Alumni Bocconi: le sfide del digitale nel mondo della comunicazione
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Innovazione è la parola che meglio rappresenta il mondo di oggi, ma è anche la parola che guida il lavoro del gruppo Topic Digital e Innovation dell’Università Bocconi. Un team composto da 30 persone porta la propria esperienza lavorativa nel mondo accademico tramite webinar, incontri, ecc.
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Anita Lombardi, MBA Executive ne sottolinea l’aspetto più importante: “Cerchiamo di portare il mondo Bocconi nel mondo del business e viceversa”. Innovazione è, per il team, un modo di vedere il business.
Là dove c’erano Audipress e Auditel ora ci sono gli Analytics. La delivery di contenuti passa da diversi device. E’ il mondo della iperconnessione: leggiamo, sfogliamo, guardiamo e ascoltiamo dovunque e da qualunque dispositivo. Con un abbonamento compriamo contenuti in serie, sempre disponibili e senza limiti alla fruizione.
I media oggi devono veicolare lo stesso contenuto in diversi formati: lo stesso video deve essere più corto per i social, verticale per i mobile, con una intro forte nei primi 6 secondi altrimenti viene skippato.
Cambiano i paradigmi di una intera filiera. I contenuti stessi possono dare vita a una diversificazione di offerta e a prodotti innovativi e tecnologici. E il business model? Qual è l’approccio tra mercato B2C e B2B? Assistiamo a riorganizzazioni aziendali per contenuti o la classica divisione per canale resiste?
SGUARDO SUL MONDO
Emanuela Prandelli, professoressa di Management e Tecnologia all’università Bocconi: “E’ evidente che il digitale stia cambiando la relazione con il mercato. Il trend chiave di oggi è il Customer Engagement e la relazione con il cliente è sempre più personalizzata e basata sul coinvolgimento”. Si pensi alla compagnia aerea Easy Jet che per celebrare il 20esimo anniversario ha permesso a tutti i propri clienti di ricostruire le storie dei loro viaggi. Gli utenti sono sempre di più in relazione attiva con il digitale e questo ha notevoli conseguenze
OMNICANALITA’, moltiplicazione, coinvolgimento
C’è bisogno che relazioni con il cliente si sviluppino da tante direzioni. Innanzi tutto il cliente non è solo digital, ma anche fisico ed è necessario che queste due dimensioni si sostengano a vicenda. Poi il cliente medio possiede un diverso numero di devices, dispositivi, dai quali accede ai contenuti digitali che si modificano in base al supporto.
Per esempio le notifiche secondo geo localizzazione sono più efficaci se inserite in un’applicazione per cellulare, invece che in un computer adibito a postazione fissa. Infine il cliente deve essere coinvolto in vari contesti digitali, cioè su varie piattaforme (social, adv,…).
Chi vince, non vince solo su una piattaforma. Omnicanalità significa dunque mandare messaggi univoci, ma con linguaggi che si declinano in varie piattaforme. Per esempio il marchio Luis Vuitton, oltre a vendere accessori di pelletteria, è conosciuto per la produzione di contenuti digitali di alto livello.
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Sfide per il mondo editoriale
Se queste sono le premesse dello scenario generale, allora quali sono le sfide per il mondo editoriale? E, soprattutto, come la logica di omnicanalità ha rivoluzionato i contenuti?
Il caso di “Quattroruote”
Una prospettiva dall’interno del business ci è data da Luigi Caligaris, direttore di Quattroruote Professional, un’area di business che si occupa di dati e di software nel mondo dell’automotive.
Ciò prevede la gestione di due banche dati di grandi proporzioni: una delle auto, l’altra dei ricambi e dei tempari (riparazioni, tempi di riparazione,..). Il dott. Caligaris: “Su queste banche dati abbiamo realizzato soluzioni software per supportare case auto e concessionari anche nei processi commerciali”.
Ciò che più colpisce è che un sistema di tali dimensioni, anche economiche – e un business di diversi milioni di euro di fatturato-, sia nato come sistema intorno ad una semplice rivista (“Quattroruote”), ma che è stata capace di “vendere dati prima che andasse di moda”.
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