Capire la finanza. Perché non si riesce a guadagnare?
Capire la finanza, di Alessandro Pedone, Presidente Tekta Società di Consulenza Finanziaria Indipendente
Alessandro Pedone ci spiega tutto quello che i venditori della finanza non possono dirvi
che cosa impedisce ai privati di guadagnare bene nei mercati finanziari?
Una cosa che ripeto spesso è che i mercati finanziari, nel corso della vita di una persona, hanno il potenziale di far fare almeno uno “scalino” nel tenore di vita di una famiglia.
Una persona che nasce in una famiglia che non ha da parte neppure un euro e vive in affitto, può – facendo cose semplici, alla portata di tutti, ma non facili – arrivare verso i 40 anni ad avere alcune centinaia di migliaia di euro da parte ed una casa in proprietà.
Una persona che nasce in una famiglia con alcune centinaia di migliaia di euro da parte, può tranquillamente puntare a mettere da parte alcuni milioni di euro, facendo le stesse semplici – ma non facili – cose.
La storia di Ronald James Read fa molto riflettere. Read era un benzinaio ed un uomo delle pulizie. E’ morto nel 2014, all’età di 92 anni, ed ha lasciato sei milioni di dollari alla biblioteca ed all’ospedale della comunità dove viveva e due milioni ai propri figli. Non aveva particolari competenze, non si è affidato a qualche formula magica per diventare ricco, ha semplicemente condotto una vita frugale, comprando azioni con i risparmi, prevalentemente blue chips e tenendole per una vita. Punto, non ha fatto altro!
La storia di Read ci fa capire che guadagnare incredibilmente bene dai mercati finanziari è alla portata veramente di tutti. Come abbiamo visto nel primo articolo, non sono le particolari conoscenze o competenze tecniche che fanno la differenza, ciò che fa veramente la differenza – come in tutte le cose – sono i comportamenti ripetuti nel tempo.
Se non guadagni nei mercati finanziari, fondamentalmente, è perché non stai adottando i comportamenti corretti: ma perché questo accade?
Lasciamo questa risposta alla fine e vediamo prima i più grandi errori che compiono quasi tutti gli investitori non esperti.
Sopravvalutare il breve termine e sottovalutare il lungo termine
Gli esseri umani tendono a sovrastimare fortemente i risultati di breve termine e sottovalutano enormemente i risultati di lungo termine.
Tutte le cose, nella vita, tendono a preservare un determinato equilibrio così che un’azione in una certa direzione produce – in genere – una reazione in direzione inversa.
Anche i mercati finanziari non si sottraggono a questa regola generale.
E’ verissimo che ci sono fasi nelle quali alcuni settori o singoli titoli hanno rendimenti strabilianti in poco tempo. Questo però non è affatto un vantaggio. Questo è ciò che alimenta la continua illusione degli investitori di diventare ricchi in poco tempo. Può anche capitare, ma è quasi impossibile che duri. Se i guadagni sono arrivati in breve tempo, in breve tempo svaniranno.
Gli investitori, tendono a prendersi rischi anche molto forti se c’è l’illusione di guadagnare molto in poco tempo, ma contemporaneamente non si rendono conto che una parte consistente del proprio capitale sarà investita per tutta la propria vita e, in molti casi, sarà passata ai propri figli. In tutto questo arco di tempo, senza assumere rischi di perdere il capitale, questa parte del patrimonio potrebbe facilmente decuplicare, in un arco di tempo sufficientemente lungo!
Gli enormi vantaggi nel lungo termine non interessano quasi nessuno, mentre tentare di avere una gratificazione quasi immediata porta ad oscillare fra i due lati del pendolo: da una parte si prendono molti più rischi del necessario, dall’altra – dopo che ci si è “scottati” con le perdite – si ha paura di investire e si resta eccessivamente liquidi per anni.
Capire la finanza. La “magia” dell’interesse composto
La nostra mente non è fatta per comprendere i fenomeni esponenziali. Nel mondo fenomenico che ci circonda la maggior parte delle cose con le quali facciamo esperienza hanno un comportamento lineare, non geometrico. Per molto tempo, durante la fase di avvio, i fenomeni lineari e quelli esponenziali sembrano molto simili. Investire nella media del mercato azionario, per tre o cinque anni può dare risultati positivi o negativi, non è questo granché. Investire per una decina d’anni ha importanti probabilità di dare risultati positivi, ma potrebbero esserci ancora rari casi di decenni con risultati insoddisfacenti. Investire per una ventina d’anni nella media del mercato azionario quasi certamente darà risultati molto positivi. Ma investendo trenta, quaranta o più anni in azioni si ha la quasi certezza di cambiare drasticamente in meglio il tenore di vita della propria famiglia.
