Bitcoin: c’è sempre stato un pump dopo le elezioni USA
Da quando esiste, il prezzo di Bitcoin ha sempre registrato un pump dopo le elezioni presidenziali negli USA. La cosa potrebbe anche non essere una mera casualità, pertanto in teoria potrebbe anche ripetersi quest’anno.
Le prime elezioni USA di Bitcoin e il pump successivo risalgono al 2012, anno in cui Bitcoin era già presente nel panorama finanziario. In questa occasione, il prezzo di BTC chiuse a poco meno di 11$ il giorno prima delle elezioni e, sebbene non vi fosse un grande movimento immediato, il prezzo iniziò a salire a partire dall’halving di fine novembre. A gennaio 2013, il prezzo esplose superando i 20$, segnando l’inizio di una bullrun storica.
Nelle elezioni del 2016, il prezzo di Bitcoin rimase relativamente stabile attorno ai 650$ prima dell’8 novembre, giorno delle elezioni, ma successivamente salì a oltre 20.000$ entro dicembre 2017. Questo evidenzia un ciclo di crescita significativo, nonostante le vittorie e i cambiamenti politici che avevano caratterizzato quel periodo.
Anche nel 2020, con l’halving avvenuto l’11 maggio e le elezioni del 3 novembre, Bitcoin nuovamente dimostrò un incremento di valore. In confronto alle elezioni passate, il prezzo di BTC era già in risalita e chiuse il mese di novembre oltre i 19.000$. Tuttavia, il successivo divieto cinese influenzò negativamente il mercato, portando il prezzo a una correzione.
I segni di un pump post-elettorale si ripetono chiaramente attraverso la storia di Bitcoin, creando aspettative sul possibile comportamento del mercato alla luce delle prossime elezioni degli Stati Uniti e delle dinamiche economiche attuali.
La storia dei pump di bitcoin post-elettorali
I dati storici evidenziano un pattern ben definito riguardo al prezzo di Bitcoin in seguito alle elezioni presidenziali USA. In particolare, si osserva un incremento significativo del valore di BTC che sembra seguire una logica ciclica associata agli eventi elettorali.
Nel 2012, il primo anno in cui Bitcoin era già un attore sul mercato, il prezzo subì una lieve fluttuazione post-elettorale, ma il vero boom si verificò dopo il primo halving avvenuto a novembre. Questo episodio rappresentò il catalizzatore di una reazione a catena che portò Bitcoin da una quotazione di circa 12$ a oltre 180$ in pochi mesi.
Proseguendo con il 2016, la situazione si ripeté: nonostante una preliminare stabilità, il prezzo aumentò drasticamente dopo le elezioni, scioccando gli osservatori del mercato con un balzo fino a quasi 20.000$ entro la fine del 2017. Questa escalation non era prevista, ma è stata alimentata da vari fattori, tra cui il clima politico e il sentimento degli investitori.
Con le elezioni del 2020, Bitcoin fece registrare un nuovo aumento notevole, chiudendo il mese di novembre a oltre 19.000$. Anche in questo caso, il prezzo era già in crescita prima dell’evento, abbastanza da confermare la tendenza storica dei pump post-elettorali. Le dinamiche economiche, inclusi i provvedimenti governativi sul QE e l’andamento del dollaro, hanno avuto un ruolo cruciale nelle oscillazioni del prezzo di Bitcoin.
Ogni ciclo elettorale ha dimostrato come Bitcoin possa rispondere in maniera quasi prevedibile a tali eventi, creando così aspettative per il futuro delle sue valutazioni, nonostante le peculiarità che ogni elezione porta con sé.
L’analisi del pump del 2012
Nel 2012, il contesto economico globale stava iniziando a vedere una crescente attenzione verso Bitcoin, che si stava affermando come una nuova classe di asset. Durante le elezioni presidenziali statunitensi del 6 novembre 2012, il prezzo di BTC si attestava a poco sotto gli 11$, mostrando una certa stabilità. Tuttavia, il vero catalizzatore per l’esplosione del prezzo si rivelò essere l’halving che avvenne il 28 novembre seguente. Questo evento dimezzò la ricompensa per il mining di Bitcoin, creando una scarsità percepita dell’asset.
