Biatleta Sivert Guttorm Bakken scuote il biathlon: maschere ipossiche tra performance estreme e polemiche regolamentari

Contesto del caso Bakken
Contesto del caso Bakken
Sivert Guttorm Bakken, 27 anni, biatleta di livello internazionale, è stato trovato senza vita durante un ritiro a Passo Lavazé, in Trentino, mentre dormiva indossando una maschera ipossica. L’atleta avrebbe rappresentato la Norvegia alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Le autorità italiane hanno avviato accertamenti per ricostruire la dinamica, con l’attenzione puntata sul dispositivo utilizzato nelle ore precedenti al decesso. È nota una diagnosi pregressa di pericardite; l’autopsia, prevista a Trento la prossima settimana, dovrà chiarire la causa della morte e valutare eventuali concause. La famiglia e la Federazione norvegese di biathlon hanno incaricato lo studio legale Elden Advokatfirma di coordinare i rapporti con le autorità italiane e il rimpatrio, come comunicato da Bernt Heidberg all’emittente TV2.
Indice dei Contenuti:
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Maschere ipossiche e normativa
Il dispositivo, noto anche come Elevation Training Mask, riduce l’ingresso d’aria per simulare la bassa ossigenazione d’alta quota tramite tappi a resistenza regolabile e tre valvole, con livelli paragonati a 400–5400 metri. In Norvegia l’uso è stato vietato dal 2003 al 2021 e, dopo la morte di Bakken, nuovamente inserito nella lista dei supporti non consentiti. La WADA non ha ancora assunto una posizione ufficiale. La maschera non replica l’acclimatazione completa: agisce soprattutto su muscoli respiratori e carico cardio-respiratorio, non sull’intera composizione dell’aria. Rimane uno strumento ausiliario, da impiegare con protocolli definiti e supervisione qualificata, evitando pratiche improvvisate.
Reazioni del mondo del biathlon
Il movimento del biathlon norvegese si è immediatamente attivato sul piano legale e istituzionale, mantenendo il riserbo in attesa dell’esito autoptico. La scelta di centralizzare le comunicazioni tramite Elden Advokatfirma riflette la volontà di tutelare famiglia e squadra nel dialogo con le autorità di Trento. Nel frattempo, federazioni e team valutano linee guida sull’uso delle maschere ipossiche in raduni e sessioni indoor. La cautela domina anche a livello internazionale, con attenzione all’eventuale impatto regolamentare e all’armonizzazione di prassi tra Paesi, nell’ottica di prevenzione e sicurezza per gli atleti d’élite.
Implicazioni per salute e prestazioni
Secondo esperti come il professor Stefano Tirelli (Università Cattolica di Milano), le maschere ipossiche non sostituiscono l’allenamento in quota: aumentano lo sforzo dei muscoli respiratori e il carico sul sistema cardio-respiratorio, con benefici potenziali su forza e capacità anaerobica, ma richiedono protocolli mirati. In presenza di condizioni come la pericardite, la valutazione medico-sportiva diventa imprescindibile. L’ipossia simulata implica variabili complesse che vanno oltre la sola frazione di ossigeno. Nel caso Bakken, ogni giudizio è sospeso fino agli esiti peritali: solo analisi specialistiche potranno definire nessi causali o concause.
FAQ
- Chi era Sivert Guttorm Bakken?
Un biatleta norvegese di 27 anni, destinato a competere a Milano-Cortina 2026, trovato senza vita durante un ritiro in Trentino.
- Dove e come è avvenuto il decesso?
Al Passo Lavazé, durante il sonno; indossava una maschera ipossica nelle ore precedenti.
- Qual è lo stato delle indagini?
È attesa l’autopsia a Trento; le verifiche si concentrano anche sul dispositivo utilizzato.
- La maschera ipossica è legale?
In Norvegia è di nuovo vietata; la WADA non ha ancora espresso una posizione ufficiale.
- La maschera sostituisce l’allenamento in quota?
No, incrementa il lavoro respiratorio ma non replica l’acclimatazione completa ad alta quota.
- Chi rappresenta la famiglia e la federazione?
Lo studio legale Elden Advokatfirma, comunicato da Bernt Heidberg all’emittente TV2.
Maschere ipossiche e normativa
Le maschere ipossiche, o Elevation Training Mask, operano mediante resistenze e valvole che limitano il flusso inspiratorio, creando un carico ventilatorio progressivo simulato tra 400 e 5400 metri. In Norvegia il dispositivo è stato vietato dal 2003 al 2021 e, a seguito del caso Sivert Guttorm Bakken, è tornato nella lista dei supporti non consentiti. La WADA non ha ancora emanato un indirizzo vincolante. La normativa, oggi frammentata tra Paesi e federazioni, distingue tra ausili che alterano parametri ambientali e strumenti che aumentano lo sforzo fisiologico: le maschere rientrano nel secondo gruppo, ma l’impiego in ambienti controllati e senza supervisione è sempre sconsigliato.
Reazioni del mondo del biathlon
Lo shock per la scomparsa di Sivert Guttorm Bakken ha generato un’immediata mobilitazione tra tecnici e dirigenti del biathlon internazionale. In Norvegia, la scelta di affidare le interlocuzioni a Elden Advokatfirma è stata accompagnata da un invito alla prudenza in attesa degli esiti peritali di Trento. All’interno delle squadre nazionali si discute una revisione dei protocolli di ritiro, con verifiche su dispositivi, tracciabilità d’uso e responsabilità di staff e atleti. La richiesta condivisa è di uniformare le prassi per la sicurezza durante il sonno e le sessioni di recupero.
