interattiva, promuovendo così non solo incontri tra artisti e visitatori, ma anche una riflessione più ampia sui temi pertinenti all’arte contemporanea e alla cultura del bere.
Gli artisti selezionati e le loro opere
La Tripstillery Art Collection vanta un roster eccezionale di talenti emergenti, ognuno con una visione artistica distintiva che promette di arricchire l’offerta culturale di Milano. Gli artisti invitati a esporre le loro opere includono Pablo Bermudez, Thomas Berra, Nicole Colombo e Agnese Guido. Questi creativi saranno protagonisti di una serie di mostre individuali, a cui si aggiungerà una collettiva finale, in un progetto curato con attenzione dalla storica dell’arte Elena Maccari.
Ogni artista è stato scelto non solo per il loro stile distintivo ma anche per la capacità di instaura un dialogo con il contesto del locale. L’approccio di ogni artista sarà supportato dal team di Tripstillery, che lavora a stretto contatto con loro per sviluppare esposizioni pensate per stimolare le sensazioni del pubblico. La particolarità di questo progetto si riflette nelle opere site-specific realizzate appositamente per l’evento, facendo dell’arte una componente viva e interattiva dell’ambiente del cocktail bar.
Pablo Bermudez, originario della Colombia, inaugurerà la serie di esposizioni dal 16 ottobre al 10 novembre 2024 con la sua opera intitolata “K_Kestine & Gintonic”. L’artista esplora la manipolazione delle immagini nei mass media, decostruendo le icone della cultura pop mediante incisioni artistiche che trasformano le copertine di riviste e fumetti. Queste opere non solo sfidano la nostra percezione, ma rimandano anche al confronto tra estetica e critica sociale.
Thomas Berra porterà il suo metodo di lavoro unico nel contesto del locale, interrogandosi su temi attuali e sperimentando con tecniche innovative. Le opere di Nicole Colombo, caratterizzate da un forte impatto visivo, offriranno uno sguardo su questioni di identità e relazioni umane. Infine, Agnese Guido presenterà lavori che interrogano il rapporto tra naturale e artificiale, utilizzando materiali riciclati per rimodellare le nostre idee di bellezza e sostenibilità.
Ogni esposizione sarà accompagnata da un’edizione limitata del TripGin, creato appositamente per riflettere la visione artistica espressa nelle opere. La collaborazione tra gli artisti e Francesco Zini, mastro distillatore, dà vita a cocktail che non solo sorprendono il palato, ma che raccontano anche una storia parallela a quella dell’arte esposta. In questo modo, l’interazione tra arte e beverage si traduce in un’esperienza multisensoriale, invitando il pubblico a riflettere e ad immergersi in un viaggio unico che va ben oltre il semplice consumo.
Un luogo di dialogo e confronto tra artisti e pubblico
La Tripstillery Art Collection si propone non solo come luogo dove l’arte è esposta, ma come una piattaforma attiva di dialogo e interazione tra artisti e pubblico. La visione di Elena Maccari, curatrice del progetto, è chiara: instaurare un ambiente in cui la creatività possa fluire liberamente e dove le opere d’arte possano stimolare un’interazione significativa. Questo approccio integrato permette al pubblico di farsi coinvolgere in un’esperienza che va oltre la mera osservazione; i visitatori sono invitati a esplorare, discutere e riflettere su temi artisticamente rilevanti mentre sorseggiano cocktails pensati per accompagnare ogni esposizione.
La collezione non si limita a presentare opere d’arte, ma intende facilitare un protagonismo attivo degli spettatori. L’idea è che ogni visita al cocktail bar possa trasformarsi in un’occasione di apprendimento e scoperta, attraverso eventi e incontri che promuovono un’interazione diretta. Questi eventi non solo offrono un contesto per conoscere meglio le opere, ma incoraggiano anche discussioni su questioni attuali nel mondo dell’arte contemporanea. La possibilità di dialogare con gli artisti stessi favorisce una connessione più profonda, dando vita a scambi di idee che arricchiscono entrambi i partecipanti.
