BSA: in Italia impegno stabile nelle politiche sul cloud computing
BSA, The Software Alliance (Business Software Alliance) ha presentato i risultati del Global Cloud Computing Scorecard 2018, uno dei più importanti studi volto a valutare le politiche in ambito cloud a livello mondiale. L’Italia si situa al nono posto fra le 24 nazioni principali a livello economico, con un leggero decremento rispetto alla classifica del 2016, che vedeva il nostro Paese all’ottavo posto. Questo risultato è legato alla migliore performance di altri Paesi – in particolare in termini di infrastruttura IT e sviluppo della banda larga – e al ribilanciamento della metodologia Scorecard: conferma comunque che in Italia l’ambiente legale e regolamentare continua ad incoraggiare lo sviluppo dell’innovazione nel campo del cloud.
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La nuova edizione dello studio Global Cloud Computing Scorecard fornisce la roadmap in ambito policy, per incoraggiare l’adozione del cloud, quale leva fondamentale per la crescita economica locale. Qui di seguito l’analisi dei risultati italiani.
IL QUADRO ITALIANO
Il quadro legislativo italiano sulla protezione dei dati è esauriente, ma prevede alcuni requisiti di registrazione che risultano onerosi e non necessari, insieme ad alcune limitazioni al flusso dei dati, come in altri Paesi dell’Unione Europea. L’Italia garantisce un adeguato livello di protezione della proprietà intellettuale per i servizi di cloud computing, inclusa la tutela “safe harbor” relativa alla responsabilità per la violazione di terze parti.
L’Italia ha una solida legislazione sul cybercrime e ha sviluppato un’adeguata e concreta strategia di sicurezza informatica, in collaborazione con l’Agenda Digitale Italiana – l’iniziativa guidata dal Governo per investire nel digitale e guidarne lo sviluppo. Inoltre il nostro Paese si è dotato di una moderna legislazione sulla firma elettronica e l’e-commerce, impegnandosi a rispettare gli standard internazionali e l’interoperabilità.
GLI ALTRI PAESI
Nel 2018 la maggior parte dei Paesi continua a migliorare, ma alcuni mercati sono in ritardo. La Germania ha ottenuto il punteggio più alto nello Scorecard, grazie alle sue politiche nazionali sulla sicurezza informatica e alla promozione del libero scambio, seguita da vicino dal Giappone e dagli Stati Uniti. Chiudono invece la classifica Russia, Cina, Indonesia e Vietnam, che non sono riusciti ad allinearsi all’approccio internazionale.
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KEY FINDINGS
- Politiche avanzate in materia di privacy e sicurezza sono gli elementi di distinzione dei principali paesi in classifica rispetto ai mercati in ritardo. I paesi continuano ad aggiornare e perfezionare i loro sistemi di data protection, il più delle volte con modalità che consentono flussi di dati attraverso i confini nazionali. Diversi paesi, tuttavia, non hanno ancora adottato adeguate leggi in materia di privacy.
- I mercati emergenti continuano a essere in ritardo nell’adozione di politiche favorevoli al cloud, ostacolandone la crescita. Gli esempi includono normative che impongono barriere significative per i fornitori di servizi cloud, requisiti di localizzazione dei dati e una scarsa tutela in termini di cybersecurity.
- Le deviazioni dagli standard ampiamente adottati e dagli accordi internazionali frenano i mercati chiave. Standard, certificazioni e test riconosciuti a livello internazionale aiutano a migliorare l’ambiente di sicurezza per il cloud computing, ma non tutti i Paesi riconoscono tali best practice come conformi agli standard locali
- Quei pochi Paesi che hanno adottato politiche di localizzazione pagano un prezzo alto. I requisiti di localizzazione dei dati agiscono da barriera al cloud computing, causando impatti finanziari negativi per i mercati locali.
- · Un’accresciuta attenzione sullo stato dell’arte dell’infrastruttura IT e della banda larga porta a risultati interessanti. La capacità di paesi e aziende di far leva sul cloud computing per la crescita richiede l’accesso a una rete potente. Mentre quasi tutti i paesi continuano a lavorare per migliorare l’accesso alla banda larga, il successo di tali sforzi rimane ancora poco consistente.
IL QUADRO GIURIDICO
Esaminando il quadro giuridico e normativo dei 24 Paesi, lo Scorecard mira a fornire una piattaforma di discussione tra i policymaker e i fornitori di servizi cloud. Questo dialogo può aiutare a sviluppare un sistema di leggi e regolamenti allineato a livello internazionale, che faciliti il ??cloud computing.
“Il Global Cloud Computing Scorecard è uno strumento che può aiutare i Paesi a valutare in modo costruttivo le proprie politiche e quindi definire le azioni successive per incrementare l’adozione del cloud computing”, commenta Victoria Espinel, Presidente e CEO BSA. “Il cloud computing consente a chiunque di accedere a tecnologie in precedenza disponibili solo per le grandi organizzazioni, aprendo la strada a una maggiore connettività e innovazione. I Paesi che adottano il libero flusso di dati, implementano soluzioni di cybersecurity all’avanguardia, proteggono la proprietà intellettuale e definiscono un’infrastruttura IT che continuerà a raccogliere tutti i benefici del cloud computing per le aziende e per i cittadini.”
La Classifica completa delle 24 nazioni analizzate – con il dettaglio di tutti i risultati – è disponibile all’indirizzo www.bsa.org/cloudscorecard
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BSA, The Software Alliance (www.bsa.org), è il più importante patrocinatore del settore globale del software nei rapporti con le istituzioni e il mercato internazionale. I suoi soci annoverano alcune tra le aziende più innovative al mondo, che creano soluzioni software che spronano l’economia e migliorano la vita moderna.
Con sede centrale a Washington (DC) e uffici operativi in oltre 60 nazioni, BSA è all’avanguardia nel creare programmi di conformità che promuovono l’uso del software legale ed è fautrice di politiche pubbliche che stimolano l’innovazione tecnologica e guidano la crescita nell’economia digitale.
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