Le federazioni valutano raccomandazioni transitorie sull’impiego delle maschere ipossiche in raduni e strutture indoor, mentre gli staff medici chiedono check clinici più stringenti in presenza di pregresse condizioni cardiache come la pericardite. A livello di comunicazione pubblica prevale il profilo basso: no a speculazioni, sì a istruttorie tecniche, con un’attenzione specifica all’armonizzazione regolamentare tra Paesi in assenza di un indirizzo formale della WADA. L’obiettivo dichiarato è prevenire rischi, riducendo gli spazi di utilizzo non supervisionato dei dispositivi.
Implicazioni per salute e prestazioni
Le maschere ipossiche intensificano il lavoro dei muscoli respiratori e il carico cardio-respiratorio, con possibili effetti su soglia anaerobica e capacità ventilatoria. Non replicano però l’acclimatazione d’alta quota, che coinvolge variabili ambientali più ampie. Per atleti con condizioni come la pericardite, la valutazione medico-sportiva e la definizione di limiti d’uso sono centrali. Gli esperti, tra cui il professor Stefano Tirelli (Università Cattolica di Milano), convergono sull’importanza di protocolli strutturati, monitoraggi cardiopolmonari e supervisione professionale, evitando pratiche “fai da te” e ambienti di riposo non controllati.
Nei programmi d’élite, l’ipossia simulata è considerata un ausilio accessorio al training aerobico, non un sostituto delle permanenze in quota. La scelta dello strumento deve seguire criteri di personalizzazione, con valutazioni su carichi cumulativi, tempi di esposizione e condizioni di recupero. Nel caso Bakken, ogni correlazione causale resta sospesa fino agli accertamenti peritali a Trento; l’eventuale nesso con il dispositivo, se presente, potrà essere definito solo da analisi forensi e cardiologiche integrate.
FAQ
- Qual è la posizione attuale delle federazioni sul caso?
Mantenere il riserbo e seguire il canale legale di Elden Advokatfirma, in attesa dell’autopsia a Trento.
- Quali misure stanno valutando i team di biathlon?
Revisione dei protocolli di ritiro, tracciabilità dei dispositivi e supervisione medica rafforzata.
- La WADA ha emesso indicazioni?
No, non c’è ancora una posizione ufficiale sull’uso delle maschere ipossiche.
- Perché si richiede prudenza nelle comunicazioni?
Per evitare speculazioni e attendere valutazioni tecniche e forensi complete.
- Qual è il ruolo degli staff medici?
Definire protocolli, monitorare carichi cardiopolmonari e valutare condizioni pregresse come la pericardite.
- L’uso durante il sonno è raccomandato?
No, si sollecitano scenari controllati e supervisione, evitando ambienti di riposo non monitorati.
Implicazioni per salute e prestazioni
Implicazioni per salute e prestazioni
Nel contesto dell’alto livello, le maschere ipossiche possono aumentare la resistenza ventilatoria e la tolleranza allo sforzo, ma generano un carico aggiuntivo su cuore e polmoni che impone valutazioni cliniche preventive. Gli effetti attesi riguardano la forza dei muscoli respiratori e alcune componenti della prestazione anaerobica, senza riprodurre i meccanismi di acclimatazione tipici della quota reale. In presenza di condizioni come la pericardite, l’esposizione a ipossia simulata necessita di protocolli personalizzati, limiti stringenti e monitoraggi cardiopolmonari per evitare sovraccarichi non rilevati in tempo utile.
Per i programmi d’élite, l’ipossia simulata resta un ausilio accessorio e non un sostituto dell’allenamento in altura: va integrata in cicli con carichi cumulativi tracciati, indicatori oggettivi (frequenza cardiaca, saturazione periferica, percezione dello sforzo) e supervisione specialistica. L’uso in condizioni non controllate, soprattutto durante il sonno, aumenta l’incertezza sul profilo di rischio. Nel caso legato a Sivert Guttorm Bakken, ogni correlazione tra dispositivo e evento resta materia di analisi peritale a Trento; eventuali nessi potranno emergere solo da riscontri forensi e cardiologici integrati.
FAQ
- Le maschere ipossiche migliorano davvero la prestazione?
Possono rafforzare i muscoli respiratori e alcune componenti anaerobiche, ma non sostituiscono l’allenamento in quota.
- Quali rischi esistono per la salute?
Aumento del carico cardio-respiratorio e potenziali sovraccarichi, soprattutto in presenza di patologie come la pericardite.
- Serve la supervisione medica?
Sì, è raccomandata valutazione medico-sportiva, protocolli personalizzati e monitoraggi oggettivi.
- L’uso durante il sonno è appropriato?
No, l’impiego in ambienti non controllati incrementa i rischi e riduce la possibilità di intervento.
- Che differenza c’è con l’allenamento in altura reale?
L’altura coinvolge variabili ambientali più ampie; la maschera agisce soprattutto sulla resistenza ventilatoria.
- Il caso di Sivert Guttorm Bakken è chiarito?
No, eventuali correlazioni saranno valutate dagli accertamenti forensi e cardiologici a Trento.




