X vende nuovamente spunte a gruppi sanzionati USA secondo nuovo rapporto ufficiale

Verifica delle sanzioni e vendite di spunte blu
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X continua a vendere abbonamenti premium, inclusi i distintivi di verifica “spunta blu”, a individui e organizzazioni soggette a sanzioni statunitensi, nonostante le restrizioni vigenti. Il Tech Transparency Project (TTP) ha documentato come, dal novembre 2024 ad aprile 2025, numerosi account riconducibili a gruppi terroristici o ad altre entità sanzionate abbiano potuto pagare per ottenere o riattivare le spunte blu, contraddicendo presumibili controlli di conformità alle sanzioni imposte. La presenza di account “_ID verified_” tra questi utenti suggerisce che X abbia effettuato qualche verifica dell’identità, ma senza impedire l’accesso a soggetti vietati.
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Questo fenomeno solleva seri dubbi sulla capacità di X di attuare efficacemente i controlli necessari per rispettare le normative statunitensi che limitano transazioni e collaborazioni con individui considerati minacce alla sicurezza nazionale. Lo stesso rapporto evidenzia come alcuni utenti soggetti a restrizioni abbiano semplicemente rinnovato l’abbonamento premium o creato degli account nuovi dopo la rimozione o la sospensione dei precedenti, aggirando così i tentativi di restrizione.
Nonostante la piattaforma avesse annunciato in passato l’impegno a garantire un ambiente sicuro e conforme alle leggi, le evidenze raccolte mostrano una persistenza di falle nei meccanismi di monitoraggio e verifica, alimentando critiche sulle politiche interne adottate e sul reale controllo delle transazioni finanziarie legate all’erogazione delle “spunte blu”.
Profili sanzionati e uso della piattaforma per propaganda
Numerosi account collegati a individui e organizzazioni sotto sanzioni statunitensi continuano a mantenere o riacquisire la spunta blu su X, consolidando la loro presenza non solo come utenti, ma come veicoli attivi di messaggi propagandistici. Tra questi figurano membri di Hezbollah, incluso uno dei fondatori riconosciuti, e funzionari Houthi, gruppi indicati come soggetti a restrizioni severe per il loro coinvolgimento in attività terroristiche e conflitti regionali.
L’utilizzo intensivo della piattaforma da parte di questi profili si traduce in una diffusione sistematica di contenuti propagandistici, favorendo una comunicazione diretta con un pubblico globale. La presenza di figli di leader controversi come il figlio di Muammar Gheddafi e Raghad Saddam Hussein al-Tikriti — figure da tempo inserite nelle liste di sanzioni — testimonia la difficoltà di X nel bloccare totalmente l’accesso o nell’escludere questi account dalla possibilità di amplificare il loro messaggio grazie al badge di verifica.
Questi account, non solo riescono a mantenere la visibilità e credibilità derivante dal badge verificato, ma sfruttano la piattaforma per incrementare la loro influenza attraverso pubblicazioni e interazioni frequenti con i follower. L’assegnazione di distintivi “_ID verified_” ad alcune di queste identità sanzionate indica che il controllo delle identità svolto dalla piattaforma non è stato sufficiente a impedire loro l’accesso ai servizi premium, aggravando il rischio che X diventi uno strumento involontario di legittimazione per gruppi e personaggi politicamente ed economicamente isolati dalle sanzioni USA.
Risposte di X e criticità nella gestione delle sottoscrizioni premium
L’assenza di una risposta ufficiale da parte di X al recente rapporto del Tech Transparency Project alimenta ulteriori interrogativi sull’efficacia delle misure adottate per prevenire abusi legati alla vendita degli abbonamenti premium. Dopo il precedente allarme sollevato nel 2024, durante il quale la società aveva dichiarato che avrebbe preso “azioni necessarie”, non emergono evidenze concrete di cambiamenti sostanziali nelle procedure di verifica e controllo.
Il fatto che molti account appartenenti a soggetti sanzionati abbiano potuto riattivare il badge blu o crearne di nuovi suggerisce una vulnerabilità strutturale nel sistema di gestione delle sottoscrizioni. La facilità con cui queste persone hanno aggirato i divieti indica una mancanza di automatismi o protocolli di verifica incrociata più stringenti, necessari per garantire il rispetto delle normative statunitensi anti-sanzioni.
Esperti e organizzazioni di controllo, come la Campaign for Accountability, sottolineano come siano sufficienti strumenti accessibili pubblicamente per identificare e segnalare questi profili, rendendo incomprensibile l’apparente incapacità di X di implementare analoghe analisi con risorse e tecnologie avanzate a disposizione di un’azienda multimiliardaria.
In assenza di un sistema di controllo più robusto e trasparente, la possibilità che le attuali pratiche favoriscano la monetizzazione da parte di individui o gruppi ad alto rischio rappresenta un serio problema reputazionale e di compliance, nonché un’ulteriore sfida per la regolamentazione delle piattaforme social digitali a livello globale.
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