Alla scoperta di Bach con la lezione-concerto di Emanuele Ferrari
di Letizia Dehò
Un tripudio di suoni e di emozioni avvolge il teatro Litta (Corso Magenta, 24) in occasione della terza serata di “Affreschi musicali” della stagione 2018-19.
Seguendo il tema “Sacro e Profano” il pianista e musicologo Emanuele Ferrari incanta il pubblico milanese sulle note di “Fantasia in do minore” di Johann Sebastian Bach(1685-1750), abbinando all’esecuzione del brano un percorso artistico di altissimo livello che spiega e fa apprezzare anche ai meno esperti la sublime musica del grande compositore tedesco.
IL BRANO
Il brano viene eseguito da Ferrari una prima volta per intero e poi analizzato nelle singole parti accompagnate da spiegazioni tecniche, citazioni filosofiche e religiose e immaginari musicali e ultraterreni che ci fanno appassionare alla complessità espressiva della musica di Bach. Ma è soprattutto alla fine che il pubblico rimane estasiato, quando la composizione è ripetuta nuovamente in modo integrale, e la vaga e media comprensione iniziale del brano è sostituita da una più piena consapevolezza di ciò che si ascolta, quasi frutto di un magico percorso. Tutti i tasselli scomposti e analizzati ad uno ad uno si ricompongono per formare un meraviglioso puzzle di suoni e melodie.
Un approccio originale, moderno e assolutamente efficace che riscopre e divulga i tesori nascosti della musica classica.
Fantasia in do minore BWV 906, J. S. Bach
“Fantasia in do minore” è il brano scelto per la serata. Composto tra il 1737 e il 1738 è un pezzo che si sente raramente ma che, allo stesso tempo, contiene elementi di grande novità e di straordinaria bellezza. Scritto solo per clavicembalo ha al suo interno invocazioni ad orchestre e cori, riproducendo un concerto in versione miniaturizzata. Il pianista si trasforma in direttore d’orchestra evocando violoncelli, violini, fagotti … Un brano che quanto più chiede silenzio in noi, tanto meno ve ne è al suo interno.
Il risultato è favoloso: vortici di movimento creati dal susseguirsi di note, ma che generano, quasi in contrasto, una calma profonda. Sonorità massicce si mescolano a sonorità argentine riproducendo il cosiddetto fenomeno di “sovra musica”, una coesistenza di contemplazione e movimento, che ben rispecchia i due lati, sacro e profano, del brano.
È un esempio di composizione che non merita di essere associata al negativo e ormai comune giudizio attribuito alla musica di Bach, fredda , severa, celebrale, bensì agli esatti opposti: vivace, incalzante e disinvolta.
IL FINALE
Il finale è dirompente e modernissimo: il brano si interrompe all’improvviso lasciando spaesato lo spettatore quasi a ricordare che ogni meccanismo perfetto (l’universo newtoniano è l’immaginario di Bach) così come potrebbe andare avanti all’infinito, potrebbe allo stesso tempo essere troncato improvvisamente dalla volontà del suo creatore.
Certe note. Emanuele Ferrari
Certe Note è un’associazione culturale e musicale nata a Milano, fondata da Claudia Cattaneo e Carlo Gentili, che si propone di divulgare la musica, in particolare la musica classica, facendola apprezzare anche a chi non ne ha mai approfondito lo studio.
La musica e l’arte sono intese dall’associazione come fonte di svago e sogno, ma anche di insegnamento, identità e riconoscimento, e per questo è doveroso impegnarsi nel diffonderle in modo specialistico e professionale, ma anche leggero e giocoso. Questo percorso alla scoperta della musica è guidato dal pianista, musicologo e docente universitario Emanuele Ferrari. Una grande istituzione del mondo accademico, la cui bravura nel divulgare con passione la sua arte affascina sempre di più gli spettatori di serata in serata e merita un palcoscenico di grande respiro sul panorama della musica italiana, al di fuori di teatri e accademie.
Letizia Dehò