Cittadini: sette cambiamenti cruciali attesi nel 2026 per diritti, servizi e tasse
Fisco e misure per la casa
La manovra economica varata per il 2026 comporta interventi fiscali e disposizioni sulla prima casa che impatteranno concretamente il reddito disponibile e le scelte abitative dei cittadini. Tra riduzioni d’imposta per fasce di reddito, rivalutazioni delle franchigie ISEE e misure temporanee per i rinnovi contrattuali, le modifiche mirano a modulare la pressione fiscale e a favorire la mobilità sociale, pur introducendo vincoli e limiti differenti nelle aree metropolitane rispetto al resto del Paese. Di seguito, l’analisi puntuale delle novità più rilevanti e delle condizioni operative per beneficiarne.
Indice dei Contenuti:
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Riduzione dell’Irpef. Per i contribuenti con redditi fino a 50.000 euro viene confermata la riduzione dell’aliquota dal 35% al 33%. Questo intervento determina un alleggerimento diretto dell’imposizione sul lavoro e sui redditi da pensione per una larga fascia di percettori, con effetti immediati sul netto percepito. L’operatività pratica richiederà l’adeguamento dei sostituti d’imposta e degli strumenti di calcolo delle trattenute in busta paga.
Esclusione della prima casa dal calcolo ISEE. La prima abitazione viene esclusa dal patrimonio ai fini ISEE fino a una franchigia di 91.500 euro, soglia elevata a 200.000 euro per le 14 città metropolitane. Tale misura incide sulla capacità delle famiglie di accedere a prestazioni sociali agevolate e servizi tariffati in funzione del reddito, riducendo i casi in cui il valore dell’immobile penalizzava l’accesso a benefici.
Proroga e ambito della flat-tax su incrementi contrattuali. La tassazione agevolata del 5% per gli incrementi derivanti da rinnovi contrattuali viene prorogata e resa applicabile anche ai rinnovi intervenuti nel 2024. L’agevolazione si configura come incentivo alla restituzione di potere d’acquisto ai lavoratori tramite aumenti salariali contrattuali, con rilevanza fiscale limitata alle dinamiche retributive concordate collettivamente.
Cedolare secca per affitti brevi. La disciplina sulla cedolare secca conferma l’aliquota al 21% per gli affitti riferiti alla prima casa e innalza al 26% la percentuale per le seconde case. La differenziazione mira a disincentivare l’uso abitativo continuativo delle seconde abitazioni a fini turistici e a riequilibrare il mercato degli affitti a breve termine, incidendo sulle scelte di host e proprietari.
Impatto operativo e considerazioni per i cittadini. I contribuenti dovranno verificare l’effetto cumulativo delle novità sul loro reddito netto e sull’accesso alle prestazioni sociali. Per chi vive nelle città metropolitane la franchigia ISEE maggiorata può rappresentare un vantaggio sostanziale, mentre lavoratori con aumenti contrattuali dovranno monitorare la corretta applicazione della flat-tax al 5%. È raccomandabile rivolgersi a CAF o consulenti fiscali per un calcolo personalizzato e per l’aggiornamento delle pratiche ISEE alla luce delle nuove soglie.
FAQ
- La riduzione dell’Irpef è automatica? Sì, viene applicata tramite i sostituti d’imposta con l’adeguamento delle trattenute, ma è utile verificare la busta paga per eventuali errori.
- Come si calcola l’esclusione della prima casa nell’ISEE? Si applica la franchigia sul valore dell’immobile: fino a 91.500 euro (200.000 nelle città metropolitane) il valore non concorre al patrimonio ISEE.
- Chi può beneficiare della flat-tax al 5%? I lavoratori che ricevono incrementi retributivi riconducibili a rinnovi contrattuali rientrano nella misura, incluse le proroghe riferite ai rinnovi 2024.
- La cedolare secca al 26% per le seconde case riguarda tutte le locazioni brevi? Sì, l’aliquota maggiorata si applica agli affitti brevi relativi a immobili diversi dalla prima casa.
