La nuova politica di comunicazione a Palazzo Chigi
Nessuna possibilità di fare “copia e incolla” e inviare tutto ai giornalisti. Né dai documenti interni, né dai “mattinali” (Ore 8, Ore 11 e Ore 20) che servono per dare la linea a parlamentari e dirigenti di Fratelli d’Italia sui temi del giorno. È questa la nuova trovata del sottosegretario alla presidenza del Consiglio e responsabile della comunicazione Giovanbattista Fazzolari per andare alla caccia delle “talpe” dentro il partito che passerebbero le informazioni ai giornalisti.
Una mossa che si inserisce nel clima di “complotto” permanente in cui vive Palazzo Chigi da settimane. Dopo il caso Sangiuliano-Boccia che ha portato alle dimissioni del ministro della Cultura, ma anche a seguito delle notizie sulla presunta inchiesta per traffico di influenze nei confronti di Arianna Meloni, rivelata (ma senza alcun riscontro) dal Giornale il 18 agosto e alla denuncia del ministro della Difesa Guido Crosetto sulle mele marce nei Servizi segreti.
A marzo, come aveva raccontato Il Fatto, Fazzolari aveva già deciso di “blindare” i documenti interni a Fratelli d’Italia per evitare fughe di notizie. Da allora, mattinali e note non sono state più inviate tramite un file pdf ai parlamentari ma attraverso un link Drive. Per leggerlo, dunque, i parlamentari e i vertici di partito devono avere l’autorizzazione degli amministratori, che possono controllare chi effettivamente lo scarica, individuando così chi potrebbe passarlo ai cronisti.
Con un primo paradossale risultato: per paura di essere accusati di essere le fonti dei cronisti, ora pochissimi parlamentari decidono di aprire i link dei documenti. Ma adesso è stato aggiunto un espediente in più per evitare che interi passaggi finiscano sui giornali: è stata disabilitata la funzione di fare “copia e incolla”, evitando che i documenti finiscano parola per parola sui mezzi di informazione. Un obiettivo difficile da raggiungere: chi apre i file potrà continuare a fare gli screenshot dei documenti e inviarli all’esterno.
Misure di sicurezza per evitare fughe di notizie
Per implementare una comunicazione più sicura all’interno di Fratelli d’Italia, il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari ha dato vita a una serie di protocolli tesi a prevenire la divulgazione di informazioni riservate. Oltre all’utilizzo di link Drive invece di file pdf, una delle principali misure adottate è la disabilitazione della funzione ‘copia e incolla’ all’interno dei documenti interni. Questo ha l’obiettivo di impedire una diffusione non autorizzata e di garantire che gli indizi di eventuali talpe all’interno del partito possano essere ridotti al minimo.
Tale mossa ha suscitato un misurato sconcerto tra i parlamentari, molti dei quali ora si sentono sempre più a disagio nell’aprire i documenti, temendo di essere etichettati come fonti di notizie per i giornalisti. Le misure di sicurezza sono state ampliate ulteriormente, introducendo controlli di accesso più rigidi e processi di autorizzazione più complessi per visualizzare informazioni sensibili. Only members of the party’s leadership team can now grant access to certain files, aumentando ulteriormente la paranoia di potenziali fughe di notizie.
L’inserimento di questi strumenti di sorveglianza è una risposta diretta al crescente numero di notizie scottanti emerse negli ultimi mesi, che hanno colpito a più riprese la figura del governo. La mancanza di fiducia si riflette anche nei rapporti tra membri del partito, i quali si trovano in una posizione scomoda, incapaci di comunicare liberamente con i propri colleghi e temendo che ogni discussione possa essere monitorata o allertare potenziali detrattori.
Queste nuove restrizioni comportano anche un cambio radicale nella cultura interna, dove il timore di ritorsioni per la condivisione di informazioni ha già portato a un’atmosfera di sospetto e incertezza. La priorità, dunque, è chiara: salvaguardare il partito da potenziali infiltrazioni, anche a costo di compromettere la trasparenza e la collegialità interna.
I motivi dietro la crescente sfiducia interna
La crescente sfiducia interna a Palazzo Chigi trova origine in una serie di eventi che hanno scosso il governo e il partito. In particolare, le dimissioni del ministro della Cultura, legate al caso Sangiuliano-Boccia, hanno alimentato un clima di sospetto e preoccupazione tra i membri di Fratelli d’Italia. Peraltro, la divulgazione di notizie su una presunta inchiesta per traffico di influenze, che ha coinvolto anche Arianna Meloni, ha esacerbato questa situazione, rendendo i membri del partito sempre più cauti nel condividere informazioni.
In aggiunta, le recenti rivelazioni del ministro della Difesa Guido Crosetto sulle “mele marce” nei Servizi segreti hanno contribuito a creare un quadro di insicurezza e di complotti percepiti. La paura che possa esserci un “traditore” in mezzo ai ranghi del partito ha indotto i dirigenti e i parlamentari a guardarsi le spalle l’un l’altro, il che genera un’atmosfera di rancore e diffidenza.
