Whatsapp ascolta le nostre telefonate
Ricercatori delle università di Brno e di New Haven hanno analizzato le modalità di crittografia utilizzate da Whatsapp, arrivando a intercettare i dati che l’applicazione trasmette ai server: numero chiamato, orario, durata della conversazione e gli indirizzi Ip.
Whatsapp raccoglie infatti molte più informazioni di quante non ne raccolga un normale operatore telefonico.
Poiché le telefonate via Whatsapp sfruttano il Voice over Ip (VoIP) è possibile raccogliere anche una serie di metadata che, come sottolineano i ricercatori, uniti ai dati raccolti, possono avere validità forense.
Fino a qui la notizia può lasciarti indifferente, perché conferma quanto era già facilmente ipotizzabile.
Esiste però un triplice rischio per la privacy. Il primo è legato all’eventualità che i dati possano essere usati contro di te dalle autorità, ma questa è una preoccupazione per pochi. La mole di informazioni raccolta da Whatsapp finisce nelle mani di Facebook che di te sa già praticamente tutto.
La terza, forse più sottile, è che se un gruppo di ricercatori è riuscito ad aggirare la crittografia utilizzata da Whatsapp, significa che è possibile farlo.
Certo, non è cosa da tutti, ma a quanto pare il protocollo FunXMMP utilizzato per lo scambio di messaggi e il codec Opus, utilizzato invece per la voce, non sono del tutto inviolabili.
Per la ricerca è stato usato un terminale Android ma i due atenei hanno già annunciato di volerla replicare utilizzando smartphone con altri sistemi operativi.
Il due atenei incoraggiano altri gruppi di lavoro ad applicare i risultati dello studio per meglio definire le potenzialità forensi dei dati raccolti.