California fa causa a ExxonMobil per inganno sul riciclo della plastica
Perché California sta facendo causa a ExxonMobil
California sta intraprendendo azioni legali contro ExxonMobil, accusandola di aver perpetuato una “campagna di inganni” riguardo al riciclaggio della plastica. La causa, presentata questa settimana, accusa il colosso petrolifero di aver ingannato i consumatori per anni, pubblicizzando il riciclaggio come una soluzione per prevenire l’inquinamento da plastica. La plastica è difficile e relativamente costosa da riciclare e molto poco di essa viene effettivamente riutilizzata, ma l’industria ha continuato a promuovere il riciclaggio come una soluzione praticabile. Questo è il motivo per cui la California desidera ritenere ExxonMobil responsabile per il ruolo che ha avuto nel riempire discariche e corsi d’acqua con plastica. Le materie plastiche sono realizzate con combustibili fossili e la California afferma che ExxonMobil è il maggior produttore di polimeri di plastica monouso.
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ExxonMobil ha difeso la propria posizione in una risposta inviata via email a The Verge, affermando: “Per decenni, i funzionari della California hanno saputo che il loro sistema di riciclaggio non è efficace. Non hanno agito e ora cercano di incolpare gli altri. Invece di citarci in giudizio, avrebbero potuto collaborare con noi per risolvere il problema e mantenere la plastica fuori dalle discariche.”
Nel corso di un’intervista con il procuratore generale della California, Rob Bonta, riguardo al riciclaggio della plastica e alle accuse contenute nella causa storica, è emersa una questione fondamentale: la percezione del pubblico. Molti crescono con la convinzione che riciclare la plastica sia una cosa positiva. Ma la realtà scoperta da Bonta è sconvolgente, specialmente per i giovani che compiono sforzi adamantini per smaltire correttamente i loro rifiuti. La maggior parte della plastica non viene riciclata e finisce in discariche o nell’ambiente, il che porta a un confronto scomodo con la verità sulla sostenibilità delle pratiche di riciclaggio promosse dall’industria.
Il mito del riciclaggio della plastica
Molti consumatori sono stati indotti a credere che il riciclaggio della plastica possa essere una soluzione efficace per l’inquinamento ambientale. Tuttavia, secondo il procuratore generale Rob Bonta, esiste un’illusione diffusa, supportata in gran parte da ExxonMobil e altre aziende del settore petroli, riguardo alla reale efficacia del riciclaggio. Bonta sottolinea che in realtà solo il 5% della plastica negli Stati Uniti viene effettivamente riciclata, una statistica allarmante che molte persone ignorano. La maggior parte dei prodotti in plastica, anche quelli etichettati con simboli di riciclaggio, finisce nei rifiuti, nei corsi d’acqua o nelle discariche.
ExxonMobil ha condotto per anni una “campagna di inganni” sulla sostenibilità del riciclaggio della plastica, secondo quanto sostiene la California. Incoraggiando i consumatori a continuare a comprare plastica, l’industria ha creato una falsa sensazione di sicurezza e responsabilità ambientale. La gente è portata a pensare che l’acquisto di prodotti in plastica sia accettabile, poiché possono essere riciclati. Questo comportamento è stato alimentato dall’idea che esista una soluzione sostenibile e ripetibile per l’inquinamento da plastica, mentre in realtà la maggior parte di questi materiali non viene mai reinserita nel ciclo produttivo.
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Bonta riporta un’esperienza toccante, parlando di un’adolescente che, sebbene avesse messo grande impegno nel riciclare, ha scoperto che il suo lavoro era per lo più vano. Questa consapevolezza può avere un forte impatto emotivo sui giovani, portandoli a sentirsi impotenti di fronte alla crisi dei rifiuti di plastica. La verità, secondo Bonta, è fondamentale; è cruciale affrontare e smascherare le false promesse fatte dai produttori di plastica, affinché il pubblico possa prendere decisioni informate e promuovere un cambiamento reale.
Scoperte sorprendenti nella documentazione
Durante l’indagine condotta dalla California, il procuratore generale Rob Bonta ha rivelato l’emergere di documenti mai visti prima che espongono le pratiche di “greenwashing” perpetrate da ExxonMobil. Queste nuove evidenze riguardano un’approccio che si fa chiamare “riciclaggio avanzato”, un termine utilizzato dalla compagnia per descrivere una tecnologia che, a ben vedere, non è né avanzata né realmente riciclaggio. I documenti mostrano che ciò che ExxonMobil definisce innovativo è, in realtà, una tecnologia obsoleta, già utilizzata prima della fusione delle aziende Exxon e Mobil.
Secondo Bonta, il processo di “riciclaggio avanzato” implica il riscaldamento della plastica per ridurla ai suoi componenti fondamentali, ma non produce il tipo di plastica che ci si aspetterebbe da un reale processo di riciclaggio. Infatti, solo il 8% di ciò che viene trattato tramite questo metodo viene trasformato in nuovi materiali plastici. La stragrande maggioranza, il 92%, si trasforma invece in combustibili da trasporto e altri materiali chimici. Questi prodotti, dopo essere stati utilizzati, vengono bruciati, rilasciando emissioni inquinanti nell’ambiente, il che contraddice fondamentalmente il concetto di riciclaggio come sostenibilità.