Sono stati scritti oltre duemila libri per spiegare come il più grande investitore in attività, Warren Buffett, abbia fatto a generare tutta quella enorme ricchezza, ma quasi nessuno coglie l’aspetto centrale.
Capire la finanza con Warren Buffett
La stima del patrimonio di Warren Buffett nel 2021, a 91 anni, è pari a 103 miliardi di dollari. Quanta parte di questo patrimonio aveva Buffett all’età di 60 anni? Bada bene, non ho scritto a 40 anni, ho scritto all’età nella quale molti auspicano di andare in pensione: 60 anni.
Interrompi per un poco la lettura e prova stimare nella tua testa quale fosse il patrimonio di Warren Buffett, che oggi è stimato in 103 miliardi di dollari, quando aveva 60 anni, cioè 32 anni fa. Forse la metà? Forse un terzo? Forse un decimo?
Il 96% della ricchezza attuale di Warren Buffett è stata generata dopo i suoi 60 anni.
Indubbiamente Buffett ha delle abilità straordinarie nell’investire il denaro, ma il fattore principale che lo ha reso così ricco è il fattore tempo, la magia della capitalizzazione composta. Buffett ha raggiunto il suo primo milione di dollari (in valore di oggi, cioè aggiustato per l’inflazione) a 26 anni, ha raggiunto i 100 milioni di dollari a poco meno di 50 anni, ed ha fatto il suo primo miliardo di dollari a 56 anni. A poco più di 60 anni erano 10 miliardi e dopo altri trent’anni sono diventati oltre 100 miliardi.
Sicuramente c’è tantissimo da imparare da Warren Buffett su come investire, ma la prima lezione è che il rendimento è generato per il 90% dal tempo! E’ la magia dell’interesse composto a fare la gran parte del lavoro.
Ovviamente, affinché questa magia avvenga, qualche ingrediente lo dobbiamo mettere noi – come vedremo nel prossimo paragrafo – ma se Warren Buffett avesse smesso di investire a 60 anni e si fosse ritirato in Florida come moltissimi miliardari americani, il 96% della sua ricchezza attuale non si sarebbe mai formata!
Non risparmiare a sufficienza
Capire la finanza non è facile. La magia dell’interesse composto ha bisogno di un ingrediente fondamentale: il risparmio.
Rispetto al capitale che “la magia” può generare nei decenni (molti decenni), la quantità di risparmio che dobbiamo mettere è veramente bassa, ma durante i primi anni di investimento il grosso del capitale messo da parte sarà formato dal risparmio, non dal rendimento.
Se non si ha una buona capacità di risparmio, i mercati finanziari saranno un luogo dove butterai via soldi, non dove li accrescerai!
Molti investitori che hanno bisogno di più soldi per le proprie spese pensano di usare i mercati finanziari per permettersi cose che altrimenti non potrebbero permettersi. Questo può andare bene in età post-lavorativa, ma fino a quando hai una fonte di reddito, la tua prima “fonte di rendimento” deve essere la riduzione delle spese e l’aumento dei redditi.
Il risparmio non è una questione di quantità di reddito è una questione di mentalità
Aumentare i redditi, ovviamente, va benissimo, ma la scusa che non si guadagna abbastanza per poter risparmiare è, appunto, una scusa.
Il risparmio deve essere la prima uscita messa a budget, non il risultato della differenza tra i propri redditi e tutte le altre spese.
Non acquisire l’abitudine a risparmiare almeno il 10% del proprio reddito è una delle prime ragioni per le quali non guadagni nei mercati finanziari.
I flussi di risparmio, oltre a costituire l’ingrediente essenziale della “magia dell’interesse composto” sono anche il principale strumento per gestire le oscillazioni dei mercati finanziari e capire la finanza. Un buon piano finanziario si fonda sulla capacità di risparmio. Se manca quella, costruiamo un castello senza fondamenta.
Paura ed avidità
La cattiva gestione delle emozioni è l’ultimo grande ostacolo che ti impedisce di guadagnare bene nei mercati finanziari. Le scelte finanziarie in genere non sono fatte attraverso un piano d’investimento, ma sulla spinta emotiva. Può essere una delle varie sfumature della paura, che fa vendere esattamente quando dovremmo comprare. Oppure può essere l’avidità che fa entrare nei mercati dopo anni nei quali siamo stati alla finestra a guardare crescere i mercati perché “i mercati sono cari e prima o poi crolleranno”. Peccato che il crollo avviene, in genere, quando gli ultimi “avidi più reticenti” si convincono ad entrare nel mercato e non c’è più nessuno che sostiene i prossimi acquisti.
