Alicia Vikander: l’attrice che non ha più nulla da dimostrare
Alicia Vikander, all’età di 36 anni, ha raggiunto livelli di successo ineguagliabili nel mondo del cinema, avendo già ricevuto un Oscar per la sua interpretazione in The Danish Girl nel 2016. Dotata di un talento straordinario, ha saputo combinare ruoli in film d’autore con blockbuster, dimostrando una versatilità che pochi nel settore possono vantare. L’attrice svedese, che ha anche brillato in A Royal Affair, continua a stupire sia il pubblico che la critica con le sue scelte professionali e la sua presenza scenica.
Vikander ha affermato di potersi permettere di essere sincera riguardo alla propria carriera e ai propri sentimenti, poiché non ha più nulla da dimostrare. La sua vita privata, relegata lontano dai riflettori, è condivisa con il marito Michael Fassbender e i loro due figli, creando un equilibrio sano tra lavoro e vita familiare. Questo approccio le consente di vivere un’esistenza che, pur nel tumulto della fama, rimane ancorata ai valori della normalità e della felicità.
In La mossa della regina, progetto tratto dall’omonimo romanzo di Elisabeth Fremantle, Vikander interpreta Catherine Parr, l’ultima moglie di Enrico VIII. Il film, che offre uno sguardo intimo e profondo sulla figura di questa regina, è arricchito dalla presenza di Jude Law, il quale offre una performance inaspettata nel ruolo del re. La regia di Karim Aïnouz, regista già apprezzato per il suo lavoro nel film La vita invisibile di Eurídice Gusmão, promette un’esperienza cinematografica coinvolgente e ricca di sfumature.
La capacità di Vikander di muoversi con grazia tra ruoli complessi e la sua determinazione a non conformarsi alle aspettative del settore la rendono una delle figure più interessanti e rispettate del panorama cinematografico contemporaneo. Con una carriera già ricca di successi e un futuro luminoso, l’attrice svedese è l’esempio di come il talento e l’autenticità possano aprire porte e rompere stereotipi, confermando il suo status di leader nel mondo del cinema.
La storia di Catherine Parr
Catherine Parr, l’ultima moglie di Enrico VIII, è una figura storica che ha spesso rimasto nell’ombra rispetto alle altre consorti del re, come Anna Bolena e Jane Seymour. Alicia Vikander, interpretando questo complesso personaggio nel film La mossa della regina, ha scoperto un aspetto affascinante della storia che la maggior parte delle persone ignora. Vikander ha rivelato che inizialmente non possedeva molte informazioni su Catherine, ma, interagendo con colleghi e approfondendo la materia, ha capito quanto fosse diffusa questa ignoranza.
Catherine Parr ha dimostrato una notevole resilienza e intelligenza, non solo sopravvivendo alla turbolenta corte di Enrico VIII, ma diventando anche la prima donna in Inghilterra a pubblicare testi a suo nome. Questo traguardo rappresenta un atto di coraggio e una dichiarazione di indipendenza, specialmente in un’epoca in cui le donne avevano poche opportunità di esprimere le proprie idee. La storia di Parr non è solo quella di una moglie sventurata, ma di una regina che ha saputo giocare un ruolo fondamentale nella transizione verso una nuova era, gettando le fondamenta per il futuro regno di Elisabetta I.
Vikander sottolinea come Catherine rappresenti una donna forte, nonostante le sue avversità personali e le sfide del marito. La sua storia parla di determinazione, intelligenza e capacità di influire sugli eventi, nonostante i limiti imposti dal suo contesto. La vicenda di Catherine Parr può ispirare anche la contemporaneità, facendo comprendere quanto le donne, storicamente oppresse, siano riuscite a lottare per la propria voce e il proprio spazio. Questo viaggio attraverso la vita e le lotte di Catherine offre una riflessione profonda su come, anche nelle epoche più buie, la forza femminile emerga e faccia la differenza.
Un matrimonio tra potere e abusi
Nel cuore del racconto di La mossa della regina, si snoda la complessa relazione tra Catherine Parr e Enrico VIII, un matrimonio intriso di dinamiche di potere e sofferenza. Alicia Vikander, nel suo approccio a questo ruolo, non si limita a rendere omaggio a una figura storica; si immerge invece in una narrazione che esplora come, per Catherine, le sfide quotidiane si intrecciassero con abusi di vario genere, sia fisici che psicologici. La sua interpretazione non vuole essere semplicemente quella di una vittima, ma di una donna che, nonostante le gravi difficoltà, riesce a reclamare il proprio potere e la propria voce in un contesto altamente oppressivo.
