Biden intensifica controlli su Shein e Temu, rallentando le spedizioni negli USA
AGGIORNAMENTO DEL 16/09/2024 ORE 13:30
Riceviamo il seguente testo dall’ufficio stampa Tonka per conto del portavoce di Temu che integralmente ripubblichiamo come richiesto:
Sin dal lancio di Temu nel settembre 2022, la nostra missione è stata quella di offrire ai consumatori una più ampia selezione di prodotti di qualità a prezzi accessibili. Questo obiettivo è stato raggiunto attraverso un modello commerciale efficiente che elimina gli intermediari non necessari, consentendoci di trasferire i risparmi direttamente ai nostri clienti.
La crescita di Temu non dipende dalla politica de minimis. Stiamo esaminando le nuove proposte di regolamento e continuiamo a impegnarci per offrire valore ai consumatori.
Misure proposte per le piattaforme e-commerce
L’amministrazione Biden ha avanzato proposte di normative che potrebbero aumentare i costi per le piattaforme e-commerce cinesi come Shein e Temu, limitando la loro capacità di spedire beni negli Stati Uniti senza dazi. Nella sua dichiarazione, il presidente Joe Biden ha accusato queste piattaforme di sfruttare l’«esenzione de minimis», che permette di importare spedizioni di valore inferiore a 800 dollari senza dazi. Questo sfruttamento consente alle piattaforme di fornire meno informazioni sui pacchi e di eludere le imposte.
Biden ha evidenziato un aumento preoccupante negli ultimi dieci anni del numero di spedizioni negli Stati Uniti che richiedono l’esenzione de minimis, passando da circa 140 milioni all’anno a oltre 1 miliardo. Ha inoltre notato che la maggior parte di queste spedizioni proviene da piattaforme cinesi, portando a un’inondazione di “grandi volumi di prodotti a basso valore” come tessuti e abbigliamento, che competono nel mercato senza dazi, rendendo difficile l’individuazione di spedizioni illegali o non sicure.
La continuazione di questo presunto abuso non solo danneggerebbe le aziende americane come H&M e Zara, ma renderebbe anche difficile l’applicazione delle leggi commerciali statunitensi, dei requisiti di salute e sicurezza, dei diritti di proprietà intellettuale e delle normative di protezione dei consumatori. Biden ha insistito sulla necessità di un cambiamento, avvertendo che “per ridurre il rischio di danni ai consumatori, lavoratori, rivenditori e produttori americani, non possiamo più tollerare queste pratiche.”
Per affrontare questa situazione, Biden propone di escludere dall’esenzione de minimis tutte le spedizioni che contengono prodotti soggetti a tariffe imposte ai sensi delle Sezioni 201 o 301 della Trade Act del 1974, o della Sezione 232 della Trade Expansion Act del 1962. Questo colpirebbe direttamente alcune piattaforme e-commerce e altri venditori stranieri che al momento evitano le tariffe spedendo articoli dalla Cina agli Stati Uniti e richiedendo l’esenzione de minimis.
- Le nuove regole richiederanno inoltre che le piattaforme e-commerce forniscano informazioni più dettagliate sulle spedizioni, come il numero tariffario a dieci cifre e l’identità della persona che richiede l’esenzione de minimis.
- Queste misure mirano a eliminare le spedizioni illegali che abusano della politica de minimis, contribuendo così a salvaguardare il mercato statunitense e a proteggere i consumatori.
Conil presidente che chiede maggiore trasparenza e responsabilità, il contesto sta cambiando rapidamente per le piattaforme e-commerce cinesi, contrassegnando un potenziale punto di svolta nelle dinamiche commerciale tra Cina e Stati Uniti. La pressione per una maggiore regolazione continua a crescere, mentre i funzionari statunitensi cercano di proteggere i lavoratori e le industrie domestiche dalla concorrenza giudicata sleale e potenzialmente dannosa.
Difesa dei modelli di business di Shein e Temu
Nonostante le critiche e le nuove proposte di normativa, Shein e Temu non sembrano pronti a frenare la loro rapida crescita. Temu, ad esempio, ha dichiarato tramite un comunicato che la propria missione è sempre stata quella di offrire ai consumatori una selezione più ampia di prodotti di qualità a prezzi competitivi. Secondo un portavoce dell’azienda, questo obiettivo è raggiunto grazie a un modello di business efficiente che elimina i passaggi intermedi, consentendo di trasferire i risparmi direttamente ai clienti.
