BellaMà chiusura anticipata dopo due puntate flop ascolti e tentativo sperimentale fallito sul prime time

Ascolti deludenti e chiusura anticipata
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BellaMà di sera, il nuovo esperimento televisivo condotto da Pierluigi Diaco su Rai 2, ha registrato ascolti estremamente deludenti che hanno portato alla sua chiusura anticipata dopo sole due puntate. Numeri inferiori a ogni aspettativa hanno segnato il destino del programma, che non è riuscito a conquistare il pubblico serale, compromettendo così la sua permanenza in palinsesto. La media della prima puntata si è attestata su appena 347.000 telespettatori con uno share del 2% nella prima mezz’ora, salendo a 603.000 spettatori e il 4% di share nel resto della trasmissione. Dati inadeguati per sostenere un format che, iniziato già con difficoltà, non ha saputo generare un seguito stabile.
La decisione della Rai di interrompere il programma è stata comunicata ufficialmente con un breve annuncio che ha sancito la fine di questa esperienza che, secondo le intenzioni iniziali, avrebbe dovuto rappresentare un’innovazione nel varietà serale. L’insuccesso in termini di audience ha evidenziato la scarsa efficacia di una formula che, nonostante le ambizioni, non è riuscita ad agganciare il pubblico televisivo e neppure a conquistare la critica. L’interruzione dopo soli due appuntamenti conferma una valutazione pragmatica sul potenziale del progetto, spingendo a un rapido ripensamento della strategia di programmazione del prime time.
Obiettivi e format del programma
BellaMà di sera si proponeva come un esperimento innovativo all’interno del panorama televisivo italiano, puntando a ridefinire il varietà serale attraverso un approccio culturale e narrativo inedito. Il format era progettato per scandagliare l’evoluzione del costume italiano, intrecciando la musica come filo conduttore con la storia sociale e popolare del paese. L’idea era quella di offrire un prodotto che, unendo approfondimento e intrattenimento leggero, potesse attrarre un pubblico trasversale interessato a una riflessione sui mutamenti culturali, supportata da un cast fisso e ospiti scelti per la loro capacità di raccontare l’Italia contemporanea.
La struttura avrebbe dovuto bilanciare momenti di spettacolo con interventi più analitici, valorizzando il patrimonio musicale e sociale attraverso spazi dedicati a testimonianze, approfondimenti e sketch. Tale impostazione mirava a differenziare il programma dalle offerte tradizionali, puntando su un prodotto ibrido che coniugasse storia e leggerezza, informazione e svago. Tuttavia, questa sperimentazione ha evidenziato limiti precoci sia nella comunicazione della propria identità sia nella capacità di mantenere una coerenza narrativa e stilistica che potesse consolidare l’interesse dello spettatore.
Ospiti e momenti salienti delle due puntate
La programmazione di BellaMà di sera ha visto la partecipazione di ospiti di rilievo provenienti dal mondo della musica e dello spettacolo, con l’intento di animare il dibattito sull’evoluzione del costume italiano attraverso contributi eterogenei. Nella puntata di debutto hanno preso parte nomi come Marco Morandi, il critico musicale Gino Castaldo e il gruppo storico Ricchi e Poveri. Accanto a loro, figure del giornalismo e della televisione come Licia Colò e il trio composto da Michele Cucuzza, Attilio Romita e Flora Canto, impegnato nel consolidare la componente ironica e leggera del programma con un “notiziario scanzonato” basato su sketch ironici sui fatti della settimana.
Un elemento di colore è stato inoltre offerto dalla presenza di Valeria Marini, che ha chiuso la trasmissione sdraiata su un lettone rosa, dispensando consigli amorosi in un momento concepito per alleggerire la serata e avvicinare il pubblico a un intrattenimento pop e ironico. Questi elementi hanno rappresentato la volontà di coniugare intrattenimento, musica e cultura popolare, anche se l’insieme ha faticato a trovare una coesione stilistica convincente. La partecipazione degli ospiti, pur ricca e variegata, non è riuscita a compensare le carenze strutturali del format, risultando insufficiente a creare engagement e a trattenere l’attenzione dello spettatore.
Nonostante momenti progettati per essere innovativi e dinamici, la trasmissione non è riuscita a ritagliarsi uno spazio significativo nel panorama del prime time, facendo emergere limiti evidenti nell’equilibrio tra contenuti culturali e spettacolo leggero. La combinazione di ospiti e momenti salienti, per quanto interessante sulla carta, non è stata sufficiente a generare un prodotto coerente e coinvolgente a lungo termine.