Banca Centrale Svizzera e il Portafoglio Tecnologico da 167 Miliardi in Azioni USA

la strategia della Banca nazionale svizzera negli investimenti tecnologici
La Banca Nazionale Svizzera (BNS) si distingue nel panorama delle banche centrali internazionali per la sua strategia di investimento unica, focalizzata principalmente sull’indebolimento del franco svizzero attraverso l’acquisto di valute estere come il dollaro statunitense e l’euro. Questo approccio si discosta nettamente dalle pratiche tradizionali adottate da istituzioni come la Federal Reserve americana o la Banca Centrale Europea, le quali utilizzano la creazione di moneta per acquistare titoli governativi interni. Con un mercato obbligazionario svizzero troppo ristretto per sostenere un simile bilancio, la BNS ha scelto di indirizzare la sua politica monetaria verso quello che gli analisti definiscono un “quantitative easing estero”.
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La conseguenza diretta di questa strategia è stata la costruzione di un portafoglio altamente diversificato e orientato verso asset esteri, con una forte concentrazione in azioni tecnologiche statunitensi. Attualmente, il 87% del bilancio della BNS è investito in attività denominate in valuta estera: circa due terzi in titoli di Stato, il 10% in obbligazioni societarie e il 25% in azioni. L’impegno verso i titoli azionari statunitensi è tracciabile grazie alle regolari comunicazioni alla SEC, rivelando una scelta accurata verso uno dei settori più performanti degli ultimi anni.
Questa strategia permette alla BNS non solo di influenzare indirettamente la stabilità valutaria, ma anche di accedere a rendimenti più sostanziosi rispetto a quelli ottenibili sui mercati domestici, contribuendo a sostenere la competitività dell’economia svizzera mantenendo sotto controllo il valore del franco. Il posizionamento su titoli tecnologici riflette una volontà pragmatica di partecipare alle dinamiche di crescita globale, sfruttando un approccio di investimento che, pur non essendo orientato all’attivismo gestionale tipico dei fondi sovrani, dimostra una capacità selettiva e adattativa.
l’evoluzione del portafoglio azionario statunitense della BNS
La Banca Nazionale Svizzera ha progressivamente ampliato e modificato la composizione del suo portafoglio azionario statunitense, assumendo un ruolo di investitore di rilievo nel settore tecnologico. Sebbene la sua filosofia rimanga prevalentemente passiva, la BNS ha mostrato una dinamica gestione delle partecipazioni, testimoniata dall’ingresso significativo in posizioni che in precedenza non deteneva, come nel caso di Berkshire Hathaway, che ha raggiunto un valore superiore ai 2 miliardi di dollari entro il 2025.
Nel medesimo arco temporale, la banca centrale ha intensificato l’esposizione a nomi chiave della tecnologia come Nvidia, incrementando la quota detenuta di oltre sei volte e beneficiando sia degli acquisti strategici sia dell’esplosione del prezzo delle azioni. Parallelamente, alcune posizioni sono state ridotte, come quelle in Meta e Netflix, pur mantenendo un apprezzamento significativo nel valore totale grazie alle performance del mercato.
La BNS ha altresì mantenuto una politica di esclusioni settoriali nette: evita gli investimenti nelle banche sistemiche e in società coinvolte in armi internazionalmente condannate, in linea con principi di sostenibilità e indipendenza da conflitti di interesse. Questa prudenza riflette una strategia che combina l’ottimizzazione del portafoglio con una rigorosa governance etica, pur accettando la volatilità tipica dei mercati azionari e dei cambi, che possono influenzare in modo sensibile i risultati finanziari della banca.
rischi e prospettive future del modello di investimento della BNS
Il modello di investimento della Banca Nazionale Svizzera espone l’istituto a rischi significativi legati alla volatilità dei mercati azionari e valutari. Le note perdite di miliardi di franchi registrate nel 2022 e nel 2023 testimoniano come oscillazioni improvvise nei prezzi delle azioni tecnologiche americane e nelle quotazioni del dollaro possano rapidamente erodere i guadagni accumulati. Nel primo semestre del 2025, la BNS ha infatti subito una perdita pari a 15,3 miliardi di franchi, principalmente attribuibile al calo del dollaro e alla correzione dei titoli tech.
Nonostante il dibattito pubblico e le proposte di esternalizzare parte della gestione del portafoglio per aumentare i rendimenti, la banca centrale mantiene invariata la sua linea d’azione. Un cambiamento sistemico rischierebbe di compromettere la liquidità e la prontezza d’intervento della BNS nelle operazioni di politica monetaria, limitando la sua capacità di intervenire rapidamente sul mercato valutario in situazioni di crisi.
Gli economisti evidenziano come un ampliamento dell’esposizione a investimenti più “reali” o a gestioni esterne potrebbe incrementare la vulnerabilità del portafoglio a fluttuazioni imprevedibili, compromettendo così l’elasticità necessaria a manovrare il franco svizzero. Il bilanciamento tra rendimento e sicurezza resta, pertanto, il fulcro della strategia adottata, che privilegia un approccio pragmatico e flessibile, in grado di rispondere efficacemente alle esigenze di stabilità economica e finanziaria del Paese.
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