Vikander evidenzia come il regista Karim Aïnouz sia stato motivato dalla volontà di raccontare la storia di un matrimonio non solo segnato dall’amore, ma anche da relazioni distorte. **«Karim voleva raccontare la storia di un matrimonio e di una moglie che, pur vittima di una relazione fatta di abusi fisici e psicologici, riesce a uscirne»,** spiega l’attrice. Questa visione contemporanea della storia invita il pubblico a riflettere su questioni ancora attuali, come la violenza domestica e il potere relazionale. La capacità di Catherine di affrontare le avversità e di cercare una via d’uscita rende la sua storia non solo storicamente rilevante, ma anche profondamente umana e stimolante.
In un’epoca in cui le donne erano spesso considerate subordinate, il coraggio di Catherine rappresenta un faro di speranza e resilienza. Con il suo esempio, Vikander sostiene che è possibile trovare una forza interiore e fare la differenza, anche quando ci si trova di fronte a sfide apparentemente insormontabili. La vita emotiva e le scelte di Catherine sono un invito a comprendere meglio non solo il passato, ma anche le lotte attuali per l’uguaglianza e il rispetto.
Riflettendo su questa narrazione, emerge chiaramente che la vita di Catherine Parr è un microcosmo delle esperienze di molte donne. La sua capacità di emergere come una figura di potere, nonostante le avversità, sottolinea l’importanza di narrazioni come quella presente nel film, che continuano a risuonare nel nostro tempo e a ispirare nuove generazioni a combattere per i propri diritti e per la giustizia.
La preparazione per il ruolo
Alicia Vikander ha affrontato la sfida di interpretare Catherine Parr con un approccio meticoloso e appassionato. **”La cosa che più mi ha ispirato e acceso la fantasia si è rivelata leggere le opere della Parr,”** spiega l’attrice, facendo riferimento a testi come Psalms or Prayers, Prayers or Meditations e The Lamentation of a Sinner. Questi scritti non solo le hanno fornito una connessione con la figura storica che stava per incarnare, ma le hanno anche permesso di afferrare l’essenza di una donna che ha vissuto in un’epoca complessa e sfidante. “È stato straordinario anche realizzare che non avevo mai sentito una voce femminile più antica di 150 anni. La sua ne ha 500,” ha aggiunto, sottolineando la rarità e l’importanza della sua voce nel panorama letterario dell’epoca.
Per Vikander, la preparazione non si è limitata alla lettura di testi storici. Ha dovuto immergersi nel contesto politico e sociale del suo tempo, esplorando le dinamiche di potere predominanti e il ruolo delle donne nella società. **”Cosa ci può insegnare Catherine? Qual è la lezione?”** si chiede, per poi sottolineare che i film non dovrebbero necessariamente portare “lezioni”. Tuttavia, riconosce il modo in cui Catherine navigava il potere in un’epoca dominata da conflitti, riflettendo sulla resilienza e sull’intelligenza necessarie per affrontare tali sfide.
Vikander ha trovato nel personaggio di Catherine una fonte di ispirazione, non solo per la sua capacità di resistere agli abusi, ma anche per il suo impatto significativo sulla futura storia dell’Inghilterra. **”Oltretutto è stata lei ad aprire la strada a una delle figure femminili più potenti della storia: Elisabetta I,”** ha osservato, denotando il ruolo cruciale di Catherine non solo come consorte di un re, ma come agente attivo nel plasmare la propria realtà e quella delle generazioni future. La preparazione di Vikander ha quindi rappresentato un viaggio personale e artistico, portandola ad apprezzare e a contestualizzare il valore delle donne del passato nel dibattito contemporaneo riguardante l’emancipazione e il potere femminile.
Il rapporto con Michael Fassbender
Il legame tra Alicia Vikander e Michael Fassbender è più di una semplice connessione professionale; è una partnership che riflette una profonda affinità artistica e personale. La coppia, che ha avuto la fortuna di lavorare insieme in La luce sugli oceani, mantiene un equilibrio che molti considererebbero invidiabile nel mondo di Hollywood. **“Abbiamo sempre messo un confine chiaro e netto tra la vita privata e la vita professionale,”** spiega Vikander, evidenziando l’importanza di mantenere la propria intimità in un contesto tanto esposto. Questo approccio ha permesso loro di costruire una vita familiare solida, lontana dai riflettori e dalle pressioni del settore.
