La bici del vincitore del Tour de France: ecco Bolide di Pinarello
Il Tour de France numero 100 non lo ha vinto: lo ha dominato! Chris Froome molto probabilmente, se non avesse avuto in squadra lo scorso anno Wiggins, avrebbe potuto festeggiare la doppietta ma il ciclismo è anche sacrificio e rispetto degli ordini di squadra e così si è dovuto “accontentare” del trionfo nell’edizione del centenario della Grand Boucle. Dietro ad una vittoria in Francia di un ciclista Inglese c’è però una bici tutta italiana e questo, in parte, inorgoglisce tutti. L’Azienda si chiama Pinarello: famosissima per gli appassionati delle due ruote, un po’ meno (per sfortuna) a chi il ciclismo lo guarda occasionalmente, magari quando c’è il Giro d’Italia, di cui peraltro la Pinarello è Sponsor Ufficiale. La bicicletta con cui Froome ha vinto il Tour de France si chiama Bolide ed è un concentrato di tecnologia.
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Bolide è stato sviluppato secondo due criteri molto cari all’Azienda Trevigiana: aerodinamica e rigidezza.
I profili sono stati studiati in modo tale da garantire la minore resistenza aerodinamica possibile in tutte le condizioni di vento (frontale, laterale, ecc.), nonché, in determinate condizioni, di generare una spinta in avanti. L’utilizzo di un tubo verticale “concavo”, nella zona posteriore, per permettere un maggiore avvicinamento della ruota, migliorando sensibilmente il passaggio dell’aria in quella zona specifica, l’integrazione totale dei freni, che permette di “nasconderli completamente” al flusso d’aria, riducendone drasticamente la sua resistenza, il passaggio interno di tutti i cavi che ottimizza l’interazione tra i profili aerodinamici ed il flusso d’aria oltre ad un impatto estetico decisamente inedito per una bici da corsa.
Il manubrio integrato crea una perfetta simbiosi con il telaio, riducendo notevolmente la resistenza rispetto ad un attacco manubrio tradizionale. La batteria ed i controller elettronici sono completamente nascosti dentro al corpo del BOLIDE ed i comandi integrati nel manubrio riducono ulteriormente le turbolenze nella zona frontale della bici.
La rigidezza è stata ricercata attraverso l’ottimizzazione strutturale dei tubi, il carro asimmetrico, l’ottimizzazione del lay-up degli strati di carbonio, per rinforzare in maniera selettiva le zone più sollecitate, l’utilizzo del nostro nuovo ed esclusivo carbonio Torayca 65HM1K, che permette di ridurre il peso complessivo del telaio con caratteristiche strutturale insuperabili rispetto alle fibre convenzionali.
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Il numero di piccoli accorgimenti tecnici è davvero illimitato, ma quel che conta, per il momento, è che sia la bici dei campioni.
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