Content creator e influencer: guida alle pensioni e agevolazioni INPS per il futuro
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Aspetti previdenziali dei content creator e influencer
Nel contesto attuale dell’occupazione, l’emergere delle professioni legate alla creazione di contenuti digitali richiede un approfondito esame degli aspetti previdenziali che interessano content creator e influencer. Con la circolare INPS n° 44/2025, finalmente è stato fornito un quadro normativo chiaro per queste nuove figure professionali. Si riconosce che anche i content creator e gli influencer hanno diritto a percorsi di protezione sociale e contributiva, simili a quelli di altre categorie di lavoratori autonomi. Ciò implica un obbligo di iscrizione a specifici registri previdenziali, che varia secondo il modo in cui viene organizzata l’attività lavorativa.
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La circolare insite sull’importanza di una corretta classificazione delle attività, distinguendo tra quelle caratterizzate da un’impostazione imprenditoriale e quelle che si configurano come prestazioni occasionali, con o senza un codice ATECO specifico. La normativa chiarisce che, a seconda della struttura organizzativa e dell’intensità di partecipazione attiva nella creazione di contenuti, i professionisti devono affiliarsi alla Gestione Separata dell’INPS o alla gestione speciale per esercenti attività commerciali. Questo rappresenta un significativo passo avanti nell’inclusione dei content creator nel sistema previdenziale italiano, garantendo loro tutele adeguate contro i rischi connessi al loro lavoro e promuovendo la sicurezza economica in un settore in rapida crescita.
Data la varietà delle attività che rientrano sotto l’ombrello dei content creator, è fondamentale che questi professionisti comprendano le implicazioni legate alla loro posizione previdenziale, inclusa la necessità di adempiere a specifiche scadenze fiscali e contributive. La regolarizzazione della loro posizione non solo favorisce l’accesso a prestazioni previdenziali, ma consente anche una maggiore riconoscibilità socialmente ed economicamente nel panorama lavorativo attuale.
L’attività di creazione di contenuti digitali: cosa include?
La circolare INPS n° 44/2025 offre un’importante chiarificazione riguardo alle attività di creazione di contenuti digitali, definendo esattamente cosa rientra in questa categoria. Questa attività abbraccia un ampio ventaglio di pratiche, tra cui la produzione e la distribuzione di contenuti su piattaforme online. Tra i formati contemplati ci sono video, fotografie, post sui social media, e dirette streaming, evidenziando la naturale coesistenza di forme amatoriali e professionali. La monetizzazione dei contenuti avviene attraverso modalità diverse, come la pubblicità, le sponsorizzazioni e le vendite dirette di prodotti o servizi.
È cruciale notare che non tutte le modalità di guadagno sono legate a contratti fissi o pagamenti diretti. Molto spesso, i content creator generano introiti attraverso meccanismi indiretti: per esempio, le visualizzazioni su un video possono tradursi in guadagni pubblicitari, al pari della crescita di interazioni sui social media che portano opportunità di sponsorizzazione. Questi guadagni possono arrivare a rappresentare un’importante fonte di reddito, nonostante l’assenza di una struttura contrattuale rigidamente definita.
L’importanza di questo inquadramento è evidente: professionisti come youtuber, instagrammer, tiktoker, e podcaster non solo creano contenuti ma svolgono un’attività lavorativa che ora può essere formalmente riconosciuta da un punto di vista previdenziale. Questo significa che, a seconda delle modalità di produzione e distribuzione dei contenuti, vi è una specifica regolamentazione da rispettare, garantendo una protezione adeguata per queste nuove figure professionali nel contesto attuale del lavoro digitale.
La figura del content creator
La circolare INPS n° 44/2025 offre un’importante definizione della figura del “content creator”, un termine che si riferisce a una vasta gamma di professionisti coinvolti nella produzione di contenuti online. Questo gruppo include youtuber, instagrammer, tiktoker, podcaster e gamer professionisti, tutti dediti a realizzare materiali destinati a un pubblico ampio su varie piattaforme digitali. L’aspetto distintivo di questi professionisti è la loro capacità di generare engagement attraverso contenuti attrattivi, mirando a un target preciso di utenti.
