Certificates. Un mondo nel quale orientarsi
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Una bussola per orientarsi al meglio nel mondo dei Certificates
Continuiamo nel progetto di pubblicare le opinioni degli esperti che compaiono sul web. Le seguenti informazioni sono tratte dall’articolo a firma Giovanni Borsi, trader professionista da oltre 20 anni, pubblicato su www.traders-mag.it il 1° dicembre 2017.
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La ricerca del miglior rapporto rischio-rendimento richiede prima la conoscenza delle caratteristiche degli strumenti finanziari su cui si investe. Vediamo i principali punti fermi che bisogna avere assolutamente chiari prima di investire in un certificato di investimento.
I prodotti a cedola: i più amati dagli italiani
Questo articolo è un po’ un cappello introduttivo del webinar che terrò in collaborazione con la rivista mercoledì 6 dicembre alle 18,00 e ha lo scopo di farvi orientare nel districato mondo dei certificati e in particolare nei prodotti più amati dagli italiani, ossia i prodotti a cedola che ricordano le obbligazioni e i BTP. E’ indispensabile conoscere le differenze, a volte abissali e poco chiare al grande pubblico, che ci sono da categoria a categoria, così da poter scegliere il certificato che soddisfa le proprie esigenze con la maggiore consapevolezza possibile del rischio che si sta correndo a fronte del rendimento offerto.
Purtroppo sul mercato i certificates a cedola prendono i nomi più disparati, solo le varie tipologie di CASH COLLECT, CRESCENDO RENDIMENTO e PHOENIX hanno più di 20 sottocategorie.
Oggi voglio concentrarmi su quelle categorie che ritengo a minor rischio, quelle dunque che vanno a soddisfare chi sta pensando di cominciare ad investire cautamente nei certificates, venendo magari dal mondo delle obbligazioni, o chi si è già scottato con il prodotto ed ora ha sviluppato una minore propensione al rischio.
I cash collect: caratteristiche principali
Appartengono alla categoria dei certificati a capitale condizionatamente protetto e sono particolarmente adatti all’investitore che ha aspettative di mercato stabile o anche solo moderatamente rialziste e che vuole garantirsi uno stacco di cedole periodico e predefinito, paragonabile ai flussi cedolari delle obbligazioni a cui era abituato negli anni passati, la cui unica condizione per ottenerle è che alle date di osservazione (dopo la quale scatta la cedola) il sottostante o i sottostanti del certificato rispettino una determinata condizione (solitamente che il sottostante sia sopra ad un determinato prezzo fissato in sede di emissione e che prende il nome di trigger cedola).
Per cui le caratteristiche principali di questa tipologia di certificati sono:
- Codice Isin: codice identificativo
- Attività sottostante: titolo, indice o materia prima, valuta o basket di più attività finanziarie
- Strike price: prezzo cui viene fissata l’attività sottostante al momento dell’emissione
- Cedola: entità della cedola, frequenza cedola (mensile, bimestrale, trimestrale, annuale) e condizioni da rispettare per ottenerla; inoltre la cedola può essere a memoria, ossia se non pagata viene eventualmente recuperata alle date di rilevazioni successive alla prima occasione in cui vengano rispettate le condizioni prefissate.
- Durata: la scadenza solitamente va dall’anno ai 5 anni
- La barriera: è un valore percentuale dello strike che, se a scadenza è stato infranto, viene meno la garanzia di ottenere il rimborso del capitale investito.
- Date di rilevazioni periodiche: date che determinano lo stacco delle cedole e, se prevista, la possibilità di autocallable, ossia la possibilità di rimborso anticipato concessa all’Emittente.
Esistono poi certificati che hanno cedole garantite, maxi cedole iniziali, certificati a doppia cedola (ossia due cedole che hanno una condizione differente per essere pagate), certificati a doppia barriera (ossia la barriera delle cedole è più alta della barriera a scadenza), certificati che hanno autocallable dopo solo 3 mesi, dopo 1 anno o addirittura non hanno autocallable, certificati che hanno tutte le cedole garantite tranne l’ultima in cui si determina il rimborso finale, certificati con clausole particolari in cui viene garantito un coupon aggiuntivo in caso di rimborso anticipato o in cui viene eleminato un titolo dal paniere al verificarsi di determinate condizioni.
Un paniere di titoli
Una categoria che merita un approfondimento particolare (è anche la mia preferita) è il WORST OF, sigla che contraddistingue quasi tutti i certificati che sono strutturati su più titoli, ossia un paniere di titoli.
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Questo paniere può essere equipesato ed in questo caso fa fede la media dei titoli che lo compongono, o può essere WORST OF ossia fa fede la performance del peggior titolo. In alcuni di essi, chiamati DOMINO o coupon counter, le cedole sono pagate singolarmente per ogni titolo sopra il trigger cedola e solo alla scadenza il rimborso è fatto sul worst of; è ovvio che il rischio è decisamente più accentuato se si parla di un worst of generico, perché in questo caso basta che alla data di rilevazione un solo sottostante sia sotto al trigger cedola che il certificato non paga la cedola.
Proprio per questo, in questo articolo ho preso di tutti i worst of, che, come detto, a me piacciono tantissimo, solo quelli più prudenti, per dimostrare che anche stando su prodotti estremamente difensivi, grazie alla combinazione di più titoli o indici, si possono ottenere ancora dei discreti rendimenti, abbattendo decisamente il rischio.
Esempi:
Riporto dunque tre prodotti, tutti nella fascia di rendimento dal 5% al 10%, che sono di assoluto rispetto, ma decisamente più difensivi della media.
Tratto dall’articolo di Giovanni Borsi su www.traders-mag.it
Seguono gli esempi a questo link all’articolo originale:
www.traders-mag.it/certificates-rischio-rendimento-borsi.html
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