Chi ha censurato Dagospia, il sito delle soffiate scomode
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Google censura Dagospia, il sito di Roberto D’Agostino tra i più amati dai cybernauti italiani in cerca di scoop. Ieri, chi ha tentato di collegarsi al sito, si è trovato di fronte l’avviso ‘Dagospia è un sito malevolo e potrebbe danneggiare il tuo computer’. Un vero virus da cui Mountain View metteva in guardia? Roberto D’Agostino giura che non si è trattato di nulla del genere: Dagospia è stato sempre pulito e sicuro.
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Il problema è stato risolto abbastanza velocemente. Ma come mai Dagospia, dopo anni di soffiate, è improvvisamente finito nella black list di Google? In realtà, basta che un gruppo di persone segnali anomalie al motore di ricerca affinché sospenda in via cautelativa il sito. Ma per quanto riguarda Dagospia non è stato altro che una rappresaglia.
“Chi pensa “malware” non ci azzecca – scriveva ieri stesso Dagospia citando Andreotti – Siamo stati segnalati come sito dannoso ma non lo siamo. Qualcuno si è incazzato per un articolo scomodo. Sappiamo che le segnalazioni sono arrivate per un articolo pubblicato ieri, molto scomodo per alcuni (quello sui derivati?, ndr). Stiamo risolvendo il problema, continuate a navigare su Dagospia».
E Google? Il motore di ricerca tiene a puntualizzare di essere “all’avanguardia per combattere i malware. Utilizziamo scanner automatici che perlustrano costantemente il nostro indice per individuare malware e tentativi di phishing. Le pagine che sono identificate come potenzialmente dannose da questi scanner vengono segnalate con un avviso agli utenti che cercano di visitare il sito. Notifichiamo il problema ai webmaster e lavoriamo con loro per aiutarli a ripulire i loro siti”.
Fatto sta che ieri, è stato anch’esso vittima di qualche censore (vero).
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