Queste attività non sono solo un passatempo, ma si configurano come veri e propri mestieri, con implicazioni fiscali e previdenziali ben definite. L’INPS sottolinea come, nel momento in cui i content creator utilizzano la propria popolarità per influenzare le decisioni d’acquisto dei consumatori, promuovendo beni o servizi in cambio di compensi, vengano assoggettati a regole specifiche riguardanti la previdenza sociale. Questa regolamentazione è particolarmente importante per garantire una protezione sociale adeguata e una maggiore sicurezza economica per coloro che operano in questo settore crescente e in continua evoluzione.
In aggiunta, l’identificazione di tali figure come professionisti soggetti ad obblighi previdenziali evidenzia la necessità di adattamento del sistema normativo alle nuove realtà del mercato del lavoro. Al riconoscimento delle professioni legate alla creazione di contenuti digitali si unisce l’introduzione di un codice ATECO 73.11.03, dedicato specificamente alle attività di influencer marketing e content creation. Questo passaggio rappresenta un’evoluzione significativa nell’inquadramento professionale, conferendo a queste nuove professioni una legittimità che prima mancava.
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Con l’affermarsi di tali approcci, è fondamentale che i content creator siano consapevoli dei propri diritti e doveri, permettendo loro di operare in un contesto non solo creativo ma anche regolamentato, affinché possano sostenere il proprio percorso professionale con la giusta tutela previdenziale.
La disciplina previdenziale: quale inquadramento?
La circolare INPS n° 44/2025 stabilisce con chiarezza l’inquadramento previdenziale per i content creator e influencer, impostando criteri distintivi in base alla modalità di esercizio dell’attività. Un primo aspetto fondamentale è la necessità di differenziare tra chi opera come imprenditore e chi invece svolge attività libero-professionale, definendo di conseguenza l’ente previdenziale cui iscriversi. Se l’attività viene condotta attraverso un’organizzazione imprenditoriale, i content creator dovranno affiliarsi alla Camera di Commercio e alla gestione speciale autonoma per esercenti attività commerciali. Ciò si applica quando, ad esempio, un youtuber o un gestore di contenuti pubblicitari utilizza strutture e mezzi di produzione per gestire il proprio lavoro.
In alternativa, per chi non svolge un’attività imprenditoriale, ma ricava compensi da attività di creazione di contenuti in modo occasionale o saltuario, il trattamento fiscale e previdenziale dei guadagni avviene sotto forma di reddito da lavoro autonomo. Tali professionisti dovranno registrarsi alla Gestione Separata dell’INPS, conformemente a quanto stabilito per le attività libero-professionali. Questa distinzione è cruciale perché determina le modalità operative, le scadenze fiscali e gli adempimenti contributivi, sottolineando l’importanza di una corretta classificazione delle attività svolte.
Nel contesto di questa nuova regolamentazione, l’INPS ha anche chiarito che l’obbligo di iscrizione regola l’operato dei content creator e influencer sulla base di variabili quali la frequenza e la stabilità del reddito, i quali, se certificati attraverso l’emissione di fatture o l’utilizzo di codice ATECO pertinente, possono fornire una base solida per l’allineamento alle normative vigenti. L’inserimento di queste figure nel sistema previdenziale non solo apporta sicurezza economica, ma permette il riconoscimento delle loro professionalità all’interno di un quadro normativo che evolve con il mercato digitale, creando prospettive di crescita e sviluppo per i lavoratori in questo settore dinamico.
Quando c’è abitualità?
Per comprendere l’assoggettamento previdenziale dei content creator e influencer, è fondamentale determinare se l’attività sia svolta in modo abituale o occasionale. La valutazione di abitualità si basa su indicatori chiave che favoriscono il riconoscimento di un impegno professionale costante. Tra i fattori critici vi è l’attribuzione di una partita IVA, fondamentale per l’identificazione di coloro che operano in questo ambito. La registrazione di un codice ATECO idoneo che rispecchi le attività di content creation è un ulteriore elemento di verifica.