- È consigliabile aggiornare subito l’ISEE dopo le modifiche? Sì: presentare un nuovo ISEE consente di beneficiare immediatamente della esclusione della prima casa e delle altre agevolazioni legate al reddito.
- Dove rivolgersi per assistenza fiscale? CAF, commercialisti e patronati possono fornire calcoli personalizzati e supporto per la compilazione dell’ISEE e la verifica dell’applicazione delle nuove aliquote.
Trasporti, pedaggi e mobilità condivisa
Il 2026 introduce modifiche operative e tutele per gli utenti della rete autostradale e ridefinisce il perimetro della mobilità condivisa urbana. In particolare, vengono introdotti meccanismi di rimborso automatico per disservizi legati a cantieri e blocchi del traffico, criteri differenziati in funzione della lunghezza del percorso e del ritardo, e una nuova piattaforma unica per la gestione delle pratiche. Parallelamente il modello di car sharing free-floating subisce un ridimensionamento significativo, con la riconsegna obbligatoria presso punti dedicati e limiti all’accesso alle ZTL, riflettendo il cambiamento degli assetti di mobilità nelle città italiane.
Rimborsi per disagi autostradali. Saranno riconosciuti rimborsi calcolati in base alla lunghezza del tragitto e all’entità del ritardo. Per percorsi sotto i 30 km il diritto al rimborso scatta indipendentemente dal ritardo; tra 30 e 50 km è necessario un ritardo minimo di 10 minuti, oltre i 50 km la soglia sale a 15 minuti. In caso di blocco totale del traffico il rimborso varia in funzione della durata: 50% del pedaggio per attese tra 60 e 119 minuti, 75% per 120–179 minuti e rimborso integrale per ritardi superiori a 180 minuti. Sono esclusi i rimborsi inferiori a 10 centesimi e gli interventi conseguenti a incidenti o eventi meteorologici eccezionali.
Gestione digitale e canali alternativi. La procedura di rimborso sarà gestita preferibilmente tramite un’applicazione unica che rende automatici calcolo e pagamento, indipendente dal concessionario autostradale. Rimangono disponibili canali tradizionali: numeri verdi e portali web dedicati per chi preferisce assistenza telefonica o pratica via sito. L’obiettivo è velocizzare i rimborsi e uniformare criteri e tempistiche, riducendo contenziosi e migliorando la trasparenza nei confronti degli utenti.
Impatto sui corridoi urbani e sulle politiche locali. Le nuove regole sui rimborsi influenzeranno la pianificazione dei cantieri e la comunicazione ai cittadini: i gestori saranno incentivati a limitare i lavori nelle ore di punta e a migliorare la segnalazione preventiva per contenere l’esposizione economica derivante dai rimborsi. I Comuni e le autorità di bacino dovranno coordinare interventi con le concessionarie per minimizzare disagi e attuare piani di mobilità alternativi durante le fasi più critiche.
Ridimensionamento del car sharing free-floating. Il modello che consentiva di prelevare e lasciare il veicolo in qualsiasi punto cittadino viene ridotto: gli operatori stanno convertendo le flotte verso sistemi con stazioni fisse (Enjoy Point) presso stazioni, aeroporti e aree di servizio. Sono previste limitazioni d’accesso alle ZTL e l’obbligo di pagamento dei parcheggi sulle strisce blu, con conseguente aumento dei costi operativi per gli utenti e una ridotta capillarità del servizio nelle zone centrali.
Cause e conseguenze operative. Il calo di domanda post-pandemia, l’aumento degli atti vandalici e i maggiori costi di gestione hanno reso il modello free-floating meno sostenibile. Le amministrazioni comunali privilegiano la diffusione di flotte elettriche stazionarie, bike sharing e micromobilità, orientando investimenti e regolamentazioni. Per l’utente significa minore disponibilità spontanea delle auto condivise, ma potenziale maggiore affidabilità e integrazione con i nodi di trasporto multimodale.