Il giorno dell’halving, il prezzo di Bitcoin aveva già superato i 12$. Sebbene inizialmente il mercato non mostrasse reazioni drammatiche nei giorni immediatamente successivi, il fenomeno di accumulo iniziò a consolidarsi nel mese di dicembre. In quel periodo, il aumento del valore di BTC si rivelò costante e, addirittura, accelerò significativamente nei mesi successivi, portando il prezzo a superare i 20$ già a gennaio 2013.
Questa crescita esponenziale non si fermò qui; nel giro di pochi mesi, il valore di Bitcoin toccò punte sopra i 180$, culminando in un incremento straordinario. Questa fase di bullrun storica non fu soltanto il risultato di un evento isolato ma di una somma di fattori, tra cui l’interesse crescente degli investitori e un aumento della consapevolezza sull’asset digitale. L’halving, quindi, si rivelò essere un potente motore di crescita del prezzo, confermando l’aspettativa che cicli simili possono manifestarsi ogni volta che si verifica una rivalutazione fondamentale della risorsa.
La reazione del mercato dopo le elezioni del 2012 e l’impatto congiunto dell’halving evidenziano come Bitcoin possa comportarsi in modo ciclico. Ciò lascia aperta la possibilità di ulteriori incrementi significativi nei periodi postelettorali futuri, e in questo momento la storia di Bitcoin potrebbe ripetersi, creando opportunità interessanti per gli investitori.
Il pump del 2016 e il suo significato
Nel 2016, il contesto economico e politico si rivelò particolarmente dinamico, con le elezioni presidenziali negli USA che avvennero l’8 novembre e l’impatto del secondo halving di Bitcoin, realizzato il 9 luglio. Questo halving segnò un’importante riduzione della ricompensa per i miner, da 25 a 12,5 BTC, contribuendo a una scarsità percepita dell’asset. Prima delle elezioni, il prezzo di Bitcoin si mantenne attorno ai 650$, con una leggera flessione alla fine di luglio.
Poco prima delle elezioni, il prezzo di Bitcoin risalì a oltre 700$, chiudendo il giorno delle elezioni con una modesta crescita che lo portò poco oltre i 710$. La reazione del mercato post-elettorale non fu immediata, e ci vollero alcuni giorni affinché gli investitori iniziarono a percepire l’andamento positivo delle quotazioni di BTC. In pochi giorni dopo il voto, al 20 novembre, il prezzo salì a 750$, segnando l’inizio di una fase di accumulo che sfociò in un’esplosione del valore di BTC.
Nel corso del mese di dicembre, il prezzo proseguì la sua ascesa, superando gli 800$ e mantenendo una crescita quasi ininterrotta. Questo slancio culminò in un vero e proprio boom nel 2017, quando Bitcoin raggiunse i 20.000$ entro la fine dell’anno. Questa straordinaria performance evidenziò come le elezioni e i cambiamenti politici potevano influire sul sentiment degli investitori, alimentando aspettative e dinamiche di mercato.
I massimi storici toccati nel dicembre del 2017 dipendono non solo dall’halving, ma anche da quanto accaduto nel panorama politico, con un nuovo presidente e le sue politiche economiche che contribuirono a modificare le dinamiche di fiducia. La correlazione tra le elezioni e il successivo pump di Bitcoin si fece quindi evidente, indicandone un potenziale impatto nella formazione dei contesti di investimento. In sostanza, il pump del 2016 ha consolidato l’idea che Bitcoin reagisce a eventi significativi come le elezioni, determinando un’ampia riflessione su come le future elezioni presidenziali potrebbero influenzare l’andamento del mercato.
