Altcoin in caduta libera per instabilità geopolitica e liquidazioni prolungate
Altcoin in caduta libera: cause e conseguenze
Il 2 ottobre, un gruppo di altcoin significativi ha registrato perdite a doppia cifra, mentre il mercato delle criptovalute ha affrontato tensioni geopolitiche e liquidazioni prolungate. Tra queste, Starknet (STRK) ha subito il colpo più duro, con un calo del 13,4% nell’arco di ventiquattro ore. Il volume degli scambi ha mantenuto livelli intorno ai 151 milioni di dollari, mentre la capitalizzazione di mercato ha subito una contrazione del 13,75%, fissandosi a 772 milioni di dollari.
Anche Arweave (AR) ha visto un forte ribasso, scivolando del 14,3% fino a 19,98 dollari, con un volume giornaliero di trading di 226 milioni e una capitalizzazione di mercato che è scesa a 1,3 miliardi di dollari, toccando il punto più basso degli ultimi sette giorni. Anche Lido DAO (LDO) ha subito un calo del 12,7%, passando a 1,16 dollari, portando la sua capitalizzazione a 1,03 miliardi di dollari e un volume di scambi di 179 milioni. Core (CORE) ha registrato una diminuzione del 12,4%, scendendo a 0,9292 dollari, e la sua capitalizzazione si è ridotta a 851 milioni, con un volume giornaliero di 50,4 milioni di dollari.
Andamento delle perdite tra le altcoin
Le recenti fluttuazioni del mercato hanno messo in evidenza una significativa debolezza tra le altcoin, con perdite marcate che segnalano un clima di preoccupazione tra gli investitori. Starknet (STRK) ha guidato la caduta, subendo un calo di 13,4% nelle ultime 24 ore, mentre il suo volume di scambi ha mantenuto un valore di circa 151 milioni di dollari. La capitalizzazione di mercato è diminuita drasticamente del 13,75%, portandosi a 772 milioni di dollari.
Altre criptovalute hanno visto perdite simili; Arweave (AR) ha registrato un ribasso del 14,3%, raggiungendo i 19,98 dollari, con un trading volume di 226 milioni e una capitalizzazione di mercato scesa a 1,3 miliardi di dollari, il livello più basso dell’ultima settimana. Lido DAO (LDO) non è stata da meno, con una diminuzione del 12,7%, ora scambiato a 1,16 dollari e una capitalizzazione che era di 1,03 miliardi di dollari. Infine, Core (CORE) ha chiuso a 0,9292 dollari, con una perdita del 12,4% e una riduzione della capitalizzazione a 851 milioni di dollari, accompagnata da un volume di scambi che ha toccato i 50,4 milioni di dollari.
Queste tendenze ribassiste tra le altcoin riflettono una crescente incertezza nel mercato delle criptovalute, alimentata da eventi geopolitici destabilizzanti e da un ambiente economico complesso.
Condizioni di mercato e ruolo di Bitcoin
Il deterioramento delle condizioni del mercato delle criptovalute ha coinciso con una contrazione più ampia, manifestatasi in un calo superiore al 5,5% della capitalizzazione totale, scesa a circa 2,26 trilioni di dollari. Questo regresso è avvenuto in un contesto di crescente instabilità geopolitica, risultante da eventi come i lanci di missili da parte dell’Iran il 1° ottobre e un ritiro nei mercati azionari statunitensi, che hanno contribuito a un clima di cautela tra gli investitori, tradizionalmente propensi a investire durante il periodo generalmente favorevole di “Uptober”. Bitcoin (BTC), considerato l’asset di riferimento nel settore, ha subito una flessione del 3,2% nelle ultime 24 ore, perdendo quasi .000 dal suo picco e raggiungendo un minimo di due settimane a .315, secondo quanto riportato da crypto.news.