Francesco Zini, mastro distillatore, gioca un ruolo fondamentale in questo scambio. Collaborando con gli artisti, non solo interpreta le loro opere in forma di beverage, ma crea anche uno spazio in cui il pubblico può assaporare storie e emozioni vissute da ogni artista. Questa fusione di arte e mixology crea un’esperienza immersiva, in cui ogni sorso di TripGin invita a una riflessione sull’opera esposta. I cocktail, realizzati con botaniche innovative, sono concepiti per evocare i temi e le emozioni delle opere d’arte, creando un legame sensoriale che amplifica l’interesse e l’apprezzamento per l’arte stessa.
Oltre a ciò, la Tripstillery Art Collection pone un accento particolare sulla sostenibilità e sull’importanza di creare un impatto positivo sia nel mondo dell’arte che in quello delle bevande. L’impegno nel supportare artisti emergenti implica anche l’attenzione a pratiche artistiche e produttive consapevoli. Questo approccio non solo arricchisce l’esperienza del pubblico, ma contribuisce anche a sviluppare una cultura alimentata dalla consapevolezza sociale e ambientale, spingendo tutti a riflettere su come ogni azione possa creare un cambiamento tangibile.
Così, il cocktail bar Tripstillery si trasforma in un luogo d’elezione per chiunque sia interessato a vivere l’arte in modo innovativo, accogliendo un pubblico variegato e aperto alla scoperta. Le mostre, accompagnate da eventi che favoriscono il dialogo, mirano a coinvolgere non solo gli appassionati d’arte, ma anche chi desidera esplorare nuovi orizzonti attraverso un’esperienza gustativa unica. Con un simile approccio, la Tripstillery Art Collection si afferma come un catalizzatore di nuove connessioni nel panorama culturale milanese.
La prima esposizione: Pablo Bermudez in mostra
Con l’inaugurazione della Tripstillery Art Collection, dal 16 ottobre al 10 novembre 2024, il cocktail bar milanese accoglie Pablo Bermudez come primo artista protagonista. Originario di Pereira, Colombia, e classe 1988, Bermudez porta alla ribalta una riflessione profonda sulle immagini dei mass media attraverso la sua opera “K_Kestine & Gintonic”. Questa esposizione non solo introduce l’arte contemporanea nel contesto del locale, ma stimola anche una considerazione critica riguardo l’influenza dei media sulla nostra percezione della realtà.
Il lavoro di Bermudez si distingue per la sua capacità di decostruire e rielaborare le iconografie della cultura pop. L’artista utilizza un cutter per intervenire sulle copertine di riviste di moda e fumetti, intagliando così i volti dei soggetti e modificando radicalmente l’immagine e il suo significato. Questo processo di alterazione diventa un mezzo per esplorare come le immagini siano utilizzate dai mass media per veicolare messaggi e ideali estetici, invitando il pubblico a riflettere sulla superficialità spesso associata a queste rappresentazioni.
Il concetto alla base di “K_Kestine & Gintonic” non è solo visivo, ma si estende anche all’esperienza olfattiva e gustativa offerta dal TripGin, creato appositamente per l’evento. Francesco Zini, mastro distillatore, ha messo in atto un’interessante correlazione tra l’opera d’arte e il suo corrispondente cocktail. Il gin, con note di camomilla e rosa, accoglie il visitatore con profumi avvolgenti, mentre sapori più complessi si sviluppano con la presenza di lavanda, malva e viola, intervallati da una lieve salinità. Questa combinazione non solo esalta l’opera d’arte, ma offre anche un’esperienza sensoriale completa, che stimola sia la vista che il palato.
Durante il periodo di esposizione, il cocktail bar offre un’occasione unica ai clienti non solo di osservare, ma di immergersi in una narrazione artistica che si evolve ad ogni sorso del TripGin. L’opera di Bermudez invita quindi a una riflessione profonda non solo sul concetto di immagine, ma anche sul modo in cui queste possono interagire con il gusto e le emozioni umane.