Inoltre, Temu ha fatto sapere che sta attualmente esaminando le nuove proposte normative, ribadendo il suo impegno nel continuare a offrire valore ai consumatori, evidenziando che le vendite dell’azienda non dipendono esclusivamente dalla politica de minimis. Anche Shein non sembra preoccupata dalle recenti dichiarazioni del presidente Biden. A partire da quest’anno, ha iniziato a condividere volontariamente informazioni aggiuntive riguardo alle sue spedizioni a basso valore negli Stati Uniti come parte di un programma pilota del Customs and Border Protection (CBP) degli Stati Uniti, che mira a trovare un equilibrio tra il monitoraggio dei rischi e il potenziamento dei flussi commerciali legittimi.
Parlando nel merito, un portavoce di Shein ha affermato che l’azienda considera la conformità alle normative di importazione una priorità assoluta, sottolineando il rispetto dei requisiti di segnalazione previsti dalla legge americana in relazione alle spedizioni de minimis. Questo sviluppo arriva dopo che Donald Tang, vicepresidente esecutivo di Shein, ha proposto riforme affinché le regole vengano applicate in modo uniforme, indipendentemente dalla provenienza o dalla destinazione delle spedizioni.
In una lettera inviata a un’associazione commerciale americana, Tang ha evidenziato l’importanza di creare un campo di gioco equilibrato e trasparente che migliori la fiducia dei consumatori e favorisca la competizione basata sulla qualità e sull’autenticità dei prodotti, così come sull’eccellenza del servizio clienti.
Le aziende sembrano quindi adottare strategie destinate a mitigare l’impatto delle nuove regole e a dimostrare le loro buone intenzioni in materia di conformità normativa. La loro resilienza e capacità di adattamento continueranno a essere messe alla prova mentre il dibattito sul futuro delle piattaforme e-commerce cinesi negli Stati Uniti si intensifica. In un ambiente di crescente pressione normativa e preoccupazioni legate alla concorrenza sleale, il modo in cui queste aziende reagiranno potrebbe rivelarsi cruciale per il loro futuro e per il mercato statunitense in generale.
Rischi per la sicurezza e pratiche di lavoro
I commerci online, come quelli rappresentati da Shein e Temu, stanno sollevando preoccupazioni non solo per la loro influenza economica, ma anche per i potenziali rischi legati alla sicurezza dei prodotti e le pratiche lavorative all’interno delle loro catene di approvvigionamento. Negli ultimi anni, le autorità di sicurezza statunitensi hanno avviato formalmente indagini su entrambe le piattaforme a causa di gravi preoccupazioni per la sicurezza, tra cui la vendita di prodotti potenzialmente letali, come articoli per neonati che potrebbero rappresentare un rischio mortale.
Queste preoccupazioni sono amplificate da rapporti di organizzazioni come il China Labor Watch, che ha accusato Temu di imporre condizioni di lavoro disumane, tra cui un’ora straordinaria estrema che obbligherebbe i dipendenti a lavorare fin oltre 380 ore al mese. Tali pratiche non solo mettono in pericolo il benessere dei lavoratori, ma sollevano questioni etiche sulla provenienza dei prodotti e sulle condizioni all’interno dei centri di lavorazione.
Inoltre, c’è un allerta crescente riguardo al modo in cui Shein, pur essendo un attore di successo nel settore della moda veloce, possa essere coinvolta in pratiche di approvvigionamento problematiche. Rapporti hanno suggerito che i suoi metodi di produzione potrebbero essere legati all’utilizzo di cotone proveniente da regioni dove sono state documentate violazioni dei diritti umani, inclusa l’accusa di sfruttamento di lavoratori uiguri, rinchiusi in campi di lavoro.