Non mi dilungo su questo argomento perché ho scritto diversi articoli in materia.
Il cuore del discorso è che queste emozioni non vanno represse, vanno trasformate. Per chi vuole approfondire e capire la finanza un po’ di più, consiglio di leggere questo articolo: “Il tao del denaro: trasformare paura e avidità“.
Capire la finanza. Perché non fai le cose giuste per guadagnare?
Come ho più volte scritto e come forse hai compreso anche in questo articolo, fare le cose giuste per guadagnare moltissimo con i mercati finanziari è semplice, ma non è facile.
Tutti possono farlo, ma pochissimi lo fanno. Cosa gli impedisce di capire la finanza?
Il circolo vizioso rappresentato da questo schema.
Fai le azioni sbagliate (ad esempio non risparmi a sufficienza, non investi in azioni abbastanza o lo fai quando sono in bolla, vendi quando tutto crolla, investi in cose eccessivamente rischiose, ecc.) sulla scia di emozioni fuorvianti (come detto nel paragrafo precedente, tipicamente le emozioni di paura e l’avidità).
Le emozioni fuorvianti sono generate da pensieri errati, ad esempio il pensiero ossessivo di recuperare le perdite, spesso associato con la necessità di recuperare le minusvalenze, è uno dei pensieri più dannosi.
Capire la finanza. L’abitudine al risparmio
Questi pensieri errati sono generati da credenze sbagliate, ad esempio hai una credenza sbagliata su come si generano i rendimenti nei mercati finanziari, oppure credi che tu non sei in grado di risparmiare perché guadagni troppo poco. Il sistema di credenze più impattante sui pensieri è la credenza circa la propria visione di sé. Il mare di giudizi che ci auto-infliggiamo e che, in genere, sono nati con giudizi altrui (di genitori, insegnanti, amici) che noi abbiamo accettato. Le credenze si rafforzano attraverso le nostre abitudini che a loro volta sono generate dal ripetersi delle azioni, e così il circolo si chiude. L’abitudine al risparmio, ad esempio, è una delle principali abitudini impattanti sulla tua ricchezza futura, ma anche l’abitudine di porsi obiettivi e verificare l’andamento degli stessi, crearsi regole d’investimento sistematiche, controllare il proprio portafoglio finanziario, ecc.
L’insieme di queste abitudini creerà nuove convinzioni o rafforzerà quelle già in essere, sia in positivo che in negativo.
Piccoli passi
Il segreto per cambiare questo ciclo è farlo per piccoli passi. Non si può pensare di cambiare i nostri pensieri di punto in bianco, tutti insieme, perché il nostro sistema di credenze rimane lì dov’è e genererà pensieri errati. Non si può neppure pensare di cambiare le nostre azioni e capire la finanza con la sola “forza di volontà” perché presto le nostre emozioni torneranno a farsi sempre più forti.
Il cambiamento deve avvenire gradualmente, piccola azione per piccola azione, passando da esperienze emozionali correttive che facciano fare alcuni “click-interiori”, dei cambiamenti di credenze, che gradualmente cambieranno i nostri pensieri, quindi le emozioni, le azioni e le abitudini, chiudendo il cerchio in positivo.
E’ un lavoro impegnativo e per questo così poche persone riescono a farlo, ma – al tempo stesso – è alla portata di tutti e certamente ne vale la pena!
Tekta Consulting
Capire la finanza. La Tekta Consulting srl è nata da un progetto avviato nel settembre del 2000 per iniziativa di un gruppo di professionisti toscani, con diverse competenze ma identità di valori e principi, che si sono uniti con l’intento di fornire prestazioni professionali di altissimo livello rivolte sia ad aziende che a privati. Tekta Consulting è la prima società di consulenza italiana ad integrare il servizio di consulenza finanziaria indipendente rivolta ai privati nell’ambito di uno studio professionale multidisciplinare.
L’azienda è suddivisa in tre settori. L’ area aziende e l’area privati sono i settori operativi mentre il settore Assistenza Legale è di supporto all’intera attività aziendale ma è utilizzabile anche separatamente per affrontare problematiche giuridicamente rilevanti.
I settori sono separati ma sinergici ed integrati.
Tekta Consulting
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