WhatsApp bloccato in Brasile. Revocata la sospensione
WhatsApp bloccato per due giorni: secondo le disposizioni del tribunale di Sao Bernardo do Campo, la più popolare applicazione di messaggistica istantanea, che in Brasile vanta 93 milioni di utenti, sarebbe dovuta restare offline per 48 ore.
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Il magistrato aveva disposto la sospensione del servizio tra la mezzanotte di giovedì 17 e quella di sabato 19 dicembre.
Per due giorni non sarebbe stata disponibile nessuna condivisione di messaggi scritti e vocali, immagini, video.
La sorpresa di trovare WhatsApp bloccato ha rappresentato di certo una bella seccatura per i numerosissimi appassionati di messaggi gratuiti ma soprattutto per le compagnie telefoniche, al punto da spingerne alcune a fare ricorso contro la sentenza del giudice.
Non parliamo poi del proprietario Mark Zuckerberg, noto fondatore di Facebook, il quale ha acquistato WhatsApp nel febbraio 2014 per 19 miliardi di dollari.
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L’imprenditore non deve aver gradito l’idea del pm e si è detto sotto shock dopo aver appreso la notizia: «Questo è un giorno triste per il Brasile. Fino ad oggi il paese è stato alleato nella creazione di una rete internet aperta».
Il provvedimento doveva essere mirato a punire l’azienda per non aver comunicato alle autorità alcuni dati inerenti un procedimento penale in corso l’estate scorsa: nemmeno davanti all’ordine del magistrato WhatsApp avrebbe violato la riservatezza dei suoi utenti, ignorando anche una seconda intimazione a rendere disponibili i dati per le indagini.
Per questa ragione il pubblico ministero aveva disposto un’interruzione del servizio di due giorni.
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Dopo alcune ore, durante le quali l’applicazione è rimasta inaccessibile, il servizio è stato poi ripristinato in anticipo rispetto a quanto comunicato inizialmente.
A riattivare la chat è stato Xavier de Souza, un giudice del tribunale di San Paolo, dichiarando il provvedimento inaccettabile perché contrario ai principi della Costituzione.
Nella motivazione del suo provvedimento, il magistrato ha dichiarato che «in ragione dei principi costituzionali non appare ragionevole che milioni di utenti siano pregiudicati per colpa dell’inerzia di un’impresa», aggiungendo che sarebbe stato meglio colpire la disobbedienza dell’azienda con una multa piuttosto che con la sospensione di un servizio ai danni degli incolpevoli utenti.
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Zuckerberg, soddisfatto, ha comunicato l’annuncio direttamente su Facebook, la stessa piattaforma dalla quale aveva invitato gli utenti a far sentire la propria voce in difesa di WhatsApp: “Se sei brasiliano, ti prego, fai sentire la tua voce e aiuta il tuo governo a far ciò che vuole il suo popolo”.
Nonostante la revoca della sospensione si tratta comunque di un precedente importante: i social sono avvisati.
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