FAQ
- Come si attiva la richiesta di rimborso per un pedaggio? Tramite l’app unica prevista per i rimborsi, oppure attraverso il numero verde o il portale web del gestore, allegando dati di viaggio e prova del disservizio.
- Qual è la soglia minima per ottenere un rimborso? Non sono previsti rimborsi per importi inferiori a 10 centesimi; inoltre si applicano limiti temporali variabili in base alla lunghezza del percorso.
- I rimborsi coprono ritardi dovuti a incidenti o maltempo? No: sono esclusi i cantieri emergenziali nati da incidenti o eventi meteorologici eccezionali.
- Cosa cambia per chi usa il car sharing in città? Le auto andranno prelevate e riconsegnate in punti dedicati; l’accesso alle ZTL sarà limitato e i parcheggi a pagamento dovranno essere saldati dall’utente.
- Le nuove regole favoriscono la micromobilità? Sì. Le amministrazioni puntano a incentivare bike sharing, monopattini e flotte elettriche stazionarie, contrastando il modello free-floating.
- Come incideranno le novità sulla pianificazione dei cantieri? I concessionari saranno incentivati a ottimizzare tempistiche e fasce orarie per ridurre l’esposizione economica ai rimborsi e migliorare la comunicazione preventiva verso gli utenti.
Documenti d’identità e controlli biometrici
Dal 3 agosto 2026 entra in vigore l’obbligo di uscire dall’area Schengen muniti esclusivamente di carta d’identità elettronica o di passaporto: la versione cartacea del documento non sarà più valida per i viaggi internazionali. La CIE, concepita come tessera plastificata con microchip che include dati biometrici quali foto e impronte digitali, diventa lo strumento principale per l’identificazione transfrontaliera. I Comuni hanno già avviato campagne di sollecito per il rinnovo delle carte non elettroniche; la prenotazione può essere effettuata online tramite il portale del Ministero dell’Interno, con costi amministrativi compresi tra 16,79 e 22 euro.
Parallelamente, l’introduzione e l’estensione del sistema digitale di rilevazione agli ingressi e alle uscite dai Paesi terzi modifica profondamente le procedure di controllo alle frontiere. L’EES (Entry/Exit System), attivo in alcuni scali e porti strategici, registra impronte digitali e riconoscimento facciale, sostituendo i timbri cartacei sui passaporti. Entro la scadenza normativa tutti gli ingressi saranno gestiti tramite queste rilevazioni biometriche, con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza e creare un database digitale centralizzato delle presenze sul territorio comunitario.
Per i viaggiatori significa adattarsi a nuove pratiche operative: il controllo biometrico diventerà parte della routine di arrivo e partenza e, in alcuni casi, potrà richiedere tempi aggiuntivi per la verifica e l’acquisizione dei dati. Gli aeroporti e i porti che già hanno adottato l’EES hanno predisposto postazioni automatiche e procedure di assistenza per minimizzare i tempi d’attesa, ma è prudente prevedere margini temporali maggiori nelle fasi di check-in e controllo documentale.
Sul piano della privacy e della tutela dei dati personali emergono questioni sostanziali: la raccolta e la conservazione di dati biometrici richiedono misure di sicurezza stringenti e chiare garanzie di accesso e uso. Le autorità responsabili hanno l’obbligo di garantire la conformità al quadro europeo sulla protezione dei dati, definendo precisamente tempi di conservazione, ambiti di utilizzo e modalità di accesso ai dati da parte di enti pubblici e forze dell’ordine. I cittadini interessati possono rivolgersi agli uffici comunali o al Garante della Privacy per informazioni sulle tutele previste e sui diritti di controllo sui propri dati.