Questa diminuzione di valore è stata influenzata dagli sviluppi geopolitici, che hanno innescato una fuga da asset considerati rischiosi in tutto il mercato globale. Benchè Bitcoin abbia mostrato una leggera ripresa, attestandosi a .850, questo andamento mette in evidenza una divergenza significativa rispetto ad asset tradizionali più sicuri, come oro e petrolio. Infatti, il prezzo dell’oro ha registrato un aumento dell’1,4%, raggiungendo .665 l’oncia, mentre il petrolio ha visto un balzo del 7%, toccando al barile.
Questa inflazione del valore di asset rifugio come oro, petrolio e bond ha sollevato interrogativi sull’effettiva capacità di Bitcoin di fungere da riserva di valore durante le crisi, stimolando il dibattito sulla sua posizione nel panorama economico attuale.
Liquidazioni nel mercato e il loro impatto
I dati forniti da CoinGlass rivelano l’entità della turbolenza che ha colpito il mercato delle criptovalute, con 3 milioni in posizioni long liquidate nelle ultime ventiquattro ore. In contrasto, le posizioni short, dove gli investitori scommettono su un calo dei prezzi, hanno visto liquidazioni per soli milioni. Questa massiccia liquidazione delle posizioni long ha alimentato una pressione di vendita aggiuntiva, contribuendo ad accelerare ulteriormente il calo del mercato.
Il ciclo di liquidazioni e vendite, specialmente in un mercato già volatile, tende a diffondersi rapidamente tra le altcoin, appesantendo ulteriormente l’intero comparto. Investitori già preoccupati dall’instabilità geopolitica e dalle performance negative di Bitcoin e altri asset tendono a ritirarsi, intensificando la spirale negativa. Le liquidazioni creano un clima di ansia, spingendo gli operatori a liquidare posizioni per limitare le perdite, il che aumenta ulteriormente il sell-off.
Questa dinamica influisce non solo sugli altcoin, ma sull’intero mercato delle criptovalute, facendo emergere una correalità tra le notizie geopolitiche e le reazioni del mercato. Tale incertezza porta gli investitori a un atteggiamento di cautela, rendendo il quadro complessivo ancora più fragile. Le attuali tendenze di liquidazione possono quindi risultare determinanti non solo per la direzione a breve termine dei prezzi, ma anche nell’influenzare la strategia di investimento a lungo termine nel settore delle criptovalute.
Prospettive future e considerazioni sulla stabilità geopolitica
Il panorama delle criptovalute si trova a un bivio critico, con le correnti tensioni geopolitiche che potrebbero tradursi in ulteriori oscillazioni di mercato. Gli eventi recenti, quali i bombardamenti e le possibili escalation di conflitti internazionali, sono fattori chiave che alimentano l’incertezza economica e influenzano il sentiment degli investitori. Questa instabilità potrebbe contribuire a una continua avversione al rischio, portando a vendite nei mercati crypto e inflazionando la volatilità.
Attualmente, gli investitori stanno monitorando attentamente l’evoluzione della situazione politica, poiché ogni nuovo sviluppo potrebbe avere un impatto immediato sulle performance delle criptovalute. Se la crisi dovesse protrarsi o intensificarsi, è probabile che la fuga verso beni rifugio continui, spostando ulteriormente il focus lontano dalle criptovalute. Le recenti oscillazioni negative dei prezzi hanno già sollevato interrogativi sulla stabilità di Bitcoin come valore di riserva, elemento che potrebbe persistere nel dibattito fra gli analisti.
Oltre ai fattori geopolitici, i dati di liquidazione nel mercato mostrano una reazione nervosa degli investitori, evidenziando un clima di paura che potrebbe culminare in una diminuzione delle posizioni lunghe. Le attese per una risoluzione rapida e pacifica della crisi potrebbero determinare una flessione nel sentiment del mercato. In un contesto in cui la sicurezza globale è in discussione, le criptovalute potrebbero soffrire una spinta ulteriore verso abbassamenti di valore.
Il futuro delle criptovalute in un ambiente geopolitico turbolento rimane incerto, e gli investitori devono rimanere vigili in un contesto di potenziali fluttuazioni di mercato e rischi associati.