Questa prima mostra rappresenta un’entusiasmante inizio per la Tripstillery Art Collection, posizionando il locale come un punto di riferimento culturale a Milano. Gli appassionati d’arte e cocktail possono ora esplorare, discutere e vivere una forma d’arte che è sia contemplativa che interattiva, in grado di creare un legame unico tra arte, beverage e pubblico. Con una programmazione così articolata, la Tripstillery promette di rimanere al centro della scena culturale milanese, offrendo esperienze che sfidano le convenzioni e trasformano il modo di fruire dell’arte contemporanea.
L’esperienza del TripGin: un abbinamento unico con l’arte
Nel contesto della Tripstillery Art Collection, l’elemento del TripGin si rivela una componente cruciale dell’esperienza artistica complessiva. Ogni opera in mostra non è semplicemente accompagnata da un drink, ma è intrinsecamente legata a una creazione alcolica che riflette e amplifica il messaggio dell’artista. Questo approccio inovativo trasforma ogni visita al cocktail bar in un viaggio sensoriale, un’affascinante combinazione di gusto e bellezza visiva.
Il mastro distillatore Francesco Zini gioca un ruolo essenziale in questo processo. Ogni gin è concepito dopo un incontro diretto con l’artista, durante il quale Zini esplora le storie personali, le visioni e i materiali utilizzati nelle opere. Creando un TripGin specifico per ciascuna esposizione, Zini riesce a tradurre il linguaggio visivo dell’artista in una composizione di gusti che stimola non solo il palato ma anche la mente. La scelta delle botaniche è lungimirante: ogni elemento è selezionato con cura per evocare le emozioni e i temi trasmessi dall’opera esposta, creando un collegamento sinergico tra arte e beverage.
Ad esempio, nel caso dell’esposizione di Pablo Bermudez, il TripGin ha preso vita attraverso note di camomilla e rosa, simboleggiando l’attrazione iniziale e il richiamo degli stereotipi di bellezza. Allo stesso tempo, botaniche come lavanda, malva e viola, con l’aggiunta di un pizzico di sale, conferiscono una complessità e una profondità che richiamano la riflessione critica proposta dall’artista. Questo non è solo un cocktail da bere; è un racconto da assaporare, un modo per coinvolgere i visitatori in una narrazione che continua su più livelli.
La limited edition di 90 bottiglie, composte da 9 pezzi unici per ogni artista, diventa un altro elemento distintivo. Ogni bottiglia non è solo un contenitore per il gin, ma un’opera d’arte a sé stante, un pezzo collezionabile che testimonia l’incontro tra arte e drink. Attraverso questa sinergia, il TripGin invita i clienti a riconoscere l’importanza di ogni sorso, facendo di ciascuna degustazione un momento di riflessione e connessione con l’arte esposta.
Questo approccio innovativo al consumo di bevande è un invito a esplorare nuove dimensioni nella fruizione dell’arte contemporanea. I visitatori possono non solo ammirare le opere, ma anche immergersi in un’esperienza che fa dialogare i sensi. In questo modo, la Tripstillery Art Collection non è solamente un cocktail bar, ma un vero e proprio laboratorio di esperienze sensoriali. L’interazione tra il gin e le opere d’arte provoca una stimolazione emotiva e intellettuale, incoraggiando il pubblico a riflettere non solo sulla creazione artistica, ma anche su come il gusto e la percezione possano camminare di pari passo con l’estetica.
Il TripGin rappresenta molto più di una semplice bevanda; è l’emblema di una visione artistica che abbatte le barriere tradizionali tra arte e cultura del bere, offrendo al pubblico un modo innovativo e coinvolgente di vivere queste esperienze in un contesto contemporaneo. Ogni visita a Tripstillery propone una nuova avventura, una nuova scoperta, amplificando l’apprezzamento per entrambi i mondi in un abbraccio creativo senza precedenti.