La necessità di proteggere informazioni riservate da fonti esterne ha portato a un isolamento sempre più marcato all’interno del partito. La strategia di Fazzolari tende non solo a blindare i documenti, ma a diffondere l’idea che tutto il personale debba stare in guardia, alimentando un ciclo di paura e paranoia. Di conseguenza, molti membri ritengono che la fiducia tra di loro sia diminuita drasticamente ed è stato difficile stabilire relazioni benché collegiali.
La comunicazione interna ha subito un grave deterioramento, e le misura di sicurezza adottate, pur mirate a tutelare il partito, contribuiscono a creare un ambiente in cui i parlamentari si sentono sempre più isolati e in difficoltà nel condividere i loro pensieri e opinioni. Le conseguenze di questa sfiducia mirano a svuotare il partito della sua coesione e a minare i rapporti interni che un tempo erano stati costruiti. In un contesto politico così complesso, la sfiducia non è solo un problema di gestione della comunicazione, ma anche un rischio per la stabilità del partito stesso.
Conseguenze sui rapporti tra parlamentari e informazione
La nuova strategia di comunicazione adottata a Palazzo Chigi ha profondamente modificato i rapporti tra i parlamentari e l’informazione. Con l’implementazione delle misure di sorveglianza e la disabilitazione del “copia e incolla”, molti membri di Fratelli d’Italia si sentono sempre più indisponibili a interagire con i mezzi di informazione. La paura di essere etichettati come fonti o di subire ripercussioni per la divulgazione di contenuti sensibili ha creato un clima di isolamento. Si riscontra un significativo decremento nel numero di parlamentari disposti a condividere opinioni o chiarimenti con i cronisti.
Questo cambiamento ha anche influenzato la qualità delle informazioni che raggiungono l’esterno. Poiché i legislatori ritardano o evitano di fornire dichiarazioni, i giornalisti devono fare affidamento su fonti alternative, aumentando il rischio di notizie imprecise o sensazionalistiche. L’assenza di comunicazione chiare dalla leadership del partito potrebbe alimentare speculazioni e teorie del complotto piegate per giustificare il silenzio o la reticenza a rilasciare commenti ufficiali.
Inoltre, le restrizioni sull’accesso ai documenti e i controlli di sicurezza hanno isolato ulteriormente i parlamentari tra loro. La conseguenza è una diminuzione della coesione interna, necessaria per affrontare sfide politiche comuni. I membri, temendo di esporsi o di compromettere il loro standing politico, esitano a discutere questioni rilevanti o a confrontarsi su strategie perseguibili. Questa situazione non solo afecta la loro capacità di essere efficaci come gruppo, ma immessi nella narrativa pubblica creano una percezione di divisione e confusione.
La crescente sfiducia instaurata all’interno del partito si riflette, nel lungo termine, sulla capacità di Fratelli d’Italia di rispondere unita a critiche esterne o di gestire discussioni di rilievo. In un ambiente politico già segnato da una forte tensione, la strategia comunicativa attuale potrebbe influenzare negativamente l’immagine del governo e la solidità del partito stesso.
Critiche e reazioni alla strategia adottata
La nuova strategia comunicativa di Palazzo Chigi ha sollevato un coro di critiche sia all’interno di Fratelli d’Italia che da parte di esperti e osservatori politici. Molti parlamentari, inizialmente compiacenti nel sostenere le misure di sicurezza, hanno espresso frustrazione per l’atmosfera di sfiducia crescente e per il clima di paranoia instaurato. Gli onorevoli, preoccupati di essere etichettati come informatori, si sentono sempre più isolati e incapaci di intrattenere relazioni costruttive con colleghi e media.
Le reazioni hanno variato da scetticismo a aperta opposizione. Alcuni parlamentari hanno dichiarato che il divieto di “copia e incolla” e l’uso di link Drive invece di documenti PDF stia creando più confusione che chiarezza. “È un modo per gettare ombre su unila” ha commentato un esponente del partito, aggiungendo che le misure di sicurezza non soltanto limitano le interazioni tra colleghi ma ostacolano anche le comunicazioni interne necessarie per affrontare le questioni politiche urgenti.
Inoltre, dagli ambienti analitici e giornalistici sono emerse preoccupazioni relative all’impatto della nuova politica sulla libertà di stampa. Critici sostengono che tali iniziative possano inficiarne il diritto di informazione, favorendo una cultura del silenzio e della segretezza che non fa bene né al partito né al governo. “Limitare l’accesso alle informazioni e impedire la condivisione di contenuti non solo mina la trasparenza, ma crea anche terreno fertile per la speculazione e il gossip” ha dichiarato un esperto di comunicazione politica, sottolineando il rischio di distorsioni informative.
Inoltre, l’instaurazione di una strategia tanto restrittiva potrebbe incoraggiare ulteriori fughe di notizie anziché ridurle. L’inevitabile frustrazione dei parlamentari, accompagnata dal desiderio di condividere le loro idee e prospettive, potrebbe portare a comportamenti di ritorsione che contraddicono gli obiettivi stessi della strategia comunicativa. Le conseguenze di una comunicazione opaca e isolata potrebbero rivelarsi dannose non solo per chi detiene attualmente il potere, ma per l’intera architettura politica del paese.