La questione è complessa e multidimensionale. Molti consumatori sono attratti dai prezzi bassi e dalla rapida disponibilità di prodotti offerti da piattaforme come Shein e Temu. Tuttavia, ignorare i potenziali effetti collaterali sul mercato del lavoro locale e la sicurezza dei prodotti può portare a conseguenze gravi. Un approccio più rigoroso da parte delle autorità di regolamentazione, come il presidente Biden ha suggerito, potrebbe rafforzare le normative sulla sicurezza e garantire che i prodotti siano conformi agli standard americani. Ciò non solo proteggerebbe i consumatori, ma potrebbe anche contribuire a un ambiente commerciale più equo e responsabile.
La continua pressione per investigare e fare luce su queste pratiche potrebbe spingere le piattaforme a rivedere i propri modelli di business e adottare pratiche più sostenibili. Molti esperti del settore avvertono che senza un intervento significativo, il rischio di un aumento dei prodotti pericolosi e delle pratiche lavorative ingiuste continuerà a crescere, mettendo a repentaglio non solo i consumatori statunitensi, ma anche la reputazione dell’intero settore e-commerce.
Preoccupazioni politiche e legislative
L’adeguamento delle normative sulla de minimis rappresenta da tempo un tema caldo nel dibattito politico statunitense. Le recenti proposte dell’amministrazione Biden hanno spinto i legislatori a riflettere intensamente sul futuro delle piattaforme e-commerce cinesi e sul loro impatto sull’economia locale. I Democratici della Camera, in una lettera diretta al presidente, hanno avvertito che disqualificare piattaforme come Shein e Temu dall’esenzione de minimis potrebbe ridurre notevolmente il volume delle importazioni di piccoli pacchi negli Stati Uniti.
Un cambiamento di questo tipo comporterebbe un passaggio significativo verso un modello di importazione più tradizionale, in cui i legittimi beni ordinati online verrebbero spediti attraverso porti formali, con dettagliate informazioni sugli articoli forniti in anticipo, come richiesto dalla SAFE Port Act. Questo approccio non solo permetterebbe una gestione più efficace delle spedizioni, ma aiuterebbe anche le agenzie di controllo a monitorare meglio la sicurezza dei prodotti e le pratiche commerciali. Le autorità potrebbero così individuare e sequestrare le spedizioni che violano le normative, rendendo il mercato più equo.
Le raccomandazioni legislative avanzate includono l’esclusione esplicita dei prodotti tessili e di abbigliamento dall’esenzione de minimis, oltre a richiedere una maggiore trasparenza e responsabilità nel programma. Biden ha quindi sollecitato il Congresso a partecipare attivamente e a approvare entro la fine della sessione legislativa del 2024 azioni significative per affrontare l’afflusso di importazioni tramite la via de minimis.
Una possibile risposta a queste pressioni è rappresentata dall’Import Security and Fairness Act, attualmente esaminato dalla Camera, che sarebbe in linea con quanto suggerito da Biden. Se approvato, renderebbe qualsiasi spedizione proveniente dai paesi inseriti nella Priority Watch List del Rappresentante commerciale degli Stati Uniti, compresa la Cina, secondaria a controlli doganali e non esente da dazi.
Tuttavia, negli anni recenti, gli sforzi per modificare le esenzioni de minimis si sono scontrati contro ostacoli politici. Alcuni progetti di legge, come il CHIPS and Science Act, sono riusciti a passare, ma solo dopo che le disposizioni riguardanti le soglie de minimis sono state eliminate. L’inerzia legislativa rappresenta una complicazione considerevole per coloro che cercano di chiudere queste potenziali falle nel sistema.
Le preoccupazioni per la crescente concorrenza sleale da parte di aziende di e-commerce cinesi non sono emerse dal nulla. Una relazione del US-China Economic and Security Review Commission ha messo in evidenza che piattaforme come Shein e Temu stanno sfruttando strategie di mercato che consentono loro di svantaggiare le aziende americane, replicando modelli di business che abusano delle esenzioni tariffarie. Senza interventi adeguati e tempestivi, questo scenario potrebbe evolvere in una vera e propria crisi per i produttori domestici, costretti a chiudere o a ridurre la propria forza lavoro di fronte a un afflusso incontrollato di importazioni a basso costo.
