Clean Cloud Act propone misure per ridurre le emissioni dei miner in modo sostenibile

Riduzione delle emissioni nel settore del mining e data center
Il *Clean Cloud Act of 2025* rappresenta un passo significativo verso la sostenibilità nel settore del mining di criptovalute e nei data center dedicati all’intelligenza artificiale. La proposta mira a stabilire limiti severi alle emissioni di CO₂ provenienti da impianti con capacità superiore a 100 kW, imponendo una riduzione annuale dell’11% fino a raggiungere emissioni zero entro il 2035. Questo provvedimento obbligherà le aziende a transitare completamente verso fonti di energia rinnovabile, mirando a rendere il settore non solo più sostenibile, ma anche responsabile nei confronti dell’ambiente. La necessità di tali misure è accentuata dall’attuale dipendenza da combustibili fossili, che incrementa i costi energetici e impedisce progressi significativi nella lotta contro il cambiamento climatico.
Dettagli della proposta legislativa
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Il *Clean Cloud Act of 2025* introduce modifiche significative al *Clean Air Act*, mirate a stabilire standard chiari e rigorosi per gli impianti di mining di criptovalute e per i data center che utilizzano oltre 100 kW di energia. I limiti di emissione saranno definiti entro la fine del 2025, con un impegno progressivo annuale di riduzione dell’11%. L’obiettivo finale è il raggiungimento di emissioni nette pari a zero entro il 2035. Per garantire il rispetto di queste norme, le aziende dovranno operare esclusivamente con energia proveniente da fonti rinnovabili. Questa legge non solo affronta l’impatto ambientale dell’industria, ma promuove una transizione verso una maggiore sostenibilità energetica, incoraggiando l’adozione di tecnologie ecologiche e pratiche responsabili.
Obblighi di trasparenza e responsabilità delle aziende
Uno degli aspetti cruciali del *Clean Cloud Act of 2025* è l’implementazione di requisiti di trasparenza che coinvolgono direttamente i miner di criptovalute e i gestori di data center. La proposta di legge stabilisce che tali aziende siano obbligate a fornire rapporti annuali dettagliati riguardo al loro consumo di elettricità e alle fonti energetiche utilizzate. Questa misura ha l’intento di fornire all’Environmental Protection Agency (EPA) dati necessari per calcolare l’intensità delle emissioni di gas serra di ciascuna struttura. Attraverso l’analisi di queste informazioni, l’EPA potrà applicare eventuali sanzioni nel caso in cui le aziende non rispettino i limiti regionali fissati dalla normativa.
Inoltre, la responsabilità per il pagamento delle eventuali multe derivanti da violazioni delle emissioni sarà attribuita agli inquilini che affittano le strutture anziché ai proprietari stessi. Questa strategia di responsabilità mira a incentivare le aziende ad adottare pratiche sostenibili e consapevoli, poiché saranno direttamente influenzate dai costi associati al superamento dei limiti di emissione. Gli affittuari si troveranno, quindi, in una posizione in cui dovranno dimostrare una gestione opportuna e trasparente delle loro operazioni energetiche, sottolineando l’importanza di un reporting accurato e tempestivo per evitare sanzioni economiche e mantenere la conformità con la nuova legislazione.
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