Le citazioni ed i campionamenti vicini al plagio della musica italiana non solo Timberlake-Minghi
La musica italiana fa il giro del mondo con una notizia che fa storcere il naso ai fans di Justin Timberlake e lascia senza dubbio sgomenti tutti coloro che, volenti o nolenti, hanno ascoltato almeno una volta una canzone di Amedeo Minghi: nell’ultimo disco del cantante di Memphis sarebbe presente nientemeno che una campionatura di un brano del nostro connazionale.
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Non si tratta di semplici rumors: la notizia è confermata dai diretti interessati e lo stesso Minghi cavalca l’occasione di notorietà vantandosi sui social network del fatto che un suo brano sia stata recuperata una sua traccia strumentale, dal titolo Lustful, davvero poco nota ai più e risalente ai lontani anni ’70.
La notizia, per quanto possa apparire stupefacente conoscendo oggi i due personaggi in questione, non dovrebbe in verità riscuotere un tale clamore.
La produzione musicale italiana, specie relativa ad anni passati, è sempre stata particolarmente apprezzata dagli artisti stranieri che, già in molte occasioni, hanno campionato, citato, omaggiato autori nostrani, dando luogo a collaborazioni a prima vista improbabili, causate più da una necessità legale (evitare accuse di plagio citando il nome dell’autore) che da una reale vicinanza artistica.
Nel 2002 ci aveva pensato Elvis Costello, nel brano When I was cruel, che riprende come tema portante una canzone di Mina del 1965: Un bacio è troppo poco.
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Lo stesso brano sarà ripreso tre anni più tardi dagli Herbaliser e la passione degli artisti attuali per la signora Mazzini non si ferma qui: sulle note di Tintarella di Luna si snodano le rime del rapper Vinnie Paz.
Molto apprezzati sono ovviamente i brani strumentali: in questo ambito uno degli italiani più “citati” è certamente Ennio Morricone, il quale collabora suo malgrado con Jay-Z, che in Blueprint 2 recupera nientemeno che The Ecstasy of Gold,
E l’elenco potrebbe continuare, con accostamenti azzardati (come quello tra il brano natalizio dei Blackalicious, Toy Jackpot e la nazional popolare Azzurro di Adriano Celentano) e veri e propri gialli.
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Non sempre infatti, i credits chiariscono compiutamente le collaborazioni, costringendo gli ascoltatori a restare nel più cocente dei dubbi.
Accade ad esempio con Dj Shadow e la sua What Does Your Soul Look Like.
A metà della traccia si può infatti ascoltare distintamente una voce che canta in italiano e della quale ancora oggi è ignoto il proprietario. Che si tratti di un campione nostrano è evidente, ma nemmeno i potenti mezzi di Google riescono ad individuare il brano originale e l’autore. Si è detto di tutto: Christian, Zarrillo dei tempi d’oro o addirittura Alan Sorrenti.
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Resta fitto il mistero.
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