Operativamente, il passaggio alla CIE e all’EES impone anche un adeguamento amministrativo: i Comuni devono incrementare capacità di emissione della CIE, riducendo tempi di attesa per prenotazioni e rilascio, mentre le autorità aeroportuali e portuali devono potenziare l’infrastruttura tecnologica per la lettura e l’archiviazione dei dati biometrici. I cittadini in procinto di viaggiare verso Paesi extra-UE o all’interno dell’area Schengen dovrebbero verificare con anticipo la validità dei propri documenti e, se necessario, programmare il rinnovo della carta d’identità elettronica per evitare disagi.
FAQ
- Quando la carta d’identità cartacea non sarà più valida per viaggiare? Dal 3 agosto 2026 la carta d’identità cartacea non è più accettata per l’uscita dall’area Schengen; occorre la CIE o il passaporto.
- Che cosa contiene la carta d’identità elettronica? La CIE è una tessera plastificata con microchip che memorizza dati anagrafici e biometrici, inclusi foto e impronte digitali.
- Cos’è l’EES e dove è già operativo? L’EES è il sistema digitale di registrazione Entry/Exit che acquisisce dati biometrici ai confini; è già attivo in alcuni aeroporti e porti principali come Fiumicino, Malpensa, Genova e Civitavecchia.
- Quali diritti hanno i cittadini sulla gestione dei dati biometrici? I cittadini hanno diritti di accesso, rettifica e opposizione nei limiti previsti dalla normativa sulla protezione dei dati; il Garante fornisce indicazioni sui canali per esercitarli.
- Quanto costa richiedere la CIE e come si prenota? La spesa varia tra 16,79 e 22 euro; la prenotazione avviene online tramite il portale del Ministero dell’Interno o gli sportelli comunali abilitati.
- Devo prevedere più tempo alle procedure di controllo in aeroporto? Sì: il controllo biometrico può richiedere tempi aggiuntivi, pertanto è consigliabile presentarsi con anticipo al check-in e ai controlli di frontiera.
Acquisti online, tasse sui pacchi e riconoscimento del volontariato
Questo testo riassume le novità introdotte nel 2026 relative agli acquisti online da Paesi extra-UE, l’introduzione di un contributo sui pacchi di piccolo valore e il riconoscimento formale delle competenze maturate nel volontariato. Vengono illustrati ambito di applicazione, impatto operativo per consumatori ed enti, modalità di calcolo e condizioni per ottenere la certificazione delle competenze volontarie, con chiarimenti sulle esclusioni e sui percorsi amministrativi necessari.
Contributo sui pacchi di basso valore. Dal 2026 è istituito un contributo fisso di 2 euro per ogni spedizione proveniente da Paesi extra‑UE con valore dichiarato inferiore a 150 euro che necessita di pratiche doganali. La misura non incide sulle importazioni intra‑UE e non rappresenta una tassa generalizzata sugli acquisti online, ma una specifica maggiorazione volta a coprire gli oneri amministrativi associati alla gestione di flussi massivi di piccoli pacchi. Le stime indicano un bacino di centinaia di milioni di spedizioni annue interessate; per il consumatore il sovrapprezzo sarà generalmente indicato al checkout o addebitato dal corriere al momento della consegna, a seconda degli accordi commerciali tra venditore e vettore.
Ambito di applicazione ed esclusioni. La regola riguarda esclusivamente importazioni da Paesi terzi verso l’Italia e non si applica a spedizioni intra‑UE né ai beni il cui valore supera la soglia dei 150 euro. Sono esclusi eventuali pacchi esenti per normativa specifica (es. campioni senza valore commerciale) e le spedizioni effettuate tramite operatori che integrino già costi doganali nel prezzo di vendita. È cruciale che l’esportatore dichiari correttamente il valore della merce: dichiarazioni incomplete o sottostimate possono comportare rilievi doganali e conguagli successivi.