Il loro rapporto si basa su un rispetto reciproco sia a livello personale che professionale. Vikander sottolinea frequentemente quanto consideri Fassbender uno dei migliori attori della sua generazione, un pensiero che la spinge a migliorare sempre le proprie performance. Questo stimolo reciproco non solo eleva il loro lavoro, ma contribuisce anche alla crescita individuale di entrambi. **“Il motivo non è sentimentale: lo considero uno dei migliori attori della sua generazione e questo mi spinge ad alzare il livello per stare al passo con lui,”** dichiara l’attrice, evidenziando l’importanza di avere a fianco qualcuno che chiaramente ambisce all’eccellenza.
Il matrimonio ha influito anche sulla loro visione del lavoro. L’intesa creativa che condividono è accentuata dalla capacità di affrontare sfide professionali con uno spirito di squadra che si riflette sullo schermo. **“Abbiamo avuto un’esperienza fantastica lavorando insieme in passato,”** dice Vikander. Questo affiatamento le consente di immergersi nei ruoli che interpretano, sapendo di avere il supporto di un partner che comprende appieno le complessità del loro mestiere.
Inoltre, Vikander accenna alla loro routine quotidiana, dove la normalità diventa un rifugio dalle sfide esterne. Con un occhio al futuro, i due lavorano per mantenere la propria vita familiare al di sopra delle pressioni esterne, mirando sempre a creare un ambiente sicuro e stimolante per i loro bambini. Il connubio tra talento e amore, quindi, non è solo un tema ricorrente nei film, ma anche nella vita reale di questa coppia, che continua ad ispirare gli altri attraverso la loro dedizione all’arte e alla famiglia.
Riflessioni sulla maternità e la carriera
Alicia Vikander ha condiviso apertamente come la maternità abbia influenzato la sua visione della carriera e delle priorità nella vita. Con l’arrivo dei suoi due figli, si è trovata a riconsiderare il suo approccio alla fama e al lavoro. **“Sì, con i figli all’improvviso cambiano e, paradossalmente, tutto si semplifica. Al primo posto ci sono loro e le preoccupazioni per altre cose le sento meno rilevanti,”** ha dichiarato. Questo spostamento di focus ha portato una maggiore serenità, consentendole di mettere da parte il peso delle aspettative esterne in favore del benessere della sua famiglia.
Vikander ha anche riflettuto sull’eredità della sua infanzia, sottolineando l’importanza del supporto che ha ricevuto dalla madre, un’attrice teatrale. **“Ho tantissimi ricordi fantastici della mamma. … creava ogni giorno per me bambina una base solida, e questa sicurezza la porto dentro per sempre,”** ha riconosciuto l’attrice, evidenziando come tali esperienze l’abbiano preparata ad affrontare le sfide della maternità. Con la sua nuova responsabilità, si sente in grado di trasmettere lo stesso tipo di supporto e amore incondizionato ai propri figli, cercando di fornire loro una base altrettanto sicura e stabile.
Riguardo ai cambiamenti pratici, Vikander ha menzionato un episodio decisivo. **“Quella volta – avevo cinque anni – in cui ho visto un manifesto che promuoveva l’audizione per un musical. … Si è opposta con fermezza,”** racconta, specificando che ora comprende perfettamente la scelta della madre di proteggerla da un ambiente impegnativo. Anche la sua percezione del lavoro è mutata. **“Se loro stanno bene, io sto bene,”** risponde sul significato della felicità familiare, suggerendo che il successo individuale viene ridimensionato in funzione della felicità collettiva.
La maternità, per Alicia Vikander, non è solo un capitolo della vita, ma piuttosto un’esperienza che modella anche la sua carriera. Non vede più la sua professione come un percorso solitario, ma come un’attività che deve armonizzarsi con la famiglia. Questo cambiamento di prospettiva ha reso la sua vita più appagante, portando anche a un equilibrio tra il suo lavoro e la vita familiare che è raro da trovare nel frenetico mondo di Hollywood. Con nuove sfide e nuove soddisfazioni, Vikander continua a splendere sia come attrice di talento sia come madre dedicata.