Windows 10 e la privacy: multa in arrivo?
Windows 10 rischia fino a 150.000 € di multa per mancato rispetto della privacy.
Il sistema operativo Windows 10 è stato lanciato poco più di un anno fa e da allora la Cnil ha condotto ricerche ed indagini, passando al setaccio ogni aspetto ed ogni possibile falla in merito proprio agli aspetti legali di protezione di dati degli utenti e consenso al loro trattamento.
A lanciare l’accusa è la francese Cnil, ovvero la Commission nationale de l’informatique et des libertés (che non ha nulla a che fare con l’italiano CNEL), il cui scopo è quello di assicurare il rispetto delle normative in materia di privacy e tutela dei dati personali.
Quali sono le violazioni?
Quello che è risultato è che “Microsoft Corporation elabora i dati di utilizzo delle app Windows e del Windows Store, fornendo informazioni, tra le altre cose, su tutte le app scaricate e installate nel sistema da un utente e sul tempo trascorso su ciascuna di esse.
Perciò la compagnia sta raccogliendo una quantità di dati eccessiva e non necessaria per il funzionamento del servizio” afferma Cnil, ne deduciamo che questi dati siano utili a Windows 10 per generare ulteriori profitti, senza che però il loro trattamento sia stato autorizzato dagli utenti che tali dati li hanno forniti.
Infatti la Cnil prosegue avvertendo “Un advertising ID è attivato per default quando Windows 10 è installato, ciò consente alle app Windows 10 e alle altre app di terze parti di monitorare la navigazione dell’utente e di offrire advertising mirata senza ottenere il consenso dell’utente”.
In sostanza, quello che viene contestato è una raccolta di dati assolutamente abnorme per le funzionalità fornite, e pertanto non giustificata, specialmente se, come in questo caso, la modalità con cui i cookies vengono trattati non permette all’utilizzatore né di esserne consapevole, né tantomeno di comunicare se è o no d’accordo.
In più troviamo advertising ID che automaticamente si attiva, sempre senza approvazione preventiva, ma soprattutto il sistema era configurato per esportare negli USA una valanga di dati personali, anche se ora sembra che questa grossa “pecca” sia stata sistemata.
Multa o adeguamento?
Per il momento il Cnil non ha voluto procedere legalmente contro Windows 10, offrendo a Microsoft la possibilità di mettersi in regola senza pagare penali elevate (150.000 €), che però scatteranno se questo non avverrà entro i prossimi tre mesi.
Tuttavia il vicepresidente e vice consigliere generale di Microsoft David Heiner è stato molto rassicurante al riguardo, garantendo che nell’arco del prossimo mese l’azienda provvederà a tappare le falle ai fini di adeguarsi al rispetto della normativa, come voluto dal Cnil, aggiornando l’informativa sulla privacy.
In periodi come questo, nemmeno la grande Microsoft può permettersi di non rispettare i criteri di legge, fortunatamente.