Inoltre, l’attività deve risultare da redditi che vengono dichiarati in modo regolare tramite modelli fiscali, suggerendo un flusso continuo di compensi. La fatturazione precisa dei guadagni e le spese sostenute per la professione in questione costituiscono componenti essenziali per stabilire l’abitualità del lavoro. Essere iscritti ad associazioni professionali rappresenta un ulteriore indizio della serietà e della continuità dell’attività svolta.
È importante notare che un’attività può anche essere esercitata in modo occasionale. In tale circostanza, scatta l’obbligo di iscrizione alla gestione separata se i guadagni derivanti da questa attività occasionale superano la soglia di 5.000 euro. Quindi, si delinea un quadro chiaro: la stabilità e la regolarità dell’attività di content creator consentono di accedere a specifiche agevolazioni previdenziali, mentre un’attività sporadica richiede un diverso approccio normativo e contributivo.
Questa distinzione è cruciale non solo per gli obblighi contributivi, ma anche per le responsabilità legali che ne derivano. Un riconoscimento chiaro dell’abitualità consente ai professionisti di beneficiare di diritti previdenziali fondamentali, creando un contesto che favorisce la crescita e la sicurezza economica nel panorama professionale sempre più interconnesso e digitalizzato.
Regime dei lavoratori dello spettacolo e nuove tutele
Con la nuova circolare INPS n° 44/2025, si è delineato un profilo preciso riguardo al regime previdenziale applicabile ai content creator il cui lavoro viene considerato di natura artistica o culturale. Questa categoria è particolarmente rilevante per coloro che si impegnano in attività che coniugano creatività e marketing, come nel caso degli influencer coinvolti in campagne pubblicitarie. La circolare evidenzia che, quando l’attività di content creator si traduce in una prestazione artistica, può essere assoggettata al Fondo Pensioni Lavoratori dello Spettacolo (FPLS), un ente previdenziale diverso da quello generalmente applicabile ai liberi professionisti.
In questa specifica impostazione, i committenti, quali brand o agenzie pubblicitarie, assumono un ruolo cruciale, in quanto sono responsabili del versamento dei contributi previdenziali per conto del lavoratore. Ciò implica una maggiore responsabilità da parte di chi commissiona contenuti a influencer o content creator, specialmente quando il prodotto finale è chiaramente finalizzato a scopi pubblicitari. L’inserimento di queste professioni all’interno del regime del FPLS rappresenta un significativo progresso nel riconoscimento dei diritti dei lavoratori del settore, permettendo loro di accedere a tutele previdenziali simili a quelle garantite al personale di spettacolo tradizionale.
Nel contesto del digital marketing, la circolare INPS stabilisce che anche le attività promozionali svolte attraverso piattaforme social rientrano sotto l’ambito previdenziale del FPLS, purché la modalità di comunicazione sia identificabile come pubblicitaria. Questo aspetto si rivela di notevole importanza per garantire una protezione adeguata per i content creator nell’esercizio delle loro funzioni artistiche e commerciali.
Vi è, tuttavia, da considerare che non tutte le attività di content creation ricadranno sotto questo regime; se i contenuti pubblicati non assumono una connotazione artistica, ma risultano più generici, i professionisti dovranno essere iscritti alla Gestione Separata dell’INPS. Questo delineamento offre una maggiore chiarezza a influencer e content creator, rassicurandoli sulla protezione previdenziale cui hanno diritto nel panorama evolutivo del lavoro creativo.
La circolare INPS n° 44/2025 rappresenta un critico passo avanti verso l’adeguamento delle tutele previdenziali per i lavoratori digitali, riconoscendo formalmente l’importanza del loro contributo nel panorama lavorativo contemporaneo e garantendo un supporto adeguato per le loro esigenze professionali.
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