Chatbot invasi da oltre 3 milioni di articoli a favore della Russia

Propaganda pro Russia nei chatbot
Negli ultimi anni, la proliferazione di articoli di propaganda pro Russia ha raggiunto livelli allarmanti, con oltre 3.600.000 articoli diffusi nei principali sistemi di intelligenza artificiale. Queste informazioni, progettate per influenzare le interazioni degli utenti con i chatbot, sono state create e diffuse da una rete di disinformazione identificata come Pravda, la quale utilizza diversi canali per disseminare contenuti fuorvianti e manipolativi. L’analisi condotta da NewsGuard ha rivelato che i chatbot, come ChatGPT, Grok e Claude, sono stati infiltrati da questa propaganda, contribuendo a diffondere false narrative tra gli utenti di tutto il mondo. Questa situazione solleva interrogativi sul ruolo dell’intelligenza artificiale nel preservare l’integrità informativa.
L’analisi dei contenuti infetti
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Un esame dettagliato dei contenuti divulgati dalla rete di disinformazione ha messo in luce le diverse modalità con cui le affermazioni false vengono integrate nei risultati dei chatbot. La valutazione condotta da NewsGuard ha rivelato che un sorprendente 33% delle risposte generate includono elementi provenienti dalle narrazioni promosse dal network Pravda. Questa infiltrazione è stata effettuata attraverso un campionamento di 15 false narrazioni sostenute da circa 150 siti web legati alla propaganda russa. Tra le affermazioni più ricorrenti emergono quelle concernenti presunti laboratori di armi biologiche negli Stati Uniti e le invenzioni legate alla corruzione del presidente ucraino Zelensky. L’analisi dimostra come le false informazioni siano state abilmente riciclate e riproposte dai chatbot, creando una pericolosa interazione tra tecnologia e disinformazione.
Impatto sui chatbot e sulle risposte
L’infiltrazione della propaganda pro Russia nei chatbot ha conseguenze dirette sulla natura delle risposte che questi sistemi generano. Il fatto che oltre il 33% delle interazioni rifletta affermazioni false indica una seria vulnerabilità nei meccanismi di apprendimento di tali intelligenze artificiali. Gli utenti, quando interagiscono con questi strumenti, possono ricevere informazioni distorte che non solo influenzano il loro percepimento della verità, ma contribuiscono anche a una maggiore divulgazione di miti e stereotipi dannosi. L’associazione tra chatbot e contenuti inaccurati pone la questione della responsabilità dei fornitori di queste tecnologie nel filtrare e verificare le fonti delle informazioni. Inoltre, la naturale propensione dei chatbot a standardizzare le risposte crea un terreno fertile per la perpetuazione di narrative fuorvianti, specialmente in tempi di crisi. Gli algoritmi non sono innati nella sicurezza informativa; richiedono un monitoraggio costante per evitare che diventino veicoli di disinformazione.
Strategie della rete di disinformazione Pravda
La rete di disinformazione Pravda ha sviluppato e perfezionato strategie sofisticate per infiltrarsi nei principali sistemi di intelligenza artificiale. Utilizzando diverse piattaforme e tecniche di propagazione, questa rete mira a veicolare narrazioni false attraverso un ampio spettro di canali. La sua attività comprende la creazione di contenuti mirati, progettati non solo per diffondere disinformazione, ma anche per sembrare credibili agli utenti. Di fondamentale importanza è l’uso di tecniche SEO avanzate per ottimizzare la visibilità dei materiali pubblicati, affiancato da campagne sui social media che amplificano ulteriormente il messaggio e lo rendono virale.
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Il modus operandi di Pravda si basa anche sulla manipolazione di emozioni e paure, indirizzando le narrazioni in modo da sfruttare eventi attuali e crisi politiche. Questo approccio consente di ottenere una risonanza maggiore; infatti, i contenuti sono spesso formulati in modo provocatorio per incoraggiare le condivisioni e il dibattito. La rete è concepita per apparire come una fonte legittima di informazione, spesso emulando le strutture di notizie affidabili e attraendo lettori distratti. Nella loro analisi, gli esperti di NewsGuard hanno evidenziato come queste strategie creino un impatto profondo, non solo nell’ambito dell’informazione ma anche sull’opinione pubblica globale.
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