Certificazione rischio fiscale per instaurare un rapporto di fiducia con l’amministrazione fiscale
Certificazione del sistema di controllo del rischio fiscale
Recentemente, l’Agenzia delle Entrate ha introdotto un provvedimento di fondamentale importanza per le imprese che desiderano aderire al regime di adempimento collaborativo. Questo provvedimento prevede l’obbligo per le aziende di ottenere una certificazione per il loro sistema di gestione e controllo del rischio fiscale. Questa misura normativa sottolinea l’importanza di avere un sistema interno robusto e ben strutturato, capace di identificare, misurare e mitigare i rischi associati al rispetto delle normative fiscali.
Il sistema di controllo deve dimostrare un’efficace capacità di prevenire violazioni delle norme tributarie o pratiche non conformi ai principi dell’ordinamento fiscale. La certificazione non è solo un requisito formale, ma rappresenta un elemento cruciale per garantire una gestione integrata e efficace del rischio fiscale, promuovendo un approccio proattivo verso la compliance. Questo si traduce in vantaggi concreti per le imprese, che possono operare con maggiore serenità e ridurre il rischio di incorrere in sanzioni o contenziosi con l’amministrazione fiscale.
In questo contesto, le modalità di certificazione devono essere rigorose e seguite in modo da garantire la massima trasparenza e affidabilità. Le aziende sono quindi chiamate a definire procedure interne specifiche, in grado di monitorare e migliorare continuamente il proprio approccio alla gestione del rischio fiscale. Questa evoluzione non solo facilita un ambiente di lavoro conforme, ma crea anche una relazione di fiducia tra il fisco e i contribuenti, portando a un dialogo più aperto e collaborativo cui beneficia entrambe le parti.
Esenzioni e obblighi alternativi
Non tutte le imprese sono obbligate ad ottenere la certificazione prevista per il sistema di gestione del rischio fiscale. In particolare, coloro che hanno già ottenuto l’ammissione al regime di adempimento collaborativo, o che hanno presentato la domanda prima dell’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 221/2023, sono esonerati da questo specifico obbligo. Tale esenzione è prevista per rendere la transizione verso le nuove normative più agevole per le imprese già allineate con il regime collaborativo.
È bene evidenziare, tuttavia, che anche queste aziende, sebbene non debbano ottenere la certificazione, devono comunque attestare l’efficacia operativa del proprio sistema di controllo del rischio fiscale. Le modalità di tale attestazione saranno dettagliate in un decreto successivo del Ministro dell’Economia e delle Finanze, il quale avrà il compito di definire le procedure necessarie. Questa impostazione differenziata sottolinea l’importanza di mantenere standard di alta qualità nel trattamento delle questioni fiscali, indipendentemente dal momento in cui le imprese hanno aderito al regime.
Le aziende già valide nel regime di adempimento collaborativo hanno dunque l’opportunità di dimostrare la loro proattività nel garantire la compliance fiscale. È fondamentale che le imprese adeguino i propri processi interni alle disposizioni normative emergenti per garantire non solo la conformità, ma anche una gestione efficace e responsabile dei rischi fiscali, contribuendo in questo modo a costruire un clima di fiducia reciproca con l’amministrazione fiscale.
Un ampliamento progressivo della platea
A partire dal 2024, il regime di adempimento collaborativo si arricchisce di una novità significativa: l’elevazione della soglia minima di volume d’affari a 750 milioni di euro, rendendo così l’accesso al regime più ampio per un numero crescente di imprese. Questa modifica rappresenta un passo cruciale per l’inclusione di grandi realtà aziendali, le quali potranno avvalersi di un modello di interazione con il fisco caratterizzato da maggiore collaborazione e trasparenza.
Non solo, ma l’ambizione del legislatore va oltre: si prevede che questa soglia verrà ulteriormente ridotta nel corso degli anni, scendendo a 500 milioni di euro entro il 2026 e a 100 milioni nel 2028. Questa progressione non si limita a facilitare la partecipazione delle imprese al regime collaborativo, ma mira a favorire una vera cultura aziendale che prospetti una gestione del rischio fiscale improntata alla prevenzione.