L’andamento del prezzo di bitcoin nel 2020
Nel 2020, il ciclo elettorale e il relativo andamento di Bitcoin si trovano al centro di uno scenario complesso e inaspettato. L’halving di Bitcoin, avvenuto l’11 maggio, ha segnato un’importante diminuzione della disponibilità dell’asset, in concomitanza con lo shock economico generato dalla pandemia di COVID-19. Prima dell’halving, il prezzo di BTC oscillava attorno agli 8.600$, ma la situazione cambiò radicalmente nei mesi successivi.
A ottobre, Bitcoin iniziò a riacquistare forza, superando il traguardo di 13.000$ il giorno prima delle elezioni, che si tennero il 3 novembre. Questo incremento di valore ha evidenziato un chiaro impulso rialzista, che si era già manifestato nella seconda metà di ottobre, suggerendo che gli investitori stavano scommettendo su un incremento del prezzo nel periodo post-elettorale.
La reazione del mercato dopo le elezioni dimostrò nuovamente la resilienza di Bitcoin. Chiudendo il mese di novembre a oltre 19.000$, il prezzo di BTC mostrava un notevole slancio, evidenziando che il sentimento degli investitori rimaneva generalmente positivo. Tuttavia, a differenza dei cicli precedenti, il clima economico era influenzato anche da fattori globali, come le misure di quantitative easing messe in atto dalla Federal Reserve, che contribuivano a spingere l’interesse verso asset alternativi come Bitcoin.
Tuttavia, la situazione subì un brusco cambiamento con il divieto imposto dalla Cina sui miner di criptovalute, che a maggio 2021 portò a una pesante correzione del prezzo, facendolo scendere a 30.000$. Nonostante questo, a novembre dello stesso anno, Bitcoin riuscì a toccare nuovi massimi storici, sfiorando i 70.000$.
Il 2020 ha dunque rappresentato un anno cruciale, in cui, pur se afflitto da oscillazioni dovute a eventi globali, ha mantenuto la tendenza storica del pump post-elettorale, arricchendo così ulteriormente il contesto di riferimento per gli investitori e le loro aspettative sulle future elezioni e le dinamiche del mercato delle criptovalute.
Aspettative per il 2024: procedere con cautela
Quest’anno le elezioni presidenziali negli USA sono fissate per il 5 novembre, con l’halving di Bitcoin che si è già verificato il 20 aprile. L’anno 2024 si presenta come un’anomalia rispetto ai cicli precedenti, poiché per la prima volta nella sua storia, Bitcoin ha raggiunto un nuovo massimo storico poche settimane prima dell’halving, superando i 73.000$ a marzo. Questa estrema volatilità pre-elettorale, combinata con i recenti sviluppi nel mercato degli ETF su BTC spot, ha contribuito a spingere il prezzo del crypto-asset a nuovi livelli record.
La domanda principale è: il passato si ripeterà? Potrebbe partire una nuova bull run dopo le elezioni di quest’anno? Per analizzare queste aspettative, è cruciale comprendere le ragioni per cui il prezzo di Bitcoin tende a performare bene dopo le elezioni. Le correlazioni inverse tra Bitcoin e la forza del dollaro rappresentano un punto chiave: quando il dollaro si indebolisce, Bitcoin tende a salire. Questa dinamica si verifica spesso nei periodi post-elettorali, dove storicamente si observa un indebolimento del dollaro nei mesi successivi al voto.
Nel 2024, il dollaro si era rafforzato fino ad aprile, ma ha già mostrato segni di indebolimento. È plausibile che questa tendenza possa continuare nei prossimi mesi, soprattutto dopo le elezioni. Tuttavia, le peculiarità del mercato di quest’anno indicano che ci sono molte variabili in gioco. Sebbene ci siano presupposti per una nuova bull run, la storia di Bitcoin ha dimostrato che non sempre i cicli si ripetono in modo esatto e le dinamiche economiche attuali sono molto diverse da quelle del passato.
È quindi fondamentale per gli investitori procedere con cautela, analizzando attentamente la situazione attuale e considerando non solo la storicità dei pump post-elettorali, ma anche le inflazioni, i potenziali eventi globali e le politiche economiche che possono influenzare il mercato di Bitcoin e le sue valutazioni nei mesi a venire.