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Bonta sottolinea quanto questa rivelazione possa sorprendere e deludere i consumatori che credono di partecipare attivamente a una soluzione ecologica semplicemente smaltendo correttamente la plastica. La manipolazione delle informazioni da parte di ExxonMobil ha creato un’illusione di riciclabilità che ha indotto le persone ad acquistare più plastica, rafforzando un ciclo dannoso di produzione e consumo. L’idea che questo inadeguato sistema di riciclaggio possa portare a un mondo più pulito e sostenibile è uno dei principali inganni smascherati dalla scoperta di questi documenti.
Possibili conseguenze per California
Se la California dovesse vincere il caso contro ExxonMobil, le conseguenze potrebbero rivelarsi significative per l’intero stato. Attualmente, il costo che Californians affrontano a causa delle menzogne e della disinformazione di ExxonMobil sull’argomento del riciclaggio ammonta a circa un miliardo di dollari all’anno. Questa somma è destinata alle operazioni di pulizia e ai danni arrecati dalla crisi dell’inquinamento da plastica, una questione che richiede l’attenzione immediata delle autorità e dei cittadini.
Un risultato positivo della causa sarebbe un’ingiunzione che impedirebbe a ExxonMobil di continuare a diffondere informazioni fuorvianti sul riciclaggio. Se il tribunale dovesse accogliere la richiesta della California, la compagnia sarebbe obbligata a presentare comunicazioni veritiere riguardo alla riciclabilità dei prodotti in plastica, contrastando così le affermazioni che hanno alimentato il mito della plastica riciclabile senza restrizioni.
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Inoltre, TexonMobil potrebbe essere obbligata a creare un fondo di abatement, finanziato con miliardi di dollari, che verrebbe utilizzato per affrontare i problemi causati dall’inquinamento da plastica. Tale fondo potrebbe contribuire a campagne educative destinate a sensibilizzare la popolazione sulla realtà del riciclaggio. I cittadini verrebbero informati che soltanto il 5% dei rifiuti in plastica viene riciclato, mentre il restante 95% spesso finisce in discariche o nell’ambiente, danneggiando risorse naturali e salute pubblica.
Altre azioni legali potrebbero portare a riconoscere il disgorgimento dei profitti, costringendo ExxonMobil a restituire eventuali profitti ottenuti in modo illecito grazie a pratiche ingannevoli. La California sta anche cercando di imporre penali civili e altri oneri per garantire che la compagnia risponda delle sue azioni. In sostanza, il risultato di questa causa potrebbe influenzare non solo l’industria della plastica, ma anche l’intero panorama normativo e informativo in tema di sostenibilità e responsabilità ambientale nello stato.
Impatto della contaminazione sulle comunità immigrate
Il procuratore generale Rob Bonta ha condiviso esperienze personali che evidenziano l’impatto devastante dell’inquinamento da plastica sulle comunità, in particolare quelle immigrate. Bonta ricorda una conversazione con sua figlia, preoccupata per il futuro del pianeta, che ha affermato di non voler avere figli a causa della paura di portare nuove vite in un mondo in cui le condizioni ambientali stanno rapidamente peggiorando. Questa testimonianza mette in luce le profonde preoccupazioni che le generazioni più giovani e le comunità vulnerabili hanno di fronte alla crisi ambientale causata dall’inquinamento da plastica.
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Le comunità immigrate spesso subiscono un carico ambientale sproporzionato, principalmente a causa della loro vicinanza a siti industriali, discariche e traffico pesante. Questo è il caso di aree come Long Beach, dove l’inquinamento atmosferico derivante dalle operazioni portuali colpisce direttamente la salute e la qualità della vita dei residenti, molti dei quali appartengono a minoranze etniche. Tali realtà non solo compromettono la salute fisica dei cittadini, ma creano anche un senso di impotenza e vulnerabilità.
Bonta sottolinea che è cruciale affrontare queste ingiustizie non solo dal punto di vista legale, ma anche concependo politiche che prendano in considerazione le specifiche esigenze di queste comunità. La lotta contro le menzogne di ExxonMobil sul riciclaggio della plastica non è solo una questione di responsabilità aziendale, ma anche un passo verso la protezione delle futuro delle famiglie che vivono in queste aree. Le esperienze di vita delle persone, unite ai dati scientifici, devono guidare l’azione per garantire un ambiente sano e sostenibile.
La sfida sta nell’educare e nel preparare le comunità a domandare giustizia per la loro salute e il loro ambiente. Bonta afferma la necessità di intraprendere azioni legali come questa causa con ExxonMobil, non solo per riparare ai danni passati, ma per costruire un futuro migliore e più equo per tutti i cittadini della California, in particolare per coloro che si sentono trascurati e invisibili nel dibattito pubblico sull’inquinamento e la sostenibilità.
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