Impatto per i consumatori e per il mercato. Per gli acquirenti frequenti da piattaforme extra‑UE la misura comporterà un incremento lineare del costo unitario di acquisto sui prodotti a basso valore. Per i marketplace e i venditori esteri diventa necessario aggiornare procedure di checkout, informare chiaramente il consumatore finale e definire chi sopporterà il contributo: venditore, piattaforma o servizio di consegna. Sul piano economico la misura è pensata per ridurre l’impatto amministrativo dello smaltimento di grandi volumi di pacchi di scarso valore e contrastare pratiche di concorrenza sleale derivanti dalla non corretta contabilizzazione dei costi doganali.
Riconoscimento delle competenze del volontariato. L’anno 2026 introduce un sistema strutturato per certificare le competenze acquisite tramite attività di volontariato svolte presso enti iscritti al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore. La certificazione è riservata ad attività continuative e strutturate: è richiesto un impegno minimo di 60 ore nell’arco di dodici mesi e la presenza di un progetto formativo che preveda pianificazione, tutoraggio e verifica delle competenze. L’obiettivo è rendere spendibili queste competenze in ambiti lavorativi, formativi e concorsuali, dando valore formale a esperienze che oggi spesso restano informali.
Requisiti e percorso di certificazione. Per ottenere il riconoscimento è necessaria la documentazione del progetto, la registrazione delle ore effettive, il colloquio preliminare e la presenza di un tutor responsabile che attesti le attività svolte e le abilità acquisite. Gli enti del Terzo settore devono predisporre modelli di valutazione coerenti con quadri di competenza nazionali o europei; la certificazione rilasciata può essere inserita in banche dati ufficiali e resa disponibile per istituzioni formative e datori di lavoro. Non sono considerate competenze certificabili le partecipazioni episodiche o la mera presenza a eventi senza responsabilità operative.
Effetti pratici e opportunità. La misura offre ai giovani e ai cittadini coinvolti nel volontariato la possibilità di valorizzare esperienze spesso molto formative: capacità organizzative, gestione progetti, comunicazione, competenze tecniche specifiche possono essere formalmente riconosciute e utilizzate per curriculum, percorsi universitari e graduatorie concorsuali. Per gli enti del Terzo settore si apre la necessità di strutturare programmi formativi e monitoraggio delle attività, con possibili investimenti in formazione dei tutor e in sistemi di tracciamento delle ore e delle attività.
Interconnessione con strumenti digitali. I dati relativi alle certificazioni potranno essere conservati in archivi digitali ufficiali e, in alcuni casi, integrati con la carta d’identità digitale per facilitare la consultazione e l’uso nei percorsi amministrativi e concorsuali. L’adozione di procedure digitali semplifica la verifica delle competenze da parte di terzi e rende più trasparente il processo di riconoscimento, ma richiede garanzie sulla protezione dei dati e interoperabilità tra piattaforme regionali e nazionali.
FAQ
- Chi paga i 2 euro sui pacchi extra‑UE? Il contributo può essere addebitato al consumatore al checkout o richiesto dal corriere al momento della consegna; dipende dagli accordi tra venditore, piattaforma e vettore.
- La tassa si applica a tutte le spedizioni da Paesi terzi? No: riguarda solo le importazioni con valore dichiarato inferiore a 150 euro che richiedono pratiche doganali; le spedizioni intra‑UE sono escluse.
- Come viene certificata un’attività di volontariato? Serve un progetto formativo, un impegno minimo di 60 ore in 12 mesi, un tutor e la documentazione delle attività svolte per ottenere la certificazione ufficiale.
- Le competenze certificate hanno valore nei concorsi pubblici? Possono essere prese in considerazione se riconosciute dagli enti che valutano i titoli; l’inserimento in banche dati ufficiali facilita il loro impiego nei concorsi e nei percorsi formativi.
- Cosa succede se il valore dichiarato del pacco è errato? Dichiarazioni imprecise possono portare a verifiche doganali, con eventuali conguagli, sanzioni o rifiuto della spedizione.
- Come possono gli enti del Terzo settore attivare il riconoscimento? Devono iscriversi al Registro Unico, strutturare progetti formativi con tutor e registrare le attività e le ore per consentire la certificazione delle competenze.