Le prove accumulatesi nel tempo indicano che la questione della de minimis non si limita a essere una mera questione di commercio, ma travalica la sfera economica, toccando temi sensibili come la sicurezza dei prodotti e l’impiego di manodopera in condizioni disumane. Se le piattaforme e-commerce, in particolare quelle fondate in Cina, non saranno sottoposte a controlli più rigorosi, i consumatori americani rischiano di essere esposti a prodotti di scarsa qualità o addirittura pericolosi, oltre a foraggiare pratiche lavorative discutibili all’interno delle loro catene di approvvigionamento.
Impatti sul mercato e sui lavoratori americani
Le misure proposte dal presidente Biden hanno suscitato preoccupazioni diffuse riguardo all’effetto che queste politiche potrebbero avere sul mercato degli Stati Uniti e sulla forza lavoro domestica. La crescente competitività delle piattaforme cinesi, quali Shein e Temu, ha già portato a significativi cambiamenti nel panorama commerciale. In particolare, gli operatori del settore tessile e dell’abbigliamento americani si trovano a fronteggiare una concorrenza agguerrita che sfida le loro capacità di mantenere prezzi competitivi e standard di qualità.
I vantaggi derivanti dall’esenzione de minimis hanno permesso a un numero impressionante di piccole spedizioni di entrare nel mercato americano senza gravarsi di dazi o tasse doganali. Questo fenomeno ha contribuito a un’inondazione di prodotti a basso costo, facendo pressione sui margini di profitto delle aziende americane, che devono combattere per mantenere la propria quota di mercato in un contesto sempre più difficile. Secondo Biden, l’aumento delle importazioni tramite queste piattaforme sta incominciando a avere conseguenze reali: “Negli ultimi mesi, 18 stabilimenti tessili statunitensi hanno chiuso i battenti a causa di questa concorrenza sleale, mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro”.
La dipendenza degli americani da marchi cinesi come Shein e Temu ha fatto sì che molti consumatori si rivolgessero a queste alternative più economiche nella speranza di risparmiare. Tuttavia, questa strategia ha aperto la porta a una serie di ripercussioni negative. Oltre alla perdita di posti di lavoro, le chiusure delle fabbriche tessili americane stanno avendo un impatto devastante sulle comunità locali, riducendo non solo le opportunità di lavoro, ma anche le risorse economiche a disposizione per sostenere le famiglie.
Inoltre, c’è un crescente timore che le conseguenze di un’invarianza delle attuali politiche doganali possano tradursi in una stagnazione della produzione locale, con effetti a cascata sull’intero sistema economico. Senza un’opportuna regolamentazione, il rischio è che le aziende americane si trovino costrette a ridurre i salari e i benefici per rimanere competitive, il che aggrava ulteriormente la situazione socioeconomica per i lavoratori.
Le proposte di Biden mirano a ridurre le importazioni non monitorate, ma sollevano domande su cosa accadrà nel breve termine per i consumatori americani. Con l’aumento dei costi di importazione, le aziende potrebbero decidere di trasferire tali aumenti di prezzo ai consumatori. Ciò significherebbe che, nel tentativo di proteggere l’occupazione e il mercato domestico, i consumatori potrebbero trovarsi a fronteggiare prezzi più elevati per i beni che ora acquistano a prezzi stracciati.
Ciò che agrava il dibattito è la consapevolezza che questi cambiamenti potrebbero non essere immediati. Se le nuove normative saranno introdotte, ci vorranno tempo e risorse per affermare le misure di controllo, creando un breve periodo in cui le pratiche di mercato potrebbero rimanere invariate. Questo potrebbe quindi significare che le industrie americane devono affrontare un lungo e difficile processo di recupero dal punto di vista della competitività sul mercato, con conseguenze indesiderate anche per la forza lavoro.
Il futuro del mercato e dei lavoratori americani potrebbe dipendere dalla capacità del governo di bilanciare la protezione dell’industria domestica con le esigenze dei consumatori, affrontando così sfide complesse che richiedono un approccio collaborativo e mirato. La tensione tra gli interessi commerciali e la protezione dei lavoratori rimane un tema centrale che continuerà a mettersi in discussione, mentre le autorità cercano di trovare un equilibrio soddisfacente per tutte le parti coinvolte.