In tale contesto, il regime collaborativo si configura come un meccanismo evolutivo, focalizzato sulla costruzione di un rapporto di fiducia tra contribuenti e amministrazione fiscale. Questo approccio non solo rende più agevole l’interlocuzione con il fisco, ma offre anche l’opportunità di ridurre le incertezze e, di conseguenza, i contenziosi. Con una platea più ampia di aziende incluse, l’obiettivo finale è quello di creare un ambiente di lavoro sempre più orientato alla compliance fiscale, promuovendo pratiche che coniughino etica e competitività sul mercato.
Il cuore del regime: il controllo del rischio fiscale
Il fulcro del regime di adempimento collaborativo si concentra nella gestione del rischio fiscale, un tema cruciale per le aziende che desiderano migliorare la propria compliance e garantire il rispetto delle normative tributarie. Questa gestione rappresenta la capacità di un’impresa di evitare violazioni legate ai principi fiscali italiani, richiedendo l’implementazione di un sistema integrato e altamente funzionale per l’identificazione, la misurazione e l’attenuazione dei rischi connessi. Le aziende sono invitate a dotarsi di strumenti adeguati che possano rilevare in anticipo le aree di potenziale criticità, attivando misure correttive tempestive.
Il regime di Cooperative compliance esige che le imprese adottino un approccio proattivo, con il fine di prevenire non solo le sanzioni, ma anche di costruire relazioni più solida con l’amministrazione fiscale. Una corretta gestione del rischio fiscale implica l’analisi continua delle operazioni aziendali e una costante formazione del personale incaricato di gestire le questioni fiscali, affinché possa rispondere efficacemente a eventuali situazioni problematiche. L’adozione di procedure interne chiare e ben definite è, pertanto, fondamentale per raggiungere questo obiettivo.
In un contesto siffatto, si creano anche le basi per un dialogo più aperto e costruttivo con l’Agenzia delle Entrate, permettendo un’interlocuzione che riduce l’incertezza e la potenziale conflittualità. Con un approccio collaborativo, le imprese non solo possono migliorare il loro livello di compliance, ma contribuiscono a una cultura fiscale orientata alla responsabilità e alla trasparenza, elementi fondamentali per un ecosistema imprenditoriale sostenibile e competitivo.
Certificazione rischio fiscale: benefici e opportunità
Il regime di adempimento collaborativo offre alle imprese l’opportunità di ottenere significativi vantaggi attraverso la certificazione del rischio fiscale. In primo luogo, le aziende che decidono di aderire a questo modello hanno la possibilità di garantire una maggiore certezza e stabilità nelle questioni fiscali, riducendo così l’incertezza associata all’interpretazione e all’applicazione delle normative tributarie. Questo focus sulla compliance si traduce in una protezione superiormente solida contro eventuali sanzioni o contenziosi con l’amministrazione fiscale.
Inoltre, la partecipazione al regime consente un dialogo diretto e privilegiato con l’Agenzia delle Entrate. Le imprese possono beneficiare di un supporto tempestivo e personalizzato nella gestione delle problematiche fiscali, che si traducono in una collaborazione più proficua e proattiva. Tale chiarimento nei rapporti con il fisco è fondamentale per risolvere eventuali controversie in anticipo e migliorare l’approccio strategico alla fiscalità.
Un ulteriore elemento è rappresentato dalla trasparenza che il regime promuove, che non solo migliora la reputazione aziendale, ma rafforza anche la fiducia degli stakeholder. Le imprese che operano con criteri di compliance elevati sono percepite come più solide e affidabili dai loro partner commerciali e investitori, rendendo la compliance un valore aggiunto nella costruzione di relazioni economiche sostenibili.
L’adesione al regime di adempimento collaborativo non solo potenzia la sicurezza fiscale di un’impresa, ma offre anche un’opportunità strategica per costruire relazioni durevoli e basate sulla fiducia con l’amministrazione fiscale. L’innovatività di questo approccio non risiede solo nelle sue potenzialità di riduzione del rischio, ma anche nella creazione di una cultura aziendale finalizzata alla responsabilità e alla trasparenza, elementi chiave per un contesto imprenditoriale competitivo e reattivo.