Utenti skype in agitazione convincono Microsoft a rivedere la sua posizione sul blocco delle API
Ancora una volta, come già successo per il sistema operativo Windows 8, Microsoft decide di dare ascolto ai propri utenti e fa dietro-front su una decisione considerata troppo drastica e perciò oggetto di moltissime proteste.
L’oggetto delle contestazioni questa volta è Skype, il celebre software che, sfruttando una normale connessione ad internet, consente a milioni di utenti nel mondo di inviare messaggi e telefonare gratuitamente.
Qualche giorno fa l’azienda di Redmond aveva annunciato tramite un comunicato sul blog ufficiale di skype (il testo completo lo si può leggere all’indirizzo , che nel mesi di dicembre 2013 le Desktop API di Skype sarebbero state ritirate.
Le conseguenze di questa decisione sarebbero state devastanti per moltissime applicazioni e software legati a dispositivi, come cuffie e auricolari, che sfruttano questa tecnologia e che avrebbero perso molte funzionalità legate, ad esempio, a pulsanti e cursori.
Proprio la prospettiva di veder vanificati tempo e denaro spesi nella progettazione, nella programmazione, nella scelta o nell’acquisto di questi dispositivi, avrebbe spinto moltissimi utenti e sviluppatori a protestare contro questa decisione.
L’idea alla base della scelta dei dirigenti Microsoft è quella di concentrare gli sforzi sulla creazione di nuove tecnologie, e sul miglioramento di quelle esistenti, con l’obbiettivo di rendere più uniforme e familiare l’esperienza degli utenti Skype su tutte le piattaforme per cui è disponibile come smartphone e tablet con sistemi Android o iOS, desktop e notebook sui quali è installato uno dei tanti sistemi operativi Windows, console di gioco come la famosissima Xbox.
A seguito delle proteste la Microsoft ha deciso di ritornare sui propri passi ed ha annunciato che la temuta discontinuità non avrà luogo, scegliendo di seguire una linea più morbida e di ascoltare i molti feedback ricevuti in questi giorni.
Dal 1° gennaio del prossimo anno le Desktop API non saranno comunque più disponibili ma, questa è la novità, sarà comunque garantito il supporto ai dispositivi hardware che sfruttano la tecnologia VoIP per le videochiamate e anche alle applicazioni per la registrazione dell’audio tramite il servizio Skype.
Microsoft sembra convita della necessità di una svolta verso il mobile del proprio software di comunicazione ma, con questa mezza retromarcia, prende un po’ di tempo per ragionare meglio su quale sia la strada corretta e conveniente da intraprendere, e allo stesso cerca di placare gli animi agitati dei propri utenti che, per il momento, non saranno penalizzati nell’utilizzo dei loro, spesso